Micobatteriosi nei pesci d’acquario

Traduzione di Mycobacterioris in Aquarium Fish Plants di Diana Walstad (versione maggio 2017).

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Presenza di micobatteri ambientali nel commercio acquariofilo

Varie ricerche hanno trovato micobatteri ambientali nei pesci d’acquario, dai grossisti ai negozi.

Zanoni [45] ha studiato la presenza di micobatteri nei pesci importati e venduti in Italia.
I pesci, direttamente dal venditore, sono stati raggruppati in lotti di cinque pesci simili (stessa specie e origine) per l’analisi.
Approssimativamente, il 30% dei 127 lotti, rappresentanti 48 specie di pesci marini e d’acqua dolce, contenevano micobatteri. (Omogeneizzati di fegato, milza e reni sono stati messi a coltura alla ricerca di micobatteri).
Solo 3 dei 635 pesci aveva sintomi compatibili con la micobatteriosi.

Ricercatori dalla Slovenia [25] hanno esaminato 107 pesci da negozi di animali. Autopsie con test genetici hanno rivelato che 85 pesci (circa l’80%) avevano micobatteri. Nove dei pesci infetti contenevano M. marinum, generalmente considerato il micobatterio più patogeno.

Ricercatori svedesi [18] hanno sondato pesci d’acquario da otto venditori all’ingrosso della Svezia. In un campionamento di 90 pesci per grossista, sei (75%) avevano micobatteri nei loro pesci.
I micobatteri erano presenti nel 50% dei gruppi guppy, nel 50% dei gruppi di neon e nel 25% dei gruppi di fantail e di ciclidi nani M. ramirezi. Ogni gruppo conteneva 10 pesci. Soprendentemente, il micobatterio più comune era il M. marinum.

Da questi dati, si potrebbe concludere che la maggior parte dei pesci offerti nei negozi d’acquari siano portatori di micobatteri. Tuttavia, questo non implica che i pesci automaticamente contraggano la micobatteriosi.