Micobatteriosi nei pesci d’acquario

Traduzione di Mycobacterioris in Aquarium Fish Plants di Diana Walstad (versione maggio 2017).

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Cosa possono fare gli acquariofili con la micobatteriosi?

Prima di tutto, sarei molto cauta all’acquisto dei pesci. Le società di acquari fanno frequentemente aste dove si possono acquistare pesci direttamente dagli allevatori. Allevare pesci direttamente dalle uova è un’altra opzione.
Frequentemente sono stata in grado di accrescere piccoli pesci in salute appena acquistati, che sono poi morti. Alcuni di questi pesci quasi certamente avevano una micobatteriosi.

In secondo luogo, controllerei continuamente alla ricerca di segni di micobatteriosi e la gestirei quanto più velocemente possibile. Bisogna fare in modo che i micobatteri patogeni non riescano a trincerarsi.

La micobatteriosi solitamente compare dopo l’introduzione di nuovi pesci in un acquario stabile.

Melanotaenia praecox
Portatori di malattia? Nell’estate del 2004 e pochi mesi prima di scattare questa foto, ho aggiunto quattro nuovi Melanotaenia praecox, direttamente in questo acquario da 170 litri, senza quarantena. Nessuno è sopravissuto oltre l’anno. I pesci probabilmente erano malati quando li ho aggiunti all’acquario. Tuttavia l’allevatore ha affermato che non avevano alcun problema. Forse i nuovi pesci non avevano immunità contro la particolare microflora di quest’acquario e hanno sviluppato la batteriosi dopo essere stati inseriti. Dopo essersi ammalati, hanno aumentato il numero e l’aggressività dei micobatteri, tanto che nessun pesce era al sicuro.

Anche se i nuovi pesci non sono malati quando acquistati, spesso sono stressati e immunologicamente deboli. Allo stesso momento, devono affrontare un nuovo insieme di micobatteri, contro cui non hanno alcuna immunità. Credo che questo scenario sia adatto a descrivere le cause della micobatteriosi nei miei acquari e nell’allevamento che ho descritto in precedenza [39].

Per prevenire le micobatteriosi, la normale quarantena non è sufficiente. Un pesce infettato di frequente ha sviluppato una certa resistenza ai suoi micobatteri patogeni e dunque può apparire in salute per molti mesi o addirittura non mostrare mai alcun sintomo.
Detto questo, una breve quarantena (2-3 settimane) è meglio di nessuna quarantena e diminuisce enormemente il riscio di introdurre malattie comuni quali l’Ictioftiriasi.
Per far uscire allo scoperto una micobatteriosi, si potrebbe considerare l’opzione di usare un “pesce sentinella” nell’acquario di quarantena.

Raccomanderei inoltre di usare un filtro UV sterilizzatore in ogni acquario con nuovi pesci. Un filtro UV riduce enormemente il numero di micobatteri, riducendo l’esposizione potenziale dei pesci ai micobatteri patogeni. Il nuovo (e spesso stressato) pesce ha così il tempo di sviluppare anticorpi e immunità protettiva alla nuova microflora.

La luce UV sterilizzatrice uccide solamente i microorganismi in sospensione nell’acqua. Non ucciderà i micobatteri nei detriti, nei biofilm o nei pesci infetti.

Tuttavia, gli sterilizzatori UV hanno funzionato nel mio caso. Ho avuto eccellenti risultati con tre marche diverse, seguendo le istruzioni del produttore. Se lo sterilizzatore è in grado di uccidere le alghe verdi [NdT: volvox], dovrebbe uccidere pure i micobatteri, poiché le cellule algali sono meno vulnerabili dei batteri alla luce UV, grazie alle loro dimensioni maggiori e ai pigmenti protettivi [21].
In aggiunta, i raggi UV uccidono indifferentemente i micobatteri e i batteri comuni [26] pertanto – a differenza della disinfezione – non aumentano la sola popolazione di micobatteri.

Alcuni allevamenti di pesci enfatizzano la disinfezione e condizioni di iper-pulizia che ritengo promuovere inevitabilmente i micobatteri.
I miei acquari contengono terriccio, piante e non sono poi così puliti, eccettuata la rimozione della patina superficiale.
Sospetto che molti pesci con una micobatteriosi cronica siano passati nei miei acquari in cinquanta e più anni di hobby acquariofilo.
Nessuno ha causato problemi fino al 2004. Altri acquariofili di lungo corso hanno imparato a gestire la micobatteriosi con successo adottando un simile approccio.

Non c’è una cura praticabile per la micobatteriosi. Lo zoo di Londra ha curato dalla micobatteriosi un prezioso esemplare di pesce polmonato australiano com somministrazioni giornaliere, per otto mesi, di antibiotici (rifampicina, doxiciclina ed enrofloxacina).
La quarantena e un buon allevamento dei pesci sono probabilmente più efficaci del tentativo di eradicare la micobatteriosi.
Ho bloccato l’epidemia di micobatteriosi nei miei acquari usando filtri sterilizzatori UV e rimuovendo prontamente i pesci debilitati.


Tabella 4. Prevenire e gestire la micobatteriosi

  • Fornire condizioni ambientali adeguate, che non siano causa di stress per i pesci.
  • Quarantenare rigorosamente tutti i nuovi pesci per almeno 2-3 settimane.
  • Usare filtri sterilizzatori UV, specialmente in acquari con nuovi pesci o con i primi indizi di problemi.
  • Rimuovere prontamente ogni pesce morente o morto.
  • Rimuovere la patina superficiale.
  • Non usare “feeder fish” [NdT: pesci poco costosi usati come alimento vivo per altri pesci]; sono i primi candidati per la trasmissione di micobatteri.
  • Prendere atto che una disinfezione regolare e una ultra-pulizia degli acquari può aumentare il rischio di micobatteriosi.
  • Cercare di tenere i pesci giovani lontani da quelli più vecchi.
  • Essere consapevoli che la micobatteriosi può essere diffusa dagli aerosol da un acquario all’altro.

Una volta che l’epidemia è tornata sotto controllo, credo che la competizione degli ordinari e più veloci batteri sia sufficiente a limitare i micobatteri. Quindi sono riuscita a contenere la malattia senza distruggere tutti i pesci e senza “bombardare con una testata nucleare” gli acquari.

È mia opinione che conoscere come prevenire e/o gestire la micobatteriosi sia essenziale per un’acquariofilia di successo e duratura.

Pesci guariti
Un recupero accettabile. Questa foto del 2009 del mio acquario da 190 litri mostra diversi pesci arcobaleno sopravvissuti all’epidemia del 2005. Usando una lampada sterilizzatrice UV ho imparato a gestire la micobatteriosi. Ad aprile 2017, quattro dei pesci originari sono ancora vivi – un po’ anzianotti ma se la cavano.