Micobatteriosi nei pesci d’acquario

Traduzione di Mycobacterioris in Aquarium Fish Plants di Diana Walstad (versione maggio 2017).

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Immunità

Se i pesci in salute sono portatori di piccoli numeri di micobatteri e molti micobatteri sono potenzialmente patogeni, l’immunità è l’unico fattore realmente protettivo dei pesci.
I pesci possono sviluppare una sostanziale immunità ai micobatteri. Ad esempio, Pasnik [31] ha vaccinato i pesci così da far produrre loro anticorpi contro l’antigene Ag85A, comune a tutti i Mycobacterium.
I ricercatori hanno atteso per lo sviluppo degli anticorpi, che solitamente richiede un paio di settimane, e quindi hanno iniettato ai pesci dei micobatteri (M. marinum) vivi e virulenti.
Tutti i pesci di controllo, non vaccinati, sono morti entro tre settimane, mentre il 90% dei pesci vaccinati era ancora vivo dopo 5 settimane.

Le infezioni da micobatteri non portano automaticamente alla micobatteriosi. (Nella tubercolosi umana, solo il 10% di persone infette da Mycobacterium tuberculosis sviluppa la tubercolosi [35]).
Infatti, un ricercatore [14] ha trovato granulomi guariti e in guarigione in pesci infettati con le specie meno aggressive di micobatteri, M. shottsii e M. gordonae.

La maggior parte di noi può capire intuitivamente che lo stress compromette il sistema immunitario e rende i pesci più vulnerabili alle malattie. Tuttavia, dubito che un breve incidente fonte di stress (come un riscaldatore spento una notte) possa far scoppiare una micobatteriosi.
Una breve soppressione immunitaria causata da uno stress acuto è più probabile causi infezioni da batteri a crescita molto rapida, come gli Aeromonas o gli Pseudomonas. Questi potenziali patogeni sono parte della microflora intestinale dei pesci e dell’ambiente [34] e invaderebbero un pesce stressato e dal sistema immunitario compromesso molto prima che che i micobatteri siano in grado di moltiplicarsi a livelli pericolosi.
Sospetto che la micobatteriosi si sviluppi nei pesci sottoposti a stress prolungati nel tempo, tempo misurato in settimane e mesi, non ore o giorni.

Poiché l’immunità lentamente si indebolisce con l’età, ci si aspetterebbe che i pesci più anziani diventino sempre più vulnerabili alla micobatteriosi. In effetti, la micobatteriosi è diagnosticata più frequentemente nei pesci non più giovani [20].

Ogni acquario ha la sua particolare microflora e contiene diverse combinazioni di specie di micobatteri. Sotto certe condizioni, anche un pesce in salute con un robusto sistema immunitario è vulnerabile. Un pesce in salute può ammalarsi quando viene trasferito in un nuovo acquario, dove è costretto a confrontarsi con nuove specie di micobatteri, alle quali è – immunologicamente parlando – non familiare.

I pesci arcobaleno sembrano particolarmente suscettibili alla micobatteriosi. Un rinomato allevatore di pesci arcobaleno [39], ricorda di aver trasferito metà dei suoi 30 M. trifasciata in ottima salute in un acquarioda 600 litri, ben stabile, contenente pesci in salute.
I 15 pesci hanno sviluppato la micobatteriosi e, in poche settimane, hanno cominciato a morire. Gli unici sintomi erano respiro affannato e ventre gonfio.
Un’autopsia e un esame veterinario degli ultimi 3 infetti rimasti ha confermato la micobatteriosi.
Anche dopo la morte dei nuovi pesci, in questo acquario ci sono stati altri episodi di micobatteriosi. Alla fine, il proprietario ha smantellato l’acquario e lo ha sterilizzato. Nel frattempo, i 15 pesci non trasferiti hanno continuato a godere di buona salute, anche dopo due anni dalla prima epidemia.

Ritengo che, quando i 15 pesci sono stati spostati nell’acquario da 600 litri, non avevano alcuna immunità alla microflora di micobatteri lì presente. Al contrario, i pesci già presenti avevano sviluppato l’immunità.
Sfortunatamente, i pesci trasferiti hanno dato via ad un’infezione  nell’acquario. Ammalandosi e morendo, hanno inondato l’acquario di micobatteri – ora con virulenza aumentata – al punto che persino i pesci giò presenti e con una certa immunità si sono ammalati.
L’acquario stesso è diventato “malato”.