Laetacara araguaiae

0
866

In questo articolo vedremo una specie appartenente a un genere che, dopo la mia esperienza di allevamento, posso dire essere nettamente sottovalutato.

Il genere Laetacara è composto soltanto da sette specie: L. thayeri, L. dorsigera, L. flamannellus, L. fulvipinnis, L. flavilabris, L. curviceps e oggi vedremo da vicino Laetacara araguaiae.

Nonostante gli esponenti di questo genere siano solo sette, sono ampiamente distribuiti in tutto il Sud America, dove abitano sia acque nere (come L. flavilabris), sia acque chiare e bianche (come L. dorsigera e L. araguaiae) e sono diffuse in Brasile, Paraguay, Perù e Argentina.

Per qualsiasi dubbio o per raccontarci la vostra esperienza vi aspettiamo nel forum.

Laetacara araguaiaeLaetacara araguaiae Ottoni F. O., Costa W. J. E. M., 2009

Tassonomia

Laetacara araguaiae ha questa nomenclatura solo dopo l’ultima classificazione risalente al 2009: precedentemente era conosciuta come Laetacara sp. “Buckelkopf”.

Il nome del genere è strettamente correlato alla morfologia degli esemplari: è peculiare infatti uno spot a forma di sorriso a livello del labbro superiore che da a questi pesci un’ “espressione sorridente”: Laetus, dal latino, felice.

Il nome della specie, araguaiae, deriva dal bacino dove sono stati scoperti, ovvero il Rio Araguaia (Brasile).

Distribuzione in natura di Laetacara araguaiae

Questa specie di recente descrizione è stata ritrovata nella zona centrale del Brasile, nel Rio Verde, nel bacino centrale del Rio Araguaia.

Nei bacini idrografici del Rio Tapajos e Rio Xingu sono state trovate popolazioni di Laetacara sp. “Buckelkopf”, che differiscono leggermente per colorazione e che non sono riportate nell’articolo originale di descrizione della specie[1].

Distribuzione Laetacara araguaiae

Habitat naturale di Laetacara araguaiae

Questo piccolo ciclide abita zone riparali di corsi con acqua bianca, ricche di vegetazione galleggiante e macrofite acquatiche. Predilige zone con corrente medio bassa con abbondanza di ripari dati anche da legni e arbusti che crescono sulle sponde dei fiumi.

Morfologia

Se confrontato con altri ciclidi nani, come gli Apistogramma, le differenze morfologiche sono evidenti: le Laetacara hanno un corpo molto più tozzo e spesso con lineamenti meno slanciati. Si può dire che siano delle Acara in miniatura!

L. araguaiae si distingue dagli altri componenti della famiglia, oltre che per la livrea, per varie caratteristiche morfologiche, in questo articolo vedremo solo le più evidenti a livello macroscopico.

Laetacara araguaiae presenta solo 7-8 raggi nella pinna dorsale (gli altri componenti del genere ne hanno di più); in aggiunta a questo, può essere distinta da L. dorsigera, L. flamannellus e L. curviceps per l’assenza di uno spot nero alla base della dorsale.

Per distinzioni più fini è necessario osservare numero e tipologia di scaglie.

Dimorfismo sessuale di Laetacara araguaiae

Non c’è un netto dimorfismo sessuale tra gli esemplari maschi e femmine in L. araguaiae se non che i maschi , in età adulta, raggiungo una dimensione maggiore delle femmine.
Confrontando la mia esperienza con dati trovati in rete[2] posso dire che i miei esemplari hanno superato leggermente gli standard di dimensioni: il mio maschio dominante arriva a circa 6/7 cm e la femmina si ferma ai 4/5 cm.

Qui, nonostante la foto non sia delle migliori, possiamo osservare una coppia: l’esemplare in basso è la femmina.

Maschio e femmina di Laetacara araguaiae
Maschio (in alto) e femmina a confronto.

Il dimorfismo comportamentale è invece tutt’altra storia.

Comportamenti tipici

Anche dal punto di vista comportamentale posso dire che questa specie è molto più simile alle grandi Acara sp. rispetto ad altri ciclidi nani, come gli Apistogramma.

Peculiare è il loro legame col fondo – che dovrà essere composto per lo più da sabbia sugar size – infatti sarà piuttosto comuni vederli intenti a setacciare il fondale alla ricerca di cibo.

Per quanto ho osservato, posso dire che non li ho trovati pesci particolarmente timidi se non appena introdotti in vasca. Ovviamente, più ripari ci saranno in vasca, più sicuri si sentiranno e più sarà facile vederli ben ambientati in breve tempo.

Comportamenti verso conspecifici e altri inquilini

La mia esperienza con Laetacara araguaiae è stata con un piccolo gruppo di cinque esemplari in monospecifico in una vasca di 65×40×40 cm.

La convivenza è stata più che pacifica fino alla prima riproduzione, la quale ha portato la coppia a predominare sugli altri esemplari e di conseguenza ho deciso di dedicarle l’intera vasca.

Questa decisione è stata presa anche perché gli altri esemplari del gruppetto interferivano con le riproduzioni, andando a stressare la coppia che andava poi a mangiarsi le uova fecondate poco dopo la deposizione.

Deposizione Laetacara araguaiae
Giorno della deposizione
Uova Laetacara araguaiae
Terzo giorno dalla deposizione

Già dopo pochi giorni dall’inserimento si erano delineate le gerarchie con un esemplare (il più grosso) che tendeva a nuotare nelle zone più alte della vasca, ma senza confinare o aggredire violentemente gli altri esemplari.

Ho, inoltre, notato subito che era particolarmente tollerante nei confronti di un esemplare in particolare: inutile dire che questi due esemplari hanno poi formato una coppia!

Per quanto possano aver convissuto senza problemi, posso dire che per tenere un gruppo, magari anche più numeroso in modo da potersi godere appieno i comportamenti intraspecifici, sia necessaria una vasca più grande di quella con cui sono partito.

Riproduzione

Le L. araguaiae sono ciclidi che depongono su substrati (substrate-spawner) e conducono delle cure biparentali. Questo significa che per la deposizione delle uova sceglieranno superfici di loro gradimento e che le cure parentali, prima delle uova, poi dei nuovi nati, saranno portate avanti da entrambi i genitori con uguale impegno.

Come appena visto le uova (più di una cinquantina, per quello che ho potuto osservare) verranno deposte su un substrato scelto e preparato dai genitori. Questo substrato può essere dato da un legno, una roccia liscia o anche dal fondo stesso (altro motivo per cui è necessaria la sabbia fine).

Ho potuto infatti osservare la coppia intenta a modellare il fondo spostandolo con la sabbia con la bocca oppure a colpi di pinna adagiandosi sul punto scelto per la deposizione e facendo dei rapidi movimenti per spostare la sabbia e creare una conca.
Qui possiamo osservare in un breve video i genitori che spostano la sabbia con la bocca portandola da una zona riparata (sotto al tronco) alla parte frontale della vasca:

Qui è invece apprezzabile il gran numero di uova deposte, questa volta su un legno, dopo che i genitori hanno speso una giornata a buona a pulirlo con cura:

Una volta avvenuta la deposizione entrambi i genitori avranno cura di tenere il nido pulito rimuovendo eventuali detriti e uova ammuffite, in più il maschio si dedicherà anche alla difesa del territorio da intrusi.

Laetacara araguaiae
Femmina che protegge e ventila le uova

Dopo la schiusa i ruoli si dividono: il maschio resterà meno tempo con la nuvola di avannotti e principalmente terrà il territorio sicuro, di contro la femmina starà sempre in prossimità delle larve e le porterà in luoghi sicuri e riparati se si presenterà un pericolo.

L’acquario per Laetacara araguaiae

In natura questa specie viene trovata a ridosso degli argini dei corsi minori in zone con una ricca vegetazione e un intricato sistema di rami e radici che forniscono molti ripari dai predatori; pertanto l’acquario dovrà prevedere delle barriere visive costituite da legni e rocce (rigorosamente non calcaree).

Consiglio comunque di lasciare una parte del fondo libera dove le Laetacara potranno sbizzarrirsi nel cercare cibo grufolando nel detrito vegetale.

Benché non siano dei geophagi veri e propri, hanno comunque un forte legame con il fondo perciò consiglio comunque di utilizzare un fondo di sabbia molto fine (nei negozi la si trova spesso con la dicitura “sugar size“); infatti non sarà raro vederle prendere manciate di sabbia in bocca che poi espelleranno trattenendo la parte organica che fornirà nutrimento.

Dimensioni dell’acquario

Nella mia esperienza, la vasca aveva una base di 70×30 cm e l’obiettivo iniziale era quello di ottenere una coppia dai cinque esemplari e cedere gli esuberi.

Ho notato però fin da subito che l’aggressività intraspecifica era minima, perciò ho provato a tenere tutti gli esemplari per poter osservare le interazioni di gruppo.
Dal gruppetto si è subito distinto il maschio dominante per dimensioni e carattere ma comunque non si è mai imposto violentemente sui dominati; non sono mai stati isolati esemplari né ho notato ferite importanti.

Questa situazione di pace si è mantenuta fino alle prime riproduzioni, in particolare ho notato che quando gli avannotti raggiungevano il nuoto libero la coppia confinava gli altri 3 esemplari in un angolo della vasca.

Per l’hardscape ho utilizzato vari legni provenienti da vecchi allestimenti e, visto che non avevo l’esigenza di ambrare molto l’acqua, sono riuscito ad inserire un quantitativo di piante superiore alla mia media. In particolare ho inserito piccole stolonature di Echinodorus bleheri, Helantium tenellum, Anubias, Egeria densa e muschio di Java, come piante galleggianti (utili per schermare la luce) ho inserito Pistia e Salvinia.

Parametri dell’acqua

Per quanto riguarda la chimica dell’acqua posso dire che è una specie molto poco impegnativa; con un pH di 6 e una conducibilità di poco superiore ai 150 μS/cm deponevano senza problemi.

Un altro accorgimento per far vivere meglio e più a lungo i nostri pinnuti è adottare una stagionalità simile a quella che avviene effettivamente in natura lungo il bacino dei fiumi di provenienza.

Alimentazione

Essendo pesci onnivori consiglio di variare il più possibile la dieta integrando anche con cibo vegetale,  quali piselli sbollentati o zucchine: in natura, la dieta di L. araguaiae non è prettamente proteica.
Questi ciclidi, infatti, vivono a stretto contatto con il fondo dove vagliano in continuazione il detrito alla ricerca di cibo.

Per quanto riguarda esemplari riprodotti in acquario (aquarium strain), benché difficili da reperire, accetteranno sin da subito i vari mangimi confezionati – che dovranno comunque essere di buona qualità.
Andranno comunque somministrati almeno un paio di volte alla settimana del congelato/vivo per avere una dieta bilanciata e il più varia possibile; consiglio di fornire vivo e congelato in maggiore quantità per stimolare la riproduzione.

Bibliografia e Crediti

[1] Neue Taxa bei Cichliden – Laetacara araguaiae

[2] Laetacara araguaiae – Fishbase

Studio sul comportamento riproduttivo: Teresa, Fabrício Barreto, & Freitas, Eliane Gonçalves-de. (2011). Reproductive behavior and parental roles of the cichlid fish Laetacara araguaiae. Neotropical Ichthyology, 9(2), 355-362. Epub June 10, 2011. https://dx.doi.org/10.1590/S1679-62252011005000018