Riprodurre pesci malati
Alcuni mesi dopo aver acquistato dei Melanotaenia praecox nell’estate del 2004, ho visto che stavano iniziando ad avere problemi. A novembre, ho allestito in fretta un acquario da riproduzione da 40 litri.
La femmina aveva una piccola massa simile ad un tumore sul suo corpo. Poiché sospettavo potesse avere una malattia infettiva, ho trattato l’acquario con una dose standard (200 mg/giorno per 5 giorni) di antibiotico eritromicina.
Non appena avevano finito di deporre, ho rimosso entrambi dall’acquario. Sono morti poche settimane dopo, tuttavia sono stata capace di far crescere 10 giovani pesci in salute dalle loro uova.
Non sospettavo micobatteriosi all’epoca, dunque il mio successo di riproduzione con questa coppia di pesci arcobaleno è stato solo fortuna.
Mentre una femmina di una specie vivipara trasmette direttamente ai piccoli la micobatteriosi, i pesci arcobaleno e gli altri ovipari non lo fanno [4]. Ogni trasmissione di malattia avviene attraverso i micobatteri presenti nell’acqua o appiccicati alla superficie delle uova.
Credo che il trattamento con eritromicina abbia aiutato. Molti non realizzano che i micobatteri “nudi” (ovvero in sospensione, quindi non in un biofilm o in un’ameba o all’interno di un pesce) siano suscettibili agli antibiotici.
Tant’è vero che Cirillo [8], nei suoi esperimenti ameba-M. avium ha usato 100 μg/ml di Amikacina per uccidere i micobatteri in sospensione nel mezzo di coltura. (L’antibiotico non ha invece alcun effetto sui micobatteri una volta insediati dentro l’ameba).
Un paio d’anni dopo, ho fatto eseguire l’autopsia ad uno dei miei pesci arcobaleno provenienti dalla riproduzione raccontata sopra. Sebbene fosse in buono stato per aspetto e comportamento, questa femmina aveva iniziato a sviluppare una curvatura della spina dorsale.
Basandomi sulla sua storia, ero convinta avesse la micobatteriosi, ma gli esami hanno dimostrato che mi sbagliavo. Non aveva la micobatteriosi.
I risultati dalla sua autopsia e quelli precedenti dai tre M. boesemani, mi hanno alla fine convinta che l’epidemia di micobatteriosi nei miei acquari era ormai conclusa.