Vediamo ora quali siano i chelanti, naturali o di sintesi, di interesse per l’acquariofilo.
Chelanti in acquario più usati
I chelanti comunemente usati in acquariofilia sono i seguenti.
La lista purtroppo non è esaustiva, visto che la ricerca sui chelanti è un campo ad oggi ancora aperto.
Gluconati
I gluconati, derivati dell’acido gluconico, sono complessi facilmente biodegradabili, utili a pH elevati per ferro ferrico (Fe3+) e rame. Oltre al Fe3+ e al rame, possono formare un complesso anche con il ferro ferroso (Fe2+), il calcio e l’alluminio.
In acquariofilia è usato particolarmente il ferro gluconato, con Fe2+.
Usano gluconati, ad esempio, i protocolli Aqua Rebell (Mikro Spezial Flowgrow), Brightwell Aquatics, Seachem (Flourish, Flourish Iron…), SHG, Vimi etc
Citrati
I citrati sono derivati dell’acido citrico, un chelante naturale e biodegradabile.
Formano chelati stabili in ambiente acido e sono usati in particolare per applicazioni fogliari.
In acquariofilia è spesso aggiunto acido citrico ai fertilizzanti, sia come conservante, sia come vero e proprio chelante.
Usano citrati, ad esempio, Aqua Rebell, Drak (Kramerdrak, Ferrdrakon), Vimi etc, spesso assieme ad altri chelanti più forti.
EDTA
L’EDTA è un chelante di sintesi, relativamente forte, in grado di chelare elementi su un ampio range di pH, specialmente a pH basici.
Unica eccezione è con il ferro (Fe3+), che può essere chelato dall’EDTA solo a pH acidi.
È facilmente danneggiato dalla luce UV-blu, più energetica, e non è molto facilmente degradabile.
In acquariofilia è usato praticamente in tutti i protocolli, per chelare gli oligoelementi e parte del ferro. Ci sono rare eccezioni, come il protocollo Seachem (che usa gluconati e sali) o la linea non chelata Aqua Rebell.
HEDTA o HEEDTA
L’HEDTA (o HEEDTA) è un chelante di sintesi ed è molto simile all’EDTA, da cui si differenzia per una maggiore stabilità della chelazione del ferro a pH leggermente basici. Molto utilizzato anche per lo zinco.
Usano l’HEDTA, ad esempio, i protocolli Drak (Kramerdrak, Ferrdrakon), Dennerle (Scaper’s Green) o Tropica.
DTPA o acido pentetico
Il DTPA è un chelante di sintesi, piuttosto resistente e con un più ampio range di efficacia del pH, rispetto all’EDTA. Si lega all’elemento da chelare con 5 collegamenti, da cui il nome.
È più fotoresistente dell’EDTA, dunque resiste per più tempo sotto la luce (in particolare lunghezze d’onda del blu e inferiori). È pertanto generalmente più consigliabile dell’EDTA nel caso di illuminazione a LED, che spesso presenta grosse emissioni nella parte blu/viola dello spettro, ovvero la luce visibile con maggiore energia.
In acquario, richiede comunque buone potenze luminose per essere utilizzabile al meglio.
In acquariofilia, usano il DTPA, ad esempio, i protocolli Aqua Rebell, Dennerle, Drak, Easy Life (Profito, Ferro), TNC (Ferro), Tropica e diversi altri.
NTA
L’NTA è un chelante artificiale, spesso sottoprodotto della sintesi dell’EDTA.
È un chelante relativamente debole, se confrontato con EDTA o DTPA. Si lega con l’elemento attraverso 3 collegamenti.
In acquariofilia, usano NTA, ad esempio: Easy Life (Profito) o Drak (Kramerdrak, Ferrdrakon…).
EDDHA
L’EDDHA è un chelante di sintesi ed è considerato molto pregiato in agricoltura per la sua capacità di mantenere chelato il ferro in terreni calcarei e dal pH molto elevato, dove gli altri chelanti comuni (EDTA, DTPA) non riescono a reggere.
Si lega all’elemento da chelare con sei legami.
In Europa è obbligatorio specificare nei concimi le due forme in cui può presentarsi l’EDDHA, ovvero le forme [o,o] e [o,p], rispettivamente “orto-orto” e “orto-para“, dove la forma più apprezzata è la [o,o], grazie alla sua maggiore resistenza. La parte [o,p] ha, invece, una resistenza prossima a quella del DTPA (questo aspetto verrà approfondito in seguito).
L’EDDHA (e tutti i chelanti che iniziano con EDD-, come l’EDDHMA o l’EDDCHA) hanno la tendenza a colorare l’acqua di colore rosso-marrone, già con somministrazioni relativamente basse di ferro (circa 0.1 mg/l).
Inoltre, specialmente utilizzando EDDHA completamente [o,o], pregiato per l’agricoltura, si possono avere problemi di assorbimento, essendo il chelante piuttosto forte.
Per questi motivi, gli EDD- sono raramente usati in acquariofilia e, quando usati, lo sono in piccolissima proporzione (come nell’Equo Florido o nel vecchio Elos Fase 1).
Alcuni studi sembrano evidenziare, inoltre, che un abbondante uso di Fe-EDDHA possa portare a problemi con l’assorbimento del manganese.
DOC
Il DOC (Dissolved Organic Carbon – Carbonio Organico Dissolto) consiste in un insieme di sostanze disciolte in acqua, fra cui: amminoacidi, acidi organici (come l’acido citrico), proteine, sostanze umiche etc.
Il DOC deriva dalla decomposizione della materia organica (escrementi, foglie morte, eventuali materiali organici presenti nel fondo…) e, in acquario, si può vederne l’accumulo nel leggero ingiallimento dell’acqua.
Non si tratta quindi di chelanti intenzionalmente aggiunti (anche se esistono modi per aggiungerli, come legni, foglie, torba, estratti vari di corteccia/foglie), ma di sostanze naturalmente presenti – in natura si possono avere svariati mg/l di DOC in soluzione.
Il DOC ha la capacità di legare i metalli pesanti, diminuendone la tossicità.
Ecco perché solitamente foglie in infusione, estratti e quant’altro hanno effetti benefici sui pesci, oltre ad abbassare il pH, rilasciare altre sostanze utili o fare da rifugio per microfauna.
Il DOC, legando i metalli, oltre a limitarne la tossicità, può riportarli in soluzione e renderli maggiormente disponibili per le piante, proprio come gli altri chelanti che abbiamo visto.
Il DOC è normalmente rimosso dai cambi d’acqua e con l’utilizzo di carboni attivi e, come si può intuire, non è presente negli acquari appena avviati o riallestiti.
Pertanto si può contare su una buona presenza di DOC solo in acquari ben stabili, dove non sono stati fatti di recente trattamenti con carboni attivi o cambi d’acqua cospicui.