Protocollo di fertilizzazione Drak (Kramerdrak)

Impariamo ad usare il protocollo di fertilizzazione Drak.

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Commento sul protocollo

Il protocollo, sulla carta (o sull’etichetta 😁), è molto semplice da usare.

Si ha un dosaggio costante di Kramerdrak, che introduce tutto il necessario per le piante, eccetto azoto e fosforo.

Azoto e fosforo vanno quindi integrati solo a necessità con i due Eudrakon, N e P, rispettivamente; ciò va fatto aiutandosi con i test per nitrati e fosfati.

Un’altra cosa che mi piace è la dichiarazione della composizione dei concimi e dei sali: non nego che conoscere cosa ci sia dentro ad un fertilizzante (ma in generale a qualsiasi prodotto, non solo per acquari) sia estremamente interessante, anche per capire bene cosa si stia inserendo in acquario.
Purtroppo sono dichiarati solo i chelanti usati ma non quali elementi siano chelanti con cosa, ma probabilmente ciò è chiedere troppo, suppongo sia un segreto commerciale gelosamente custodito…

Composizione dei sali Duradrakon.
Composizione dei sali Duradrakon.

Per quanto riguarda l’azoto, è da notare la somministrazione dell’elemento nelle tre forme, ognuna con i suoi vantaggi. Questo a differenza di altri protocolli (Elos, JBL Proscape, Dennerle, Easy-Life…), che usano solo la forma nitrica.

Forme in cui può venire somministrato l’azoto

Approfondiamo brevemente le tre forme in cui può essere somministrato l’azoto in acquario:

  1. Azoto nitrico (nitrati): può essere accumulato dalle piante all’interno dei tessuti, dunque funziona come deposito. Il suo utilizzo richiede alla pianta dell’energia.
  2. Azoto ammoniacale (ammonio): non può essere accumulato ma può essere assorbito con estrema facilità dalle piante, che apprezzano sicuramente il fatto di far meno fatica per nutrirsi. Se l’azoto ammoniacale non viene usato, entra nel normale ciclo dell’azoto, venendo trasformato in nitriti e successivamente in nitrati.
  3. Azoto ureico (urea/carbamide): può essere assorbito direttamente, in piccola parte, dalle piante; quello non usato viene trasformato dai batteri in azoto ammoniacale (che a sua volta può essere subito assorbito o entrare nel ciclo dell’azoto).
    Cosa molto utile da osservare è che la degradazione dell’urea porta alla formazione di anidride carbonica (CO2), in forma già disciolta: le nostre piante apprezzeranno sicuramente!

Limitazione dei macroelementi

Sempre riguardo ai macroelementi, ho provato a seguire le raccomandazioni (nitrati a 5 mg/l circa, fosfati a 0.25, riportando questi ultimi a zero tra una somministrazione e l’altra).
Questa evidente limitazione nei macroelementi credo sia voluta per combaciare con le dosi di oligoelementi introdotte con il Kramerdrak: guardando bene, abbiamo, ad esempio, meno di 0.2 mg/l di ferro a settimana – ma alla fine della settimana le piante non mostrano carenza di ferro!

In aggiunta, è lecito supporre che la limitazione dei macroelementi – e dunque della velocità generale di crescita delle piante – diminuisca le pretese a livello di oligoelementi, essendo gli assorbimenti dei vari elementi in rapporti più o meno fissi fra loro. Questo è senz’altro gradito, specialmente con varietà più esigenti di piante.

Le Terrdrakon, invece, hanno la particolarità che una volta esaurita la parte di concime, la parte di argilla resta nel substrato, così come la sua capacità di scambio cationico (CSC).
Pertanto, una volta esaurite, queste palline continuano ad avere un effetto benefico nel substrato, molto lungo nel tempo.