Parassiti e Guppy malati

Traduzione di Flukes and Sick Guppies di Diana Walstad (versione aprile 2018).

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La natura dei parassiti dei pesci

I parassiti nel Phylum dei Platelminti sono divisi in Monogenea e Trematoda.

I Trematoda, che si trovano nei pesci selvatici e di laghetto, richiedono un ospite intermedio come un volatile o una specifica lumaca (Melanoides tuberculata) per trasmettersi.
Poiché i pesci infestati da Trematoda non sono contagiosi una volta spostati in acquario, i Trematoda non sono un grosso problema per l’acquariofilo.

Al contrario, i Monogea si trasmettono facilmente da pesce a pesce e si riproducono molto rapidamente.
I Monogea più noti in ambito acquariofilo sono piccoli parassiti delle famiglie dei Gyrodactyloidea e dei Dactylogyroidea.
Secondo indagini sulla salute dei pesci [1], entrambe sono equamente diffuse nei pesci d’acquario e possono essere uccise dalle stesse sostanze chimiche e farmaci [4].

I Dactylogyrus depongono uova e colpiscono le branchie. Il loro ciclo di vita completo è di circa 5-40 giorni; ogni giorno, un parassita adulto può deporre dalle 5 alle 60 uova, che affondano nel substrato. Le uova quindi si schiudono dopo 2-6 giorni (a 20-28 °C) e la larva, capace di nuotare, deve raggiungere il pesce ospitante entro 4-6 ore, altrimenti esaurisce le energie.
Una volta attaccate al pesce, le larve si spostano sulle branchie e crescono fino a diventare adulti, con i loro quattro caratteristici occhi, nel giro di 4-5 giorni [10].
Poiché i Dactylogyrus depongono uova, sono – secondo un esperto allevatore di guppy – più ostici da eliminare dei Gyrodactylus.

I Gyrodactylus, che colpiscono principalmente pelle e pinne dei pesci, sono ovovivipari. Come una matrioska, ogni Gyrodactylus appena nato ha già al suo interno un embrione – e dentro questo un altro embrione. Quando un Gyrodactylus ha un giorno di vita, produce il primo “figlio”, che il giorno successivo produce un ulteriore “figlio” e così via fino a 30 generazioni. (Per il parassita dei guppy G. bullatarudis, la riproduzione si ha in sole 18 ore [11]).
Questa rapida riproduzione assessuata assicura una rapidissima colonizzazione del pesce.

Gyrodactylus salaris
Gyrodactylus salaris su un salmone [9]. La foto mostra i parassiti che si nutrono sulla pelle del pesce e sullo strato di muco. Fin dalla metà degli anni Settanta, questa specie di parassita ha fatto strage di salmoni selvatici nei fiumi norvegesi.

Un dato parassita tende a rimanere sullo stesso pesce in cui è nato. Il sistema immunitario del pesce o la sua morte può forzare il parassita a lasciare il suo posto. Per questi parassiti, la vita in acqua aperta è rischiosa.
Una volta distaccati dai guppy, parassiti quali Gyrodactylus bullatarudis e G. turnbulli morivano entro 30 ore, con un tempo medio di sopravvivenza di 18 ore a 25 °C [3].

Per la trasmissione dei Gyrodactylus, un parassita può spostarsi su un altro pesce durante un contatto diretto pesce-pesce. G. turnbulli in realtà è capace di muoversi fin sulla superficie dell’acqua per rimanere lì in attesa di aggrapparsi ad un guppy che si nutre in superficie [9].
Un altro mezzo di diffusione consiste nella “muta del muco” dei pesci. I pesci, infatti, lasciano una parte del loro strato di muco ogni 1-2 giorni [12]: questo è un normale meccanismo di pulizia, che protegge l’epidermide sottostante dalla colonizzazione da parte di parassiti e microorganismi presenti nell’acqua [13].
I Gyrodactylus intrappolati in questo muco sono automaticamente mandati via [12]. I pesci non infetti vengono quindi in contatto con questo materiale infetto mentre cercano cibo o sostano sul fondo.
La trasmissione può anche avvenire quando i guppy si riproducono, infettando i loro avannotti [9].

Detto questo, la trasmissione di questi parassiti è generalmente goffa. Studi sperimentali hanno osservato dei notevoli “errori di trasmissione” nei tentativi di trasferire Gyrodactylus intenzionalmente da un pesce infetto a pesci sani [14].

Resistenza e gestione della malattia

Una volta che una colonia di pesci è infestata da Gyrodactylus, non tutti i pesci sono inevitabilmente condannati.
I pesci hanno un vasto assortimento di armi chimiche (peptidi anti-microbici, lisozima, etc) nel loro strato di muco [13].
Molti scienziati hanno notato che la popolazione di Gyrodactylus comincia a diminuire in un paio di settimane dopo l’epidemia e attribuiscono questo fatto allo sviluppo di difese da parte dei pesci sopravvissuti [3, 12, 14].
Questa immunità acquisita, tuttavia, dura solo poche settimane dopo il passaggio dei parassiti.

I guppy selvatici nel Trinidad sono generalmente colpiti da piccoli numeri di Gyrodactylus. Qualche habitat isolato, tuttavia, ospita guppy non infetti [15].
Uno studio [16] ha mostrato che la popolazione di parassiti, su guppy infettati sperimentalmente, è morta completamente in tre mesi – a patto che nessun nuovo pesce venisse introdotto negli acquari.
Qualsiasi aggiunta, in quella finestra temporale, di pesci nuovi – e presumibilmente suscettibili – ha stimolato la popolazione di parassiti, evitando la sua scomparsa.

Per tenere pesci d’acquario, ritengo che un trattamento di profilassi dei nuovi pesci sia utile.
I negozi di pesci ben gestiti trattano i loro acquari due volte la settimana con formaldeide e/o trattano i pesci con sale. Queste misure automaticamente tengono la popolazione di parassiti sotto controllo mentre i pesci sono più stressati.
Quando acquisto nuovi pesci, da ora, assumo che abbiano parassiti: non attendo si ammalino. Li metto o in un acquario di quarantena con 8.8 parti per mille di sale per qualche giorno oppure li tratto con Levamisolo (4 ore a 10 mg/l).

Sebbene un guppy infestato da Gyrodactylus possa flashare [NdT: muoversi a scatti e strofinarsi sugli arredi o sulle piante], questo comportamento non segnala automaticamente un’epidemia in arrivo.
Tant’è che ho osservato pesci che si muovevano a scatti e si strofinavano, ma che in seguito pare si siano liberati dai parassiti.

Guppy flashing
Flashing. Ho visto questo maschio di due mesi “flashare”. L’ho tenuto d’occhio ma non è poi successo nulla.

I parassiti di questo tipo, infatti, sono solo debolmente attaccati al pesce: i due uncini più grandi e i 16 “gancetti” si aggrappano al muco ma non alla pelle del pesce [9, 12]. Perciò i ricercatori possono rimuovere i parassiti da un pesce sotto anestetici – osservando con un microscopio – o usando un getto d’acqua [17] o rimuovendoli con piccole pinzette [8], senza ferire minimanente il pesce.
Credo che il flashing sia solo un metodo di pulizia e protezione: se il pesce è in buona salute, potrebbe essere in grado di rimuovere questi ospiti nocivi.

I pesci geneticamente suscettibili danno problemi. Una delle mie linee di Guppy e la sua progenie sembrava particolarmente suscettibile.
Il problema coi pesci suscettibili è che non muoiono semplicemente, ma diventano focolai dell’infezione. I parassiti si moltiplicano su di loro senza alcun controllo, faccendo diventare il pesce punto d’origine di un’epidemia nell’intero acquario.
In effetti, i ricercatori [14] hanno determinato che tanti più Gyrodactylus sono presenti su un Guppy e tanto più questo pesce rimane nell’acquario, tanto più alta è la probabilità che esso dia inizio ad un’infestazione dell’intero acquario.
Al contrario, la densità di popolazione – 3, 6, 12 o 24 Guppy in un acquario da 40 litri – non ha influito sugli scoppi di infestazioni.

La maggior parte dei Guppy offerti in vendita nei negozi di animali sono importati dal Sud-Est Asiatico (Singapore, Hong Kong, Sri Lanka). I pesci sono in buona salute ma spesso sono portatori di piccoli numeri di parassiti [1]. I parassiti sono semplicemente parte dell’ambiente in cui i pesci sono nati.
Poiché i Guppy acquistati in negozio spesso muoiono dopo l’acquisto, gli acquariofili li vedono come pesci fragili. Ma la maggior parte della fragilità proviene proprio dallo stress associato al trasporto e alla movimentazione dei pesci: insacchettati in Asia, i pesci spesso si spostano per una settimana senza cibo o cambio d’acqua.

Inevitabilmente, le coppie riproduttive nei laghetti asiatici hanno sviluppato resistenza ai parassiti per sopravvivere. La produzione di massa di pesci economici nei laghetti non consente molti trattamenti chimici. I pesci suscettibili muoiono o vengono eliminati. Perciò, i pesci in vendita nei negozi – geneticamente parlando – sono più resistenti delle linee selezionate, molte delle quali non hanno mai visto un parassita.

Guppy
Resitenza alla malattia. 10 giorni dopo aver spostato questi 3 maschi in questo acquario, c’è stata un’infestazione pesante. I due in basso sono morti, mentre il Guppy giallo comune da negozio è sopravvissuto.

Se un singolo pesce in acquario si ammala, idelamente andrebbe rimosso prima che muoia, così da non mettere in pericolo gli altri pesci. Questa gestione della malattia funziona bene con i Gyrodactylus poiché la loro trasmissione da pesce infetto a pesce sano non è semplice: un pesce malato non implica che tutti i pesci si ammaleranno.

Osservo giornalmente i miei pesci e registro quanto osservato. Tengo d’occhio in particolare i pesci che hanno smesso di mangiare o che si sono isolati dagli altri. Se peggiorano, li rimuovo dall’acquario.
Nella scelta dei pesci da riprodurre, scelgo quelli più grandi e vigorosi. A mio parere, la resistenza di un Guppy ai parassiti e alle malattie è importante tanto quanto colore e dimensioni delle pinne.

Gli avannotti e i giovani Guppy sono vulnerabili, poiché il loro sistema immunitario è ancora non pienamente sviluppato. Possono dare il via ad una popolazione di parassiti endemica, con numeri bassi ma costanti.
Per proteggere i pesci adulti, rimuovo gli avannotti quando possibile.

Una buona gestione dei pesci aiuta ad evitare che i parassiti si diffondano. Nutro i miei Guppy con cibo abbondante due volte al giorno e gli avannotti ricevono artemia viva giornalmente.
Tutti gli acquari hanno un’ottima crescita di piante, così da poter nutrire bene i pesci senza dover fare grossi cambi d’acqua o preoccuparmi per la sua qualità (in questo tipo di allestimento, il cibo per pesci fornisce nutrienti alle piante).
Rimuovo la sporcizia più grossolana e cambio circa il 20% di acqua ogni due settimane.

Discussione

La maggior parte degli acquariofili ignora i problemi che questi parassiti possono causare.
Per lungo tempo, hanno dato grattacapi anche ai biologi e ai tassonomisti, che studiavano principalmente i Gyrodactylus a causa della loro peculiare riproduzione “a matrioska”.
Ma la devastazione – a partire dagli anni Settanta – dei salmoni norvegesi selvatici, causata da Gyrodactylus salaris ha puntato una luce sui Gyrodactylus e dato il via a numerose indagini.
I Guppy e le due specie di parassiti associati – G. bullatarudis e G. turnbulli – sono diventati un modello piuttosto diffuso per gli scienziati che studiano il problema con i salmoni [9], perciò gli acquariofili possono beneficiare delle loro ricerche.

Le difficoltà della Norvegia durante i decenni scorsi, nel tentativo di eradicare G. salaris dal salmone [9] – nonostante notevoli investimenti e sforzi, come depopolare dai pesci interi fiumi – dovrebbe fare da monito agli acquariofili.
La completa eradicazione per mezzo di farmaci, fitofarmaci, sali etc potrebbe essere impossibile [6, 8]. Una volta che una colonia di pesci viene colpita, far affidamento sui soli farmaci può generare solo falsa speranza e frustrazione.

Sarebbe anche possibile eradicare i parassiti in un ambiente strettamente controllato, come negli allevamenti di Guppy Show. Tuttavia questo porta ad avere pesci “viziati” che avranno problemi a sopravvivere non appena verranno spostati nel mondo reale.

Nel corso degli anni, ho avuto ottimi risultati incrociando Guppy selezionati con Guppy comuni da negozio. La progenie ha così alcuni geni utili per formare della resistenza contro i parassiti.

Ho dato ai miei Guppy una possibilità di aiuto, usando sali e antielmintici, come Praziquantel e Levamisolo.
I pesci appena acquistati ricevono sempre un trattamento; dopo di questo, penso mi affiderò solamente ad una buona gestione per avere pesci resistenti.