Come si determina se un pesce appartiene a una nuova specie?
La domanda è semplice ma la risposta non è così scontata.
In questo articolo Ivan Mikolji ci mostra l’esempio di Hemigrammus sp. aff. stictus, un caracide che l’esploratore ha trovato più volte in Venezuela.
Ringraziamo quindi Ivan Mikolji per averci fatto vedere cosa sia necessario fare per determinare in maniera scientifica come possa nascere una nuova specie.
[NdT: Hemigrammus stictus è una specie già identificata. Nella nomenclatura scientifica, sp. significa “una specie appartenente al genere non ancora identificata”, mentre aff. (dal latino affinis) significa “di aspetto simile”.
Perciò Hemigrammus sp. aff. stictus va interpretato come “una specie di Hemigrammus non ancora identificata simile alla specie stictus, già identificata”].
Hemigrammus sp. aff. stictus
Quando vi sedete di fronte a un acquario, a casa, vi siete mai chiesti come tutte queste piante, questi pesci o invertebrati siano entrati nel nostro hobby, per il nostro piacere?
Se avete un acquario d’acqua dolce o salata, la maggior parte degli organismi in esso presenti hanno seguito un certo percorso per poterci arrivare.
La maggior parte degli organismi che ci divertiamo osservare nelle nostre case è stata trovata da ricercatori, botanici, biologi, esploratori e così via. Persone che hanno l’opportunità di raccogliere esemplari in natura. Alcuni pesci vengono spediti in tutto il mondo “per sbaglio”, mescolati ad altri pesci.
Una volta giunti a destinazione, alcuni vengono individuati o acquistati dagli importatori e inviati ai biologi per l’identificazione.
Alcuni di questi sono stati “scoperti” molto tempo fa, come Panaque nigrolineatus, spesso conosciuto come Pleco Reale, descritto nel 1877. Altri, invece, sono relativamente nuovi nell’hobby acquariofilo, come Pseudolithoxus tigris, conosciuto come Pleco L257 e descritto nel 2000.
Altri ancora sono anziani nell’hobby ma non sono ancora stati descritti, come Hemiancistrus sp. L128 mentre altri, infine, sono piuttosto rari e non sono stati descritti ancora – è il caso di Apistogramma sp. “Caura River”.
Ad ogni modo, poiché i “nuovi e mai descritti” mammiferi sono sempre più rari, sono pesci e insetti le attuali “nuove specie” per la scienza.
Per me non è difficile trovare nuove specie di pesci. Alcuni mesi fa, Carlos DoNascimiento, un mio amico biologo, ha trovato una nuova specie di Trichomycterus in un fiume nel mezzo della città di Valencia, Venezuela, alcuni kilometri da casa mia!
Questa città ha più di tre milioni di abitanti e, quindi, il mio amico non è dovuto andare nel mezzo della giungla profonda a cercare una nuova specie di pesce.
In diverse occasioni in natura ho incontrato esemplari che potrebbero essere stati appartenenti a una nuova specie.
Spesso, quando mi immergo in un fiume, mi capita di osservare un pesce e dire: “WOW! Questo non l’ho mai visto prima!”.
Dopo aver cercato in letteratura o portato l’esemplare da uno specialista, scopro che alcuni sono di specie comuni che non avevo mai visto prima o di cui ignoravo l’esitenza.
La classificazione è materia insidiosa se non sei un vero esperto di una data famiglia di pesci. Ad esempio, dopo aver scattato foto a Farlowella in svariati fiumi del Venezuela, ho preso un atlante e ho detto immediatamente “è Farlowella acus“, guardando l’immagine nel libro più somigliante alle foto che ho fatto. Eppure, dopo aver mostrato le mie foto a un esperto, mi ha detto: “portami il pesce in laboratorio, non si può fare identificazione da una fotografia; dobbiamo contare i raggi e le scaglie perché in Venezuela ci sono un sacco di specie di Farlowella tutte simili a prima vista: Farlowella acus, Farlowella curtirostra, Farlowella mariaelenae, Farlowella martini, Farlowella odontotumulus, Farlowella oxyrryncha, Farlowella venezuelensis, Farlowella taphorni e Farlowella vittata“.
È fondamentale conoscere l’esatta posizione in cui il pesce è stato fotografato o raccolto e, per essere davvero sicuri, uno specialista deve osservare le caratteristiche morfologiche.
Tuttavia, con alcuni pesci questi test e queste ricerche non hanno successo, neppure mostrandoli a esperti, e quindi rimango senza informazioni.
Uno di questi casi infelici riguarda quello che chiamo Hemigrammus “mezzo rosso”. Questo Hemigrammus ricorda (o è quello che assomiglia di più a) Hemigrammus stictus. Ho osservato questi esemplari mezzi rossi in varie spedizioni nel Parco Nazionale del Fiume Capanaparo, nello Stato di Apure in Venezuela.
La prima volta in cui li ho visti è stato il 20 marzo 2007, in una spedizione con George Fear di Shark Aquarium.
Non avendoli mai visti in precedenza, ho sempre pensato si trattasse di una nuova specie o di una popolazione isolata di stictus con un pattern caratteristico.
Non avendo sufficienti conoscenze su come una nuova specie prenda vita nel mondo della scienza e su come fare per sapere se sia davvero una nuova specie, ho deciso di chiedere a uno specialista.
Sono andato alla Central University del Venezuela e ho avuto la possibilità di intervistare il professor Francisco Provenzano, che è il Curatore della collezione di pesci dell’Università. Ha descritto e mi ha aiutato a descrivere molte specie di pesci d’acqua dolce, come Acestridium dichromum, Pseudolithoxus anthrax e Pseudolithoxus tigris, giusto per nominarne qualcuno.
La sua specialità è l’ordine dei Siluriformes (pesci gatto) e ha alcune specie a lui dedicate, come Creagrutus provenzanoi, Lebiasina provenzanoi o Phenacorhamdia provenzanoi.
Il professor Provenzano è stato così gentile da dedicarmi del tempo per rispondere alle mie domande.
La mia prima domanda era sulla difficoltà nel determinare l’appartenenza di un pesce a una nuova specie; ho portato l’esempio degli H. stictus. Mentre cercavo di dirgli perché la ritenevo una nuova specie mi ha interrotto e mi ha detto: “è più facile se affronti la questione dal punto di vista opposto; prova a dire perché pensi non sia uno stictus“.
Il mio primo compito, quindi, era determinare cosa rendesse uno stictus uno sticus, per poter confrontare il mio Hemigrammus mezzo rosso.
Poiché non ho trovato che vaghe informazioni su Internet, ho scritto un’email al professor Donald Taphorn e ho chiesto la descrizione scientifica di stictus. Il professor Taphorn è un fantastico ittiologo americano che ha lavorato per molti anni con i pesci venezuelani – potrei dire che sia un guru dei pesci del Venezuela.
In non più di mezzora, mi ha mandato le informazioni e questo è un estratto:
Hemigrammus stictus è stato descritto da Durbin nel 1909. Durbin lo ha descritto come un pesce con una macchia rossa nel peduncolo caudale (tra la pinna caudale e il corpo), fino al livello della pinna adiposa frontale.
Gli esemplari sono stati raccolti in Guyana, nel fiume Essequibo, e crescono fino ad una lunghezza di 4 centimetri.
La conoscenza dei dati scientifici su stictus mi ha permesso di evidenziare alcune differenze.
Hemigrammus “mezzo rosso” è diverso da stictus perché la macchia rossa si estende oltre la pinna adiposa fino a metè della pinna dorsale. In effetti è rosso per metà.
Un altro tratto distintivo è il fatto che non ho mai visto esemplari più lunghi di 3.5 cm, con una lunghezza media di 2.5 cm. Avendo frequentato l’area estensivamente e per oltre due anni, sia durante la stagione secca sia durante quella delle piogge, escludo di aver visto solo esemplari sub-adulti.
Un’altra differenza è la posizione: lo stato di Apure, in Venezuela, è a oltre 1500 km di distanza dalla Guyana e dal bacino del fiume Essequibo. Sembra abbastanza distante, se devi spostarti a nuoto e se sei lungo solo 2-3.5 centimetri!
La seconda fase suggerita dal professor Francisco Provenzano è stata quella di raccogliere campioni in maniera rigorosa per consentire uno studio scientifico.
Il primo passo è quello di prendere nota di alcune informazioni basilari, inclusa una descrizione dell’habitat. Tra queste, dove possibile: posizione esatta, nome del fiume, temperatura, pH, conducibilità, tipo di substrato (argilla, sabbia, rocce…), specie di piante presenti, velocità della corrente, anche approssimativa.
Mi ha anche chiesto di catturare degli esemplari e posizionarne immediatamente alcuni in contenitori riempiti con una soluzione di formaldeide al 10% e altri in contenitori riempiti con etanolo al 100%, per gli studi sul DNA.
Si è raccomandato che i contenitori avrebbero dovuto essere sufficientemente grandi e alti da ospitare gli esemplari dritti, senza che venissero schiacciati dagli altri esemplari o dal contenitore stesso.
Sono necessarie due soluzioni di conservazione diverse, poiché sebbene la formaldeide sia il miglior conservante, non c’è modo di effettuare analisi del DNA su un campione conservato in essa.
Infine, avrei dovuto annotare la data, il metodo di raccolta (retino, amo e lenza…) e il nome della persona che ha effettuato il campionamento.
Sono quindi partito per raccogliere i campioni. Come al solito, ho iniziato il viaggio alle 4:30 del mattino, da Valencia. Il viaggio è durato 9 ore, fermandomi solo per fare rifornimento o comprare una gassosa. All’una e mezza stavo già scaricando i retini, i contenitori, le soluzioni di conservazione e l’apparecchiatura fotografica.
Ho cominciato facendo subito delle foto all’ambiente acquatico, prima di alzare polverone con il retino. Contemporaneamente ho anche misurato alcuni parametri dell’acqua e iniziato ad annotare tutti i dati richiesti.
Dopo aver scritto tutto, ho fatto alcuni video (più facili delle foto): la fotocamera vuole sempre mettere a fuoco le piante sullo sfondo e mai quei due centimetri di pesce! Anche se messa in modalità macro, è raro che la fotocamera ti capisca e metta a fuoco il piccolo pesce. Messa a fuoco manuale su un piccolo pesce che sfreccia controcorrente è praticamente impossibile.
La mia soluzione è andare di quantità e contare sulla fortuna. Più foto faccio, più alta è la probabilità di beccare un pesce a fuoco!
Quindi, dopo aver scattato oltre 90 foto, sono riuscito ad ottenerne circa quattro di buone.
Durante una seconda spedizione con George Fear e Oliver Lucanus ne abbiamo catturati alcuni e fotografati in piccoli acquari posizionati tra le radici degli alberi. Poiché i pesci si erano impauriti, avevano perso intensità dei colori, ma non completamente: il rosso era ancora visibile.
Dopo la sessione video-fotografica, ho raccolto alcuni esemplari con un retino. Poiché erano molto piccoli, ho deciso di fissarli in provette: ne ho posizionati quattro in una provetta riempita di soluzione al 10% di formaldeide e altri quattro in una con 100% di etanolo.
Questa è la parte che più mi rattrista, quella in cui gli animali vengono sacrificati in nome della scienza.
Il giorno successivo, dopo nove ore di guida, ero di nuovo a casa.
Il foglio che avevo scritto vicino al fiume conteneva i seguenti dati:
Data: 11 aprile 2008
Località: Venezuela, Stato di Apuro, Parco Nazionale Cinaruco Capanaparo, Caño La Pica, Tributario del fiume Capanaparo.
Temperatura: 28.3 °C
pH: 5.2
Contenuto di ferro: meno di 1 ppm
Substrato: sabbia giallognola, meno di 2 mm di diametro, con basso contenuto di limo
Piante acquatiche: Ludwigia inclinata (varietà: verticillata), Ludwigia sedoides
Metodo di cattura: due retini per acquari di medie dimensioni
Nome di chi ha effettuato la raccolta: Ivan Mikolji
Alcuni mesi dopo, ho consegnato gli esemplari raccolti a Carlos DoNascimiento, professore al Dipartimento di Biologia dell’Università di Carabobo ed ex-studente del professor Francisco Provenzano, chiedendogli di analizzare gli esemplari.
Molto gentilmente, mi ha inviato i seguenti dati per confrontare le due specie:
Hemigrammus “mezzo rosso” | Hemigrammus stictus | |
Raggi dorsali | 11 | 11 |
Raggi anali | 25 | 26-31 |
Scaglie laterali | 33 | 33-35 |
Scaglie linea laterale | 9 | 15 |
Scaglie trasverse sopra linea laterale | 6 | 6 |
Scaglie trasverse sotto linea laterale | 4 | 4 |
Scaglie predorsali | 10 | 9-11 |
Denti premascellari interni | 5 | 5 |
Denti premascellari esterni | 2 | 2-3 |
Denti mascellari | 2 | 2 |
Con questi rislutati è possibile fare qualche ipotesi molto più accurata. Carlos DoNascimiento mi ha detto che se fosse stato possibile raccogliere un numero maggiore di esemplari e tutti questi avessero avuto uno numero di scaglie della linea laterale sempre inferiore e sempre il colore rosso fino a metà della pinna dorsale, sarebbe possibile avere sufficienti caratteristiche per avere una nuova specie, diversa da stictus, ma molto vicina.
Mi ha anche detto che per essere ancora più sicuri di avere una nuova specie sarebbe utile una comparazione con altre forme di stictus, da tutti i tributari del bacino dall’Apure all’Essequibo.
Alla fine di una tale indagine, si potrebbe arrivare ad avere varie specie di Hemigrammus simili da differenti aree.
Concludendo, ho compreso che identificare correttamente un pesce non è facile e determinare una nuova specie è molto complesso.
Il tempo e lo sforzo che tutte queste persone hanno impiegato nelle ricerche scientifiche in tutto il mondo è enorme ma poco conosciuto nell’hobby acquariofilo.
Uso frequentemente materiali scientifici per trovare specie rare in natura; poiché questi materiali contengono informazioni precise e accurate, sono come una sorta di “mappa del tesoro” che mostrano la “X” per tutte le specie descritte che ospitiamo nei nostri acquari.
Tutte queste pubblicazioni consentono alla gente di prendere i pesci che poi osservano a casa.
Sono sicuro che dopo la pubblicazione di questo articolo qualcuno lo leggerà e andrà a raccogliere Hemigrammus “mezzo rosso” e lo renderà disponibile nel commercio acquariofilo.
Questo articolo è stato pubblicato su:
– Tropical Fish Hobbyist Magazine – Marzo 2010
Articolo ed immagini: © Ivan Mikolji www.mikolji.com
Tutti i diritti sono riservati. L’articolo non può essere riprodotto, copiato, distribuito o usato senza l’esplicita autorizzazione scritta di Ivan Mikolji.