Vediamo ora un paio di tipi di filtro interno, meno diffusi ma con alcune caratteristiche peculiari.
Filtri interni compatti
Esistono anche altri tipi di filtro interno, evoluzioni delle black-box nate per rendere meno ingombrante il filtro interno.
Lo svantaggio delle piccole dimensioni è una scarsa capacità filtrante: spesso, infatti, questi filtri sono dotati solo di spugne.
Il filtraggio meccanico sarà buono ma il filtraggio biologico sarà molto limitato, anzi: se saremo costretti a pulire la spugna inevitabilmente laveremo via anche i (pochi) batteri lì insediati.
Un altro svantaggio di questi filtri è la quasi totale mancanza di flessibilità: è difficile cambiare i materiali filtranti (ad esempio aggiungere cannolicchi o mettere carboni attivi) e solitamente si è vincolati ai ricambi specifici.
L’evoluzione è quindi incompleta: se da un lato abbiamo un avanzamento dal punto di vista della compattezza e dell’estetica, dall’altro si perde in mera capacità filtrante.
Consci di questo limite, tuttavia, è possibile pensare ad un allestimento nel quale questa tipologia di filtro può essere utile: l’acquario riccamente piantumato con poco carico organico; in tal caso il filtraggio biologico è affidato alle piante; il filtro compatto si occuperà soprattutto del filtraggio meccanico e del ricircolo dell’acqua!
Filtro ad aria
Un tipo particolare di filtro interno è quello ad aria: viene solitamente ignorato, eppure è degno di nota per alcuni allestimenti, come vedremo alla fine della pagina.
Il filtro solitamente si presenta così…
… ovvero una o più spugne collegate ad un tubo verticale.
Principio di funzionamento del filtro ad aria
All’interno del tubo verticale viene soffiata dell’aria per mezzo di un normale aeratore (il filtro non è dotato di una sua pompa); le bolle d’aria salgono lungo il tubo verticale e trascinano con sé l’acqua, che viene aspirata attraverso le spugne. I detriti rimarranno bloccati in queste ultime, mentre l’acqua filtrata, mista ad aria, tornerà nell’acquario.
Ecco uno schema di funzionamento:
Vantaggi e svantaggi dei filtri ad aria
Il principale vantaggio di questo tipo di filtro è la semplicità.
È possibile costruirsene uno da soli con pochi euro: servono solo una o due spugne e alcuni pezzi di tubo. In alternativa, ci sono filtri ad aria già pronti, in vendita a meno di 10 euro.
Le capacità di filtraggio biologico sono piuttosto buone: la presenza di due spugne (o una sola spugna divisa in due parti) permette di lavarne una sola quando necessario. Alternando la pulizia
delle spugne (o delle parti di spugna) una buona quantità di batteri resterà sempre nella parte non lavata.
Il filtraggio meccanico è scarso, il movimento dell’acqua è troppo modesto per attirare verso le spugne le particelle grossolane: questo il principale svantaggio dei filtri ad aria.
Tuttavia, da un diverso punto di vista torna come un vantaggio, se sono presenti avannotti o piccoli invertebrati (ad esempio, baby Caridina): il filtro ad aria difficilmente riuscirà a dar loro fastidio.
Il filtro ad aria è quindi una buona soluzione quando si ha bisogno di smaltire un discreto carico organico, minimizzando i costi e massimizzando l’efficienza.
Questo è particolarmente vero nel caso si abbiano più acquari vicini: usando un solo aeratore, con i dovuti snodi, è possibile alimentare più filtri ad aria!