Satanoperca daemon in natura

Traduzione dell'articolo "Three Spotted Eartheaters Satanoperca daemon in the wild" di Ivan Mikolji.

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Vi presentiamo il terzo articolo in traduzione frutto della collaborazione con il mitico Ivan Mikolji, che ringraziamo.
Come detto, terzo articolo e terzo ciclide!
Questa volta la specie oggetto del nostro interesse è più inusuale, per quanto estremamente diffusa in natura: tuffiamoci quindi alla scoperta del Satanoperca daemon.

Satanoperca daemon
Satanoperca daemon, Ivan Mikolji / 2014.

Satanoperca daemon in natura

In natura alcuni pesci sono più diffusi di altri.
Satanoperca daemon è molto comune nella maggior parte dei corsi d’acqua al di sotto del fiume Apure, in Venezuela. I locali li chiamano “Faccia di Cavallo” o “Aspira Terra”.
In acquariofilia sono conosciuti come col nome inglese di “Three Spotted Eartheaters” (letteralmente: Pappaterra a tre macchie – NdT); prendono il nome dalle tre macchie nere che possono essere notate sul loro corpo, due lungo la linea laterale e una sul peduncolo caudale.
Per me S. daemon è semplicemente magnifico. Sono l’esempio vivente di come la morfologia e il comportamento dei pesci si adattino per sfruttare particolari nicchie biologiche e colonizzare con successo specifiche aree dei corsi d’acqua; nel loro caso, il fondo.

Panoramica di un corso d'acqua chiara, Venezuela.
Panoramica di un corso d’acqua chiara, Venezuela.

Pur essendo estremamente facile osservare S. daemon in natura, di contro, è molto difficile fotografarlo. Scattare foto “daemonfavolose” che li ritraggano è complicato perché sono pesci abbastanza timidi e non si avvicinano molto.
Quando provi ad approcciarli o a entrare nel loro territorio, semplicemente nuotano via. Come cercare di attaccare due magneti dallo stesso polo. Mantengono sempre la stessa distanza, di circa tre o quattro metri. Ho provato a fregarli varie volte per ritrarli degnamente, ma con poco successo.
Neanche nascondersi dietro a piante o rocce si è rivelata essere un’opzione percorribile perché S. daemon risiede in spazi aperti, su banchi di sabbia, con piante acquatiche molto basse o completamente assenti. Le rocce, invece, banalmente non sono presenti nel loro habitat, e, dove invece ci sono, hanno le dimensioni di un campo da calcio, o più grandi ancora, rendendole inutili come nascondiglio.
Gli unici scatti ravvicinati che sono riuscito a fare sono stati possibili solo nascondendomi dietro a tronchi caduti, mentre le altre immagini sono state semplicemente scattate da lontano. Più i pesci sono lontani dalla fotocamera, più le foto sembreranno sfocate e intorbidite. Per trovare immagini di S. daemon ho dovuto vagliare migliaia di scatti salvati nei miei dischi fissi, perché presumibilmente sono stati fotografati in più dell’80% delle nostre spedizioni.
Sono stati ritrovati in una gran varietà di habitat a causa della loro ampia distribuzione. Li ho osservati personalmente vivere in acque nere, verdi, blu e limpide. È abbastanza inusuale guardare così tanti e differenti toni di colore quando ci si riferisce ad una sola specie di pesce.

Satanoperca daemon

Satanoperca daemon è uno dei pesci che ho osservato più spesso in natura durante gli anni. Questo è perché presente nella maggior parte dei corsi d’acqua che abbiamo esplorato.
I giovani Pappaterra amano combattere tra loro. In natura si possono spesso osservare mentre litigano. Si afferrano l’un l’altro per la bocca e iniziano a scuotere vigorosamente il corpo. Poi nuotano attorno all’avversario, sventolando le pinne e protrudendo gli opercoli.
Si tratta di uno spettacolo eccitante da osservare perché non arrivano a ferirsi e, quando si stancano, riprendono a nuotare vicini come una famiglia. Sembra più un momento giocoso che uno scontro per delineare gerarchie o territori. Gli esemplari più vecchi non combattono, hanno legami sociali molto solidi e sono estremamente pacifici, tra loro e con le altre specie.
È molto raro vederli da soli. Di solito vivono in coppie o piccoli banchi, anche con più di otto individui.
Questi pesci amano la luce del sole. Se c’è un punto illuminato nel fiume, loro si troveranno lì, a crogiolarsi.

In natura, S. daemon passa il tempo filtrando i fondali dei fiumi.
Domanda: cosa ottenete quando incrociate un pesce con una aspirapolvere e uno spazzaneve? Risposta: un Satanoperca daemon, il Three Spotted Eartheater.
S. daemon non si ritrova in fiumi, o nelle porzioni degli stessi, caratterizzati da forte corrente. I corsi d’acqua che popola hanno differenti tipologie di substrato di fondo a seconda della località, ma con vari “ingredienti” in comune. Anni di esperienze sul campo mi hanno insegnato a riconoscerne la composizione con esattezza, e posso affermare che sono facilmente riproducibili in casa.
La ricetta potrebbe essere la seguente: per fare uno stufato di fondo del Sud dell’Orinoco si ha bisogno di molta sabbia silicea, piccole foglie e rametti in decomposizione, alghe, uno spruzzo di materiale fecale di pesce appena evacuato, piante acquatiche tritate finemente (masticate funzionerebbero ancora meglio) e un pizzico di fango. Quindi mescolare tutto assieme e lasciar sedimentare e riposare per 48 ore a 30 °C prima di servire.
Per fare la versione del Nord dell’Orinoco basta sostituire circa il 15% della sabbia silicea con argilla giallo pallido o color avorio.

Quindi S. daemon mangia delizioso stufato di fondo? Non esattamente. In realtà si nutre dei microorganismi che vivono, si alimentano, si riproducono o si nascondono all’interno o sopra lo “stufato”.
Si può affermare che il menu bentonico privo di glutine di S. daemon consista di microcrostacei, perifiton, piccoli vermi, larve di insetti acquatici, tra i quali coleotteri e ditteri, piccolissimi pesci e uova di pesci.
S. daemon non si ciba, come invece fa la maggior parte degli altri pesci, degli insetti che cadono in acqua. Questo è dovuto alla loro morfologia. La loro bocca specializzata, protrattile verso il basso, è specificatamente progettata per aspirare il substrato, filtrare ciò che è considerato edibile, e poi liberarsi o espellere il resto dello “stufato” attraverso le aperture degli opercoli. È comprensibile che a volte si confondano e ingoino un po’ dello “stufato” stesso, ma non è certo la loro fonte primaria di cibo.

Il Three Spotted Eartheaters è un pesce bentonico. Non ci sono sorprese, e ciò rende la pianificazione di un acquario molto più semplice. È facile trovarli perché saranno sempre attaccati al fondo.

Se volessi ricreare un acquario basato sul bacino del fiume Orinoco, S. daemon sarebbe uno dei primi pesci a cui penserei. È un comune denominatore tra la fauna ittica di tutta l’area. Pianificare un acquario con un pesce così prevedibile è decisamente conveniente. Niente sorprese, si sa che avrà interazione principalmente col fondo dell’acquario.
Per allevarli con successo è necessario una vasca grande, più è lunga meglio è.
Vi racconto come l’ho concepito, così, mentre scrivevo.
Il mio acquario dei sogni sarebbe lungo 2 metri o più, 40 cm o più di larghezza, e alto 50 cm o più. Aggiungerei poi almeno 10 cm dello “stufato” menzionato prima, modificando il mix in questo modo: il 50% della sabbia silicea sarebbe bianca con granulometria di circa 3mm, il 30% sarebbe invece più fine, mentre il 20% finale sarebbe della sabbia di fiume finissima color bronzo. Non userei un filtro sottosabbia.
L’arredo sarebbe estremamente semplice. Sono sempre stato un sostenitore del porre estrema attenzione nelle parti che costituiscono le fondamenta dell’acquario piuttosto che nelle decorazioni. Aggiungerei un po’ di foglie sbriciolate a formare un letto, non troppo esteso, al di sopra del fondo. Includerei un lungo e stretto pezzo di driftwood, inclinato con un angolo di 45 gradi, nel retro dell’acquario. Cercherei di lasciare quanto più spazio aperto sul fronte dell’acquario, libero, affinché i S. daemon possano nuotare facendo gruppo (sì, sono ciclidi da banco) e filtrare il substrato. Se il legno è posto inclinato, avrà meno contatto con il fondo e lascerà più spazio ai pesci per mostrare i loro incredibili comportamenti.
Non aggiungerei nessuna roccia in un setup per una vasca sul fiume Orinoco, in quanto sono sostanzialmente assenti in tutto il bacino. Manterrei filtrazione e corrente al minimo, più diffuse e deboli possibile. Ricordate, saranno loro a sifonare naturalmente il fondo ed a far sì che i rifiuti raggiungano il filtro.
La luce sarebbe discretamente intensa sull’80% della superficie dell’acquario. Cercherei di trovare dei lunghi e fini tubi LED, per fissarli agli angoli di una copertura in legno, posta al di sopra dell’acquario. Questo per far sì che la luce ricrei l’effetto dei raggi del sole che bucano l’acqua, con la stessa angolazione del pezzo di legno. Questi fasci di luce rifletterebbero i detriti alzati dai S. daemon durante l’alimentazione, creando un effetto backscatter (altresì noto come effetto retrodiffusione – NdT); meraviglioso! Al solo pensarci mi vien da sorridere.
L’idea di avere un inquilino dell’acquario che costantemente interagisce, cambia e movimenta qualcosa di immobile e inerte come il fondo è semplicemente incredibile. Per altro, essere in grado di seguire il flusso dell’acqua e le particelle in movimento attraverso fasci di luce, è altrettanto incredibile. Osservare i detriti non sarà mai più divertente e interessante di così.
Ci sono tre regole chiave per mantenere al meglio S. daemon in acquario. Prima di tutto è necessario che l’acqua sia tenera e acida, con pH sotto al 6. Successivamente il KH deve essere inferiore a 30 mg/L (ppm), e il GH inferiore a 20 mg/L (ppm); ma il segreto più importante riguarda la temperatura: S. daemon preferisce acque calde e non vive bene al di sotto dei 26 °C. 29 °C è la temperatura ottimale.

I compagni di vasca che terrei in considerazione sarebbero grandi abbastanza da non essere mangiati e, allo stesso tempo, non dovrebbero competere o disturbare il loro mondo sommerso tutto da filtrare.
CorydorasApistogramma e tutti gli altri ciclidi o pesci gatto di fondo sono fuori questione.
MesonautaPterophyllum o qualsiasi altro ciclide che occupi la zona centrale della colonna d’acqua sono ben accetti.
Anche grandi tetra da banco potrebbero abitare il lungo acquario e aiuterebbero a donare un po’ di movimento alla parte superiore della vasca.
Aggiungerei poi uno o due grandi Pleco per ridurre al minimo il lavoro di pulizia dei vetri (noi di Acquario.top abbiamo a cuore la vostra salute fisica e consigliamo, invece, di armarvi di raschietto e olio di gomito – vedi nota sotto – NdT).

Come cibo di riferimento somministrerei a S. daemon lombrichi, piccoli crostacei, inclusi gli economici Glass Shrimp (Palaemonetes paludosus, un gamberetto dulciacquicolo nordamericano – NdT) e, naturalmente, poco alla volta, cercherei di abituarli a mangiare dei fiocchi, o qualsiasi altro cibo secco commerciale, includendo anch’esso nella dieta.

Wow, penso proprio che allestirò un acquario biotopo per Satanoperca daemon, suona così semplicemente sofisticato!

Questo articolo è stato pubblicato su:
– Practical Fishkeeping Magazine – Settembre 2014


Nota sui Pleco

Vi esortiamo a pulire i vetri, se necessario, senza l’aiuto dei Pleco. Questi pesci (come tutti gli altri) hanno bisogno di cure e alimentazione specifiche e le sole alghe sui vetri non saranno sufficienti.

È vero che con le luci puntate “di traverso”, come suggerito da Ivan Mikolji, i vetri saranno un posto più favorevole per lo sviluppo algale, tuttavia non è molto realistico attendersi che saranno sufficienti per il mantenimento di questi pesci.
Anche se mangiano alghe, non possono essere definiti, né sono, “pulitori” e le alghe sui vetri non sono adeguate come unico alimento.


Articolo ed immagini: © Ivan Mikolji www.mikolji.com
Tutti i diritti sono riservati. L’articolo non può essere riprodotto, copiato, distribuito o usato senza l’esplicita autorizzazione scritta di Ivan Mikolji.