La Legge del Minimo in Acquario
Anche le piante acquatiche hanno bisogno di vari elementi nutritivi per crescere. Alcuni sono già presenti nell’acqua, come l’acqua stessa, l’ossigeno o l’idrogeno. Altri invece possono essere presenti per qualche motivo (nell’acqua di riempimento, nel fondo, nel mangime…), altri ancora bisogna inserirli con la fertilizzazione.
Per avere lo sviluppo delle piante è necessario che siano disponibili, in un modo o nell’altro, tutti gli elementi di cui hanno bisogno.
Immaginiamo di voler mettere dell’acqua nel barile di Liebig: per poterne mettere, è necessario che tutte le doghe abbiano una certa altezza, nessuna può essere a zero.
Possiamo applicare la Legge in vari contesti, di seguito quelli più comuni.
Le piante sono bloccate
Se le piante sono bloccate, significa che c’è almeno un elemento mancante, che ne impedisce lo sviluppo. Per sbloccare la situazione sarà quindi necessario andare alla ricerca del fattore limitante, ovvero di questo elemento mancante.
Innanzitutto possiamo scartare quegli elementi che sappiamo essere presenti, ad esempio perché ne abbiamo testato la presenza o perché sappiamo di averli messi.
Esempio
Supponiamo di aver misurato i nitrati ad un valore medio-alto e che il test sia buono: se le piante sono bloccate, non sarà necessario provare ad aggiungere nitrati, poiché sappiamo che ci sono.
Esempio
Supponiamo di aver somministrato una buona dose di fosfati: se le piante rimangono bloccate, quasi sicuramente non è il fosforo a fare da fattore limitante, poiché c’è – ce l’abbiamo messo noi!
Dopodiché si può cominciare a somministrare un elemento alla volta, controllando tra la somministrazione di un elemento e l’altro la risposta delle piante.
Se osserviamo che la situazione migliora, abbiamo trovato il fattore limitante!
Nel caso si voglia fare questa ricerca, è fondamentale somministrare un elemento alla volta.
Se venissero somministrati più elementi contemporaneamente, lo sblocco delle piante ci direbbe che è stato sì trovato il fattore limitante, ma sarà impossibile capire quale.
Evitare eccessive fertilizzazioni
La Legge del Minimo ci dice che l’abbondanza di alcuni elementi non è utile alle piante, poiché la loro crescita non è influenzata da questi eccessi. Pertanto, questo suggerisce che è inutile effettuare abbondanti fertilizzazioni: tutto quello che è in più, è sostanzialmente inutile.
Sarebbe come alzare le doghe più alte del barile di Liebig: è fatica poco utile, meglio concentrarsi nell’alzare quelle più basse.
Purtroppo, tra i fattori limitanti per le piante, ci sono anche luce e anidride carbonica (CO2).
Posto anche di fertilizzare con tutti i concimi a disposizione, ci saranno comunque questi paletti a limitare la crescita e, dunque, a rendere inutili queste copiose somministrazioni di concimi.
È perciò importante fertilizzare il giusto, affinché le piante siano in salute e non bloccate, ma senza eccedere.
Controllare la crescita delle piante
Conoscendo la Legge del Minimo, è possibile limitare la presenza di alcuni nutrienti per controllare la crescita delle piante.
Si può infatti andare ad agire sulla presenza, ad esempio, dei macroelementi (azoto e fosforo, soprattutto) per limitare la crescita delle piante.
Si agisce su questi macroelementi poiché le loro carenze sono facili da vedere sulle piante e poiché sono facilmente misurabili – i test per nitrati e fosfati sono piuttosto comuni, economici e facili da usare.
L’utilità di questa limitazione è sostanzialmente in due casi:
- si hanno specie infestanti come le galleggianti e si vuole evitare di rimuoverle continuamente, pur garantendo loro un certo ritmo di crescita;
- si hanno specie esigenti e si vuole controllare meglio la presenza di oligoelementi.
Ebbene, limitando i macroelementi andiamo ad imporre una velocità di crescita alle piante: è come se nel barile di Liebig avessimo il controllo dell’altezza delle doghe più basse, regolandola come più ci piace.
In particolare, nel caso 1. andiamo a limitare grossolanamente la crescita e l’invasività delle piante; nel caso 2. limitiamo la crescita per diminuire così le esigenze di oligoelementi da parte delle piante più esigenti, rendendoci più facile la loro coltivazione.