Il Neon Cardinale – Paracheirodon axelrodi – in natura

Traduzione dell'articolo "Cardinal Tetras Paracheirodon axelrodi in the wild" di Ivan Mikolji.

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Inauguriamo il nuovo anno con un articolo che ci parla di un pesce diffusissimo in acquariofilia, il Neon Cardinale (Paracheirodon axelrodi), pesce che purtroppo solitamente finisce in bocce, acquarietti microscopici con fondi di sassi enormi e colorati o altri allestimenti inadeguati, “tanto costa poco e si trova ovunque”.

Proponiamo, quindi, la traduzione di un articolo di Ivan Mikolji, che ci mostra l’ambiente naturale in cui vive il Neon Cardinale, con il suo ciclo delle stagioni e la sua descrizione accurata.
Questo dovrebbe suggerirci come allestire un acquario adeguato per i nostri pesci, ovvero informandoci anzitutto in maniera approfondita sugli ambienti naturali e ricreandoli, per quanto possibile, nei nostri allestimenti.


Il Neon Cardinale – Paracheirodon axelrodi – in natura

Paracheirodon axelrodi è conosciuto dagli acquariofili come Neon Cardinale ed è uno dei pesci tropicali più popolari negli acquari. La maggior parte di chi ha avuto un acquario d’acqua dolce quasi sicuramente ne ha tenuto almeno uno o, come nel mio caso, in un qualche momento ne ha avuti un banco da cinquecento in un grande acquario.
A mio parere, un bell’acquario piantumato con un gruppo di Neon Cardinale è probabilmente uno dei più attraenti allestimenti d’acqua dolce.

Ogni anno centinaia di migliaia di Neon Cardinale vengono catturati in natura in Colombia, Brasile e Venezuela e quindi esportati in tutto il mondo. Ma nonostante la loro diffusione nell’hobby acquariofilo, poco si sa sul loro habitat naturale e sul loro comportamento in natura.
Spero che le informazioni e le immagini in questo articolo possano guidare gli appassionati interessati a ricreare gli habitat naturali a dare a questo pesce il giusto allestimento.
Tutti questi dati possono aiutare anche a dare una più ampia visione su come tentare di riprodurli; in più, ci sono alcuni suggerimenti che possono aiutare nello scattare foto di acquari.

In natura, i Neon Cardinale vivono in piccoli corsi con lento movimento d’acqua. L’acqua è solitamente piuttosto chiara, fino ad essere talvolta cristallina, non essendoci molto limo presente.
Ho effettuato alcune misure, che riporto: pH sempre sotto il 6.5, anche fino a 5.5 e temperatura tra i 23 e i 26 °C.

Questi rivoli sono normalmente ombreggiati dalle dense chiome degli alberi, che mantengono l’acqua ad una temperatura costante e mediamente bassa, se confrontata con le temperature esterne che sono sempre comprese tra i 28 e i 33 °C.
Questo aiuta anche a evitare l’evaporazione dell’acqua, non facendo prosciugare i rivi.
Il fondo e le sponde sono quasi sempre di sabbia silicea.

Sono sempre presenti piante acquatiche o terricole negli habitat dei Neon Cardinale, i quali usano queste piante per nascondersi da potenziali predatori.
Le piante e le loro foglie fungono inoltre da “trappola” per la materia organica mossa dalla corrente e i Neon Cardinale si nutrono in questo deposito.
Le piante acquatiche sono sempre di colore giallognolo, poiché riescono a diventare verdi solo dove la luce del Sole riesce a passare la fitta volta di fogliame una decina di metri più in alto.
Quando qualche raro raggio di luce riesce a penetrare l’acqua, crea un effetto mozzafiato che chiamo effetto Lucanus, che prende il nome da Oliver Lucanus, che mi ha introdotto alla video-fotografia subacquea e mi ha mostrato questo effetto particolare.

Questo effetto assomiglia a quello di un faro teatrale che illumina un pesce sul palcoscenico. È difficile scattare una buona fotografia con effetto Lucanus: bisogna aspettare un sacco di tempo prima che un pesce decida di passare sotto al raggio di luce e, qualche volta, proprio quando il pesce decide di passare, una nuvola oscura il Sole e tutto è perso.
Bisogna ricominciare daccapo.

Probabilmente si può ricreare questo effetto anche in acquario, diminuendo l’intensità delle luci normali e aggiungendo una o più fonti luminose a spot (oppure delle torce), puntandole dove si vuole scattare la foto.
Se l’acqua è troppo limpida per evidenziare il raggio di luce, si può smuovere leggermente il fondo per far aleggiare un po’ di particelle che possono quindi riflettere la luce.

Paracheirodon axelrodi
Paracheirodon axelrodi in gruppo nel loro ambiente naturale.

I Neon Cardinale, in natura, sono piuttosto socievoli con gli umani. Possiamo infatti avvicinarci abbastanza a loro prima che inizino a scappare via.
In alcuni corsi d’acqua, se si sta fermi per uno o due minuti, iniziano a nuotarti attorno e a mordicchiarti la pelle. Hanno una particolare preferenza per il sapore delle orecchie e delle labbra e questo mi rende difficile concentrarmi nel filmare e fotografare. Si potrebbe pensare che un Neon Cardinale non possa poi mordere così tanto, ma se ne hai venti o trenta che ti rosicchiano ovunque per un paio d’ore, puoi essere sicuro che li senti eccome!
Mi metto sempre a ridere, pensando che dovrebbero essere classificati tassonomicamente come delle piragna!

Monocirrhus polyacanthus e un gruppo di Paracheirodon axelrodi
Monocirrhus polyacanthus e un gruppo di Paracheirodon axelrodi nel loro ambiente naturale.

Ci sono due stagioni nell’Orinoquia (bacino dell’Orinoco) meridionale del Venezuela, ovvero quella secca e quella delle piogge.
Ogni anno i fiumi e i corsi d’acqua in quest’area seguono un pattern che influenza l’habitat e la vita dei Neon Cardinale.

Nella stagione secca, che solitamente comincia a ottobre-novembre, la portata e il livello di questi corsi d’acqua raggiungono i valori minimi, che sono da uno a sei metri di larghezza e quasi due metri di profondità (profondità media poco meno di un metro). In questo periodo dell’anno i Neon Cardinale sono già di dimensioni medie, ovvero attorno ai 2-2.5 cm di lunghezza. Poiché i corsi d’acqua si restringono per il ridotto volume d’acqua, i pesci vengono confinati lungo il canale principale e qui si possono vedere numerosi gruppi.
Ho notato che in questo periodo diventano pesci che vivono sempre sul fondo: poiché la corrente d’acqua non riesce a portare via le foglie e i rami che cadono in inverno, il fondo del fiume si riempie di uno spesso strato di foglie, che diventa la casa della stagione secca dei Neon Cardinale. È possibile vederli sul fondo, senza formare banchi, e sembrano tutti statici, quasi fossero in modalità risparmio energetico. Il fondo diventa quasi come un tappeto marrone con sparsi sopra dei brillantini rossi.

Molti loro predatori, come il Pesce Foglia (Monocirrhus polyacanthus), che normalmente caccia in superficie, devono cambiare le loro abitudini e spostarsi verso il fondo.
Altri pesci, invece, che solitamente condividono il livello di nuoto dei Neon Cardinale, come Hemigrammus stictus, non cambiano le loro abitudini e continuano a stare nella parte alta del corso d’acqua.
Altri predatori dei Neon Cardinale possono essere i Peacock Bass (Cichla sp.), Hoplerythrinus unitaeniatus, Potamorrhaphis guianensis e l’onnipresente Hoplias malabaricus.

Alla fine della stagione secca, quando inizia a piovere, la maggior parte dei Neon Cardinale supera i 3 cm di lunghezza.

Paracheirodon axelrodi
Fotografia subacquea di Paracheirodon axelrodi che nuota davanti a rifiuti presenti nell’ambiente naturale.

Durante la stagione delle piogge, i corsi d’acqua si ingrossano a causa delle piogge abbondanti. Le acque, profonde meno di un metro, aumentano fino a tre metri di profondità e la corrente diventa più forte, facendo esondare i fiumi nella giungla.
Tutto il tappeto di foglie è spazzato via dalla corrente, lasciando in mostra la sabbia silicea: questa è la stagione riproduttiva per i Neon Cardinale. In questo periodo dell’anno, sono di dimensioni jumbo, tra i 3 e i 3.5 centimetri di lunghezza.

Tornano a vivere a livello d’acqua medio-superficiale e a stare in banco, abbandonando i corsi d’acqua principali e avvicinandosi alle rive, nuotando tra le radici e la vegetazione ora sommersa.
In questa stagione non escono mai negli spazi aperti. Il banco di Neon Cardinale ogni tanto fa un pit stop dove vedono del cibo, lo mangiano e quindici secondi dopo ripartono a nuotare fino alla prossima sosta, qualche metro più in là.
Durante il giorno, i banchi sono di dimensioni modeste, fra i cinque e i quindici individui mentre dal tardo pomeriggio in poi, un paio d’ore prima del tramonto, questi gruppetti iniziano a riunirsi, fino a formare banchi da quaranta-cinquanta esemplari.

Paracheirodon axelrodi
Paracheirodon axelrodi in gruppo nel loro ambiente naturale.

Paracheirodon axelrodi è un pesce piuttosto distaccato dalla natura selvaggia: non cerca di imitare o fondersi nell’ambiente che lo circonda.
Pur essendo così piccolo, lo si può individuare da sei-sette metri di distanza e anche da più lontano, se il Sole lo illumina.

Secondo me è il re del colore in natura.


Articolo ed immagini: © Ivan Mikolji www.mikolji.com
Tutti i diritti sono riservati. L’articolo non può essere riprodotto, copiato, distribuito o usato senza l’esplicita autorizzazione scritta di Ivan Mikolji.