Oggi vi parleremo dell’Apistogramma trifasciata, uno degli Apistogramma più tranquilli ma allo stesso tempo più belli. Insomma, la specie ideale per i neofiti del genere.
Studieremo la loro distribuzione in natura e il loro habitat per poi capire come allevarli al meglio nelle nostre vasche. Buona lettura.
Distribuzione in natura di Apistogramma trifasciata
Apistogramma trifasciata ha una distribuzione relativamente ampia, fra Brasile, Paraguay e Argentina. Nel dettaglio, si estende dal Rio Guaporé (Brasile, Bolivia) fino al Rio Paraguay, lungo tutta l’estensione di questo fiume.
In natura sono presenti diverse popolazioni con diverse morfologie.
Per distinguere queste forme si è adottato il codice alfanumerico DATZ (assegnatoli dall’omonima rivista tedesca).
I codici assegnati sono:
- A204 per le popolazioni provenienti dalla zona nord del Pantanal, particolarmente dal tratto brasiliano del Rio Paraguay,
- A205 per le popolazioni argentine del Rio Paraguay,
- A206 per il cf. trifasciata provenienti dal Rio Guaporé, Bolivia e Brasile.
In aggiunta a questi, c’è l’A. trifasciata “Maciliensis”, non ancora classificato in DATZ, proveniente dai laghi del Rio Guaporé nel tratto brasiliano-boliviano.
Habitat naturale di Apistogramma trifasciata
Apistogramma trifasciata (come gran parte dei ciclidi nani sud-americani) abita i corsi d’acqua minori e le anse calme dei corsi principali, dove la visibilità è scarsa (si parla di acque chiare e raramente anche di acque bianche).
Un’altra caratteristica del suo habitat naturale è il fondo che è costituito solamente di sabbia finissima, infatti questo ciclide nel corso del tempo si è adattato a vagliare il substrato in cerca di cibo raccogliendolo con la bocca ed espellendo dalle branchie la parte non commestibile.
Dimorfismo sessuale
Come in tutti gli Apistogramma, il maschio è notevolmente più grande della femmina e presenta colori sgargianti.
In particolare, in periodo non riproduttivo, le estremità della dorsale del maschio vireranno sul rosso, con una livrea caratterizzata da iridescenze blu metallico; la femmina avrà invece una livrea abbastanza neutra.
In periodo riproduttivo, invece, la femmina assumerà una colorazione prettamente gialla, interrotta solamente dal nero intenso della banda laterale.
Un’altra evidente differenza sono gli allungamenti dei primi 3-4 raggi della dorsale (anche per quasi 20 mm) e delle pinne anali fino all’attacco della caudale nel maschio.
Quest’ultima differenza a volte può essere fraintesa: infatti anche le femmine possono presentare allungamenti delle ventrali che si limitano però all’attacco anteriore della pinna anale.
Comportamenti tipici
Apistogramma trifasciata, se paragonato ad altri ciclidi nani, risulta molto più tranquillo, motivo per cui rappresenta la specie ideale per chi è alla prima esperienza con gli Apistogramma.
Riproduzione di Apistogramma trifasciata
Per stimolare la riproduzione sarà sufficiente ridurre con gradualità i valori chimico-fisici dell’acqua aumentando, sempre gradualmente e contemporaneamente, la temperatura.
Molto influente è anche la conducibilità elettrica (che influisce anche sulla percentuale di schiusa), un valore tra i 120 e i 130 μS/cm andrà più che bene.
Quando la femmina sarà pronta assumerà una colorazione giallo intenso e si mostrerà al maschio inarcandosi di fronte a lui; in risposta, il maschio si esibirà con delle parate vibrando davanti a lei.
Quindi la femmina inviterà il maschio nel luogo di deposizione, usualmente un anfratto e, se ne avranno la possibilità, quasi certamente la femmina sceglierà una mezza noce di cocco (appositamente inserita e, volendo, camuffata con muschio o piante epifite), dove verranno deposte e fecondate tra le 20 e le 50/60 uova.
Una volta che i nuovi nati avranno raggiungo il nuoto libero, ovvero dopo che avranno esaurito il sacco vitellino, sarà quasi esclusivamente la femmina a prendersi cura della prole effettuando delle cure parentali, a mio avviso spettacolari.
La si potrà osservare mentre sposterà gli avannotti in varie zone della vasca difendendoli sempre, costantemente con una certa aggressività, come si potrà notare nel video che segue.
Il ruolo del maschio qui è secondario, infatti si limiterà a pattugliare le zone limitrofe del territorio accertandosi che non vi siano intrusioni da parte di caracidi o altri pesci in generale.
Per alimentare gli avannotti i primi tempi è bene preparare delle cisti di artemia da schiudere; potrebbe anche essere utile avere in vasca delle foglie in decomposizione che apportino microfauna.
Nel caso in cui non si riesca ad avere disponibilità di naupli si potranno utilizzare mangimi secchi, purché di taglia molto ridotta, come delle cisti decapsulate.
Comportamenti verso conspecifici e altri inquilini
Come già detto sopra tra i ciclidi nani è una delle specie più tranquille ma pur sempre di ciclidi si tratta. Per quanto riguarda i comportamenti tra conspecifici c’è da dire che i maschi tollerano a stento altri esemplari dello stesso sesso nel loro territorio, così come le femmine tollerano gran poco altre femmine nel loro.
I compagni di vasca ideali per gli Apistogramma in generale sono i così chiamati “dither fish“, ovvero i “pesci rassicuranti“, che essendo di taglia ridotta non predano gli avannotti.
Alcuni esempi: Copella spp., Nannostomus spp., Carnegiella spp. e affini, piccoli Hyphessobrycon.
Sono invece da evitare gli inquilini che popolano lo stesso livello di nuoto come Corydoras (anche qui con l’esclusione delle specie più piccole come i C. pygmaeus) e loricaridi in generale.
L’acquario per Apistogramma trifasciata
L’acquario per ospitare degli A. trifasciata dovrà prevedere un fondo di sabbia molto fine (nei negozi la si trova spesso con la dicitura “sugar size“) e molte piante a foglia larga, come specie di Echinodorus, che fungeranno da barriere visive e delimiteranno i territori.
Per l’hardscape è anche possibile utilizzare legni e rocce (rigorosamente non calcaree).
Ricordo che questa specie non vive in acque definite “black water”, quindi un’eccessiva ambratura non è richiesta.
Non potranno mancare delle mezze noci di cocco che verranno usate dalla coppia come siti di deposizione.
Dimensioni dell’acquario
Se tenuta una coppia in monospecifico, una vasca con una base di almeno 60×30 centimetri sarà sufficiente. Nel caso in cui si vogliano inserire altri coinquilini la vasca dovrà avere dimensioni maggiori.
La colonna d’acqua è secondaria poiché noterete che raramente si alzeranno più di 20/30 cm dal fondo.
Allestimento per Apistogramma trifasciata
Per creare un set-up ideale totalmente dedicato ad una coppia è bene dividere l’acquario in due territori offrendo molti ripari e barriere visive grazie all’utilizzo di legni e piante.
Questo offrirà alla femmina una zona tranquilla dove rifugiarsi nel caso in cui il maschio dimostri un’eccessiva aggressività.
L’utilizzo di piante galleggianti o piante tenute in semi-emersione è consigliato per creare zone d’ombra e mitigare la luce.
Parametri dell’acqua
Gli Apistogramma trifasciata abitano corsi d’acqua relativamente poco acidi, infatti per il mantenimento di esemplari selvatici un pH tra il 6,5 e il 7 con un KH attorno ai 4 dKH andranno più che bene.
L’abbassamento dei valori sopra citati favorirà la riproduzione.
Un altro accorgimento per far vivere meglio e di più i nostri pinnuti è adottare una stagionalità simile a quella che avviene effettivamente in natura lungo il bacino dei fiumi di provenienza.
Temperatura
Questi ciclidi, provenendo da fiumi relativamente meridionali, non sopportano molto bene alte temperature: tenerli sopra i 28/29 °C per periodi troppo lunghi non è salutare per loro. Ovviamente dovremo comunque assicurarci che la temperatura non scenda mai sotto i 20/21 °C.
Alimentazione
Per quella che è la mia esperienza posso dire che esemplari wild, anche dopo un periodo di ambientamento iniziale, continueranno ad essere restii ad accettare mangime secco, preferendo di gran lunga congelato e vivo.
Un’altra raccomandazione è quella di variare il più possibile la dieta integrando anche con vegetale come piselli sbollentati o zucchine questo perché in natura la loro dieta non è prettamente proteica come evidenziato in diversi studi [1].
Per quanto riguarda esemplari aquarium strain accetteranno i vari mangimi confezionati sin da subito (che dovranno comunque essere di buona qualità) somministrando però almeno un paio di volte alla settimana il congelato per avere una dieta bilanciata e il più varia possibile.
Tassonomia
Secondo l’ultima divisione in lineage/sublineage/group, fatta da Mike Wise con l’assistenza di Frank Hättich e Tom Christoffersen nel Novembre 2018, il gruppo dei trifasciata comprende due diverse specie.
All’interno del gruppo vi sono le seguenti specie:
- A. trifasciata, divisi a seconda della morfologia ovvero: A204, A205, A206, A. trifasciata “Maciliensis” (sprovvisto di codice DATZ);
- Apistogramma erythrura o A207 (ex sp. “Mamoré”) [2].
Ci sono tuttavia ancora dubbi, infatti sembrerebbe che l’A. trifasciata “Maciliensis” non sia altro che una diversa forma morfologica dell’Apistogramma trifasciata (e quindi che non esista un A. “Maciliensis”) e che l’A207 sia una specie a sé stante.
Le perplessità all’interno del gruppo sono causate dal fatto che A. trifasciata e A. “Maciliensis” abitino corsi d’acqua separati durante la stagione secca, ma che si uniscono quando i bacini esondano portando, quindi, le due specie ad incontrarsi.
Si è perciò ipotizzato che la discriminante morfologica, ovvero una banda laterale obliqua che parte dall’angolo dell’opercolo e raggiunge l’inizio della pinna anale, sia dovuta all’ambiente in cui questi pesci vivono.
Ordine: Perciformes
Famiglia: Cichlidae
Sottofamiglia: Geophaginae
Bibliografia
The Homepage of Martin and TomC
Apistogramma trifasciata su Fishbase
[1] López-Fernández H, Winemiller KO, Montaña C, Honeycutt RL. (2012). Diet-Morphology Correlations in the Radiation of South American Geophagine Cichlids (Perciformes: Cichlidae: Cichlinae). PLoS ONE 7(4): e33997. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0033997
[2] Staeck, Wolfgang & Schindler, Ingo. (2008). Apistogramma erythrura sp. n. – a new geophagine dwarf cichlid (Teleostei: Perciformes: Cichlidae) from the río Mamoré drainage in Bolivia. Vertebrate Zoology. 58
Römer, U. (2001). Cichlid Atlas: Natural History of South American Dwarf Cichlids
Crediti
Alcune foto sono Gianluigi Paravisi, che ringraziamo per averci consentito di usarle; queste foto non possono essere riutilizzate senza il permesso dell’autore.
Mappa Rio de la Plata [modificata]: By Kmusser – Own work, Elevation data from SRTM, drainage basin from GTOPO [1], all other features from Vector Map., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11713483
Mappa Rio delle Amazzoni [modificata]: By Kmusser – Own work using Digital Chart of the World and GTOPO data., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4753209