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Lampade fluorescenti in acquario

Star lamp

Le lampade fluorescenti o neon sono la tradizionale fonte di illuminazione per i nostri acquari. Si usano da svariati anni e, ancora oggi, nonostante la (giusta) insidia dei LED, continuano ad essere protagoniste.

Purtroppo, nonostante un lungo utilizzo, esistono ancora dubbi su queste lampade e lo scopo di quest’articolo è proprio quello di far chiarezza riguardo alle lampade fluorescenti, già a partire dal nome!

I neon

Iniziamo subito col dire che quelle che solitamente usiamo in acquario (ma anche negli uffici, nelle case etc) non sono lampade al neon, ma lampade fluorescenti.

Le vere lampade al neon emettono, infatti, un colore rossastro e sono solitamente usate o per le insegne…

Insegna fatta con luci al neon.

… o come indicatori:

Lampada al neon indicatrice nel pulsante della ciabatta.

Quelle che noi usiamo per illuminare sono lampade fluorescenti, chiamate in questo modo perché al loro interno è contenuto un vapore – solitamente di mercurio – che viene eccitato e delle sostanze, dette fosfòri, trasformano le emissioni luminose del gas in luce visibile.
Viceversa, nelle lampade al neon mancano i fosfori e si guarda direttamente l’emissione luminosa del gas eccitato. A breve guarderemo con maggior dettaglio la cosa.

Nel seguito dell’articolo talvolta useremo la dicitura neon, a causa dell’ormai diffusissimo uso improprio, ma con essa intenderemo le lampade fluorescenti!

Osservazioni di sicurezza sulle lampade fluorescenti

Facciamo una piccola deviazione dall’argomento principale, ma siccome accadono spesso questi inconvenienti… meglio precisare, perdendo qualche momento, per la sicurezza.

La prima osservazione è sugli UV-C. Esistono in commercio lampade UV-C sterilizzatrici, che sfruttano la pericolosità dei raggi UV per disinfettare superfici ed acque.
Queste lampade non vanno mai osservate, né accese, se non opportunamente isolate (per esempio, le lampade UV-C per sterilizzare l’acqua devono stare in un contenitore chiuso e sigillato). È facile identificare queste lampade poiché non hanno i fosfòri che ricoprono il tubo, che risulta quindi totalmente trasparente.

Lampada germicida. Notare il tubo trasparente, oltre alle indicazioni UV-C e al pittogramma che indica di non guardare la lampada.

Dunque se vediamo una lampada con il tubo trasparente, è quasi certamente una lampada UV-C e non va installata in acquario come fonte di illuminazione.
Ci sono stati casi di persone che hanno subìto danni permanenti poiché hanno sbagliato a prendere le lampade in negozio o online, specialmente facendo confusione con le lampade UV per rettili (ovvero sono state tratte in inganno dalla scritta UV, comune ad entrambe) o altre lampade.

Lampada UV-B per rettili. Non emette raggi UV-C, infatti non ha il tubo trasparente.

La seconda osservazione è sul mercurio e sui fosfòri. Sono sostanze tossiche e pericolose; per questi motivi le lampade danneggiate o esauste non vanno gettate nei rifiuti domestici (vetro o rifiuto non riciclabile) ma vanno conferite negli appositi punti di raccolta per consentire uno smaltimento in sicurezza e il recupero delle sostanze tossiche.
Va da sé che è bene evitare di aprire le lampade fluorescenti: non c’è nulla di interessante dentro.

Principio di funzionamento delle lampade fluorescenti

Entriamo un po’ nel dettaglio di quanto abbiamo appena detto sulle lampade fluorescenti.

Le lampade fluorescenti sono composte sostanzialmente da un tubo di vetro, di varie forme (lineare, attorcigliato, piegato a U, rotondo…), ricoperto internamente da una polvere, solitamente bianca, e con degli elettrodi alle estremità.

Il mercurio

Le lampade fluorescenti, per funzionare, contengono al loro interno una piccola quantità di mercurio a bassa pressione, assieme ad un gas inerte, solitamente argon, a riempire il tubo. Questo vapore viene eccitato dalla corrente elettrica passante attraverso il tubo: il mercurio eccitato emette luce. C’è un problema, però!
Il grosso della luce emessa dal mercurio è luce ultravioletta di tipo C (UV-C), che, oltre ad essere invisibile, ha effetti molto gravi sugli esseri viventi: può infatti causare gravissimi danni alla vista, tumori alla pelle, distruzione di tessuti animali e vegetali esposti.

Una lampada del genere sarebbe, per lo meno, inutile, quindi il tubo viene internamente ricoperto di sostanze, dette fosfòri, che convertono la totalità della luce UV-C emessa dal mercurio in luce visibile e del tutto sicura.
Questi fosfòri sono visibili come polvere bianca presente internamente ai tubi.

La centralina o ballast

Le lampade fluorescenti non possono funzionare collegandole direttamente alla presa della corrente.
Senza entrare nei dettagli tecnici del funzionamento delle lampade, è interessante sapere che la centralina deve fare sostanzialmente due operazioni:

  1. Innesco della lampada: la centralina deve ionizzare il vapore di mercurio lungo tutto il tubo; si potrebbe immaginare come un fulmine che percorre la lampada per tutta la lunghezza del tubo, da un capo all’altro. La tensione di rete (230 V) è infatti inadeguata per questo compito.
  2. Limitazione della corrente: il gas ionizzato in fase di accensione è considerabile quasi come un corto circuito (percorso a bassissima impedenza, direbbe un Elettrotecnico). Un corto circuito non è una bella cosa, dunque la centralina deve controllare che la corrente che passa lungo il tubo sia quella giusta, mantenendo la lampada accesa con una corrente limitata al valore appropriato.

I ballast sono solitamente delle scatolette presenti nella plafoniera o lungo il cavo di alimentazione e possono essere di due tipi, ferromagnetici o elettronici.

Centraline ferromagnetiche

Le centraline ferromagnetiche sono quelle di generazione più vecchia, meno costose e più semplici da costruire. Hanno lo svantaggio di essere pesanti e meno efficienti della controparte elettronica; possono inoltre far sfarfallare le lampade ed emettere lievi ronzii durante il funzionamento, oltre a poter richiedere più di un tentativo per l’accensione.

Centralina ferromagnetica.

Si identificano facilmente poiché hanno uno starter per ogni tubo alimentato dalla centralina, facilmente identificabile: è un cilindretto bianco con due piedini, evidenziato nella foto soprastante.

Starter.

Centraline elettroniche

Le centraline elettroniche, al contrario, sono quelle di più recente generazione e, a fronte di un costo leggermente maggiore, consentono una maggiore efficienza nel funzionamento e un’accensione più rapida delle lampade, solitamente con un solo tentativo. Le lampade alimentate elettronicamente non emettono sfarfallii visibili o ronzii. Lo starter non serve.

Ballast elettronico.

Fosfòri nelle lampade fluorescenti

Arriviamo ora ad una parte più interessante agli acquariofili, dopo aver visto come funzionano le lampade fluorescenti e come accenderle.

I fosfòri, infatti, sono quelle sostanze applicate all’interno del tubo (che non vediamo dall’esterno come una patina biancastra) che convertono la luce ultravioletta in luce di varie lunghezze d’onda visibili, del tutto sicure.

Nota: non confondere i fosfòri con il fòsforo, ovvero l’elemento chimico (quello dei fosfati, in acquario). L’origine del nome è simile (portatore di luce), ma sono sostanze completamente diverse!
Nel seguito dell’articolo omettiamo l’accento, dando per scontato il riferimento ai fosfòri.

La composizione dei vari fosfori determinerà, quindi, la composizione dello spettro di emissione della lampada e, quindi, la luce che essa emetterà.

Classificazione delle lampade in base ai fosfori

La composizione dei fosfori è suddivisibile sostanzialmente in tre tipologie, per le lampade da illuminazione comuni. Vediamole!

  1. Lampade a singolo fosforo: sono quelle più vecchie e hanno una bassa resa cromatica. Oggigiorno è difficile reperirle in commercio, poiché sono superate da lampade che rendono molto meglio a prezzi comunque bassi.
    Sono identificate da un codice di tre cifre, con la prima cifra uguale a 6 o 7. Ad esempio, le lampade 630 o 760 sono lampade a singolo fosforo.
  2. Lampade trifosforo: sono quelle attualmente più diffuse, hanno una buona resa cromatica e un prezzo accessibilissimo.
    Sono identificate da un codice sempre di tre cifre, ma con la prima cifra uguale a 8. Ad esempio, le lampade 827 o 865 sono lampade trifosforo.
  3. Lampade pentafosforo: sono quelle che emettono una luce con la resa migliore a scapito di un prezzo più alto e di un’intensità luminosa leggermente più bassa. La differenza rispetto alle trifosforo è modesta ma per alcuni usi sono preferibili le pentafosforo.
    Come le altre lampade, sono identificate da un codice di tre cifre, con la prima cifra uguale a 9. Ad esempio, la lampada 960 è una lampada pentafosforo.

Temperatura di colore

Nel caso ve lo foste chiesti, la seconda e la terza cifra del codice indicano la temperatura di colore in centinaia di kelvin (K). Ad esempio, una lampada 827 sarà una trifosforo a 2700 kelvin, mentre una lampada 980 sarà una pentafosforo a 8000 K.

Alcune comuni temperature di colore.

Spettri di emissione

Possiamo ora guardare alcuni spettri di emissione delle lampade per illuminazione comune, di cui abbiamo appena parlato.

Nel dettaglio, possiamo notare alcune caratteristiche:

Lampade non per illuminotecnica

Oltre a queste macro-suddivisioni, esistono tipologie speciali di fosfori, per usi speciali. Per esempio, ci sono le lampade fluorescenti monocromatiche (rosse, verdi etc), lampade nei vicini UV (lampade di Wood), lampade per esposizione di pesci e carni, che ne esaltano i colori, fino alle lampade proprio per acquariofilia.

Lampade fluorescenti per acquariofilia

Le lampade fluorescenti vendute dalle varie aziende per acquariofilia possono essere delle normali lampade per illuminotecnica “rimarchiate” oppure lampade con un’emissione spettrale speciale, appositamente pensata per gli acquari.

In particolare, sono sicuramente lampade con spettri specifici:

Vediamo di seguito alcuni spettri di lampade specifiche per acquariofilia, molte delle quali piuttosto diffuse.
Tali spettri sono stati scelti senza alcuno scopo di raccomandazione di questa o quell’altra lampada, ma solo a fini illustrativi, e sono ordinati per temperatura di colore e tipologia (acquario dolce, fitostimolanti, acquario marino).

Dagli spettri soprastanti è quindi possibile vedere che, effettivamente, alcune lampade sono piuttosto simili a quelle per illuminotecnica, mentre altre hanno spettri di emissione molto diversi.

Nel caso di una lampada per acquariofilia molto simile ad una per illuminotecnica, si potrebbe valutare di acquistare la lampada per illuminotecnica, poiché solitamente costa molto meno.
Viceversa, nel caso di lampade specifiche, con uno spettro apposito, è difficile fare una sostituzione equivalente con lampade generiche.

Tipologie di lampade fluorescenti

Abbiamo visto come sono fatte le lampade fluorescenti, come accenderle e che tipologia di luce emettono.
Vediamo ora i formati delle lampade fluorescenti, in maniera da capire quali possiamo mettere nei nostri acquari.
I formati che vedremo sono i seguenti:

Trascureremo quindi i formati di lampade poco o nulla usati in acquariofilia, come le T9 (lampade circolari/circline), le T2 (fluorescent miniature) o le 2-D CFL.

Nel raro caso in cui si vogliano usare queste lampade, valgono comunque le indicazioni generali che abbiamo già visto (centraline, temperatura di colore, potenza etc).

Lampade fluorescenti lineari (neon)

Le lampade fluorescenti lineari (spesso impropriamente chiamate neon) sono delle lampade a forma di tubo, con i contatti elettrici alle estremità.

Un modo particolare per accendere un tubo fluorescente lineare.

Ci sono vari metodi per classificare i tubi fluorescenti (anche perché, purtroppo, esistono anche tubi fuori standard).
Per praticità, procediamo con una suddivisione per diametro, trattando separatamente le diffusissime lampade T8 e T5.
Trascureremo lampade lineari poco usate o obsolete, come le T12.

Tubi fluorescenti T8 (neon T8) per acquari

I tubi fluorescenti T8 hanno un diametro di otto ottavi di pollice e sono forniti di attacco G13 (piedini distanziati di 13 mm).
Talvolta sono denominati anche T26, poiché 8/8 di pollice equivalgono a 26 millimetri (intuitivo, no?).

Sono state introdotte negli anni Trenta e sono diventate il formato più diffuso a partire dagli anni Ottanta. Sono ancora estremamente diffuse nell’illuminazione di grandi ambienti (ospedali, supermercati, uffici, scuole etc).

Le lampade T8 possono essere accese da centraline ferromagnetiche o elettroniche.

Le lunghezze e le potenze tipiche corrispondenti sono le seguenti:

Lunghezza [centimetri] Potenza [watt]
33 10
47 10
36 14
43.8 15
59 18
74.2 25
89.5 30
120 36
104.7 38
150 58

 

Tubi fluorescenti T5 (neon T5) per acquari

I tubi fluorescenti T5 hanno un diametro di cinque ottavi di pollice e sono forniti, alle estremità, di attacchi di tipo G5 (piedini distanziati di 5 mm).
Talvolta sono indicati anche come T16, poiché 5/8 di pollice equivalgono a 16 millimetri.

Sono stati introdotti negli anni Cinquanta ma non hanno avuto l’enorme diffusione dei T8.

Le lampade T5 sono pressoché sempre alimentate con una centralina elettronica.

Le lunghezze e le potenze tipiche corrispondenti sono le seguenti:

Lunghezza [cm] Potenza [W] Note
13.6 4
21.2 6
28.8 8
43.8 24 Juwel
51.7 13
54.9 14 HE
54.9 24 HO
59 28 Juwel
74.2 35 Juwel
84.9 21 HE
84.9 39 HO
89.5 45 Juwel
104.7 54 Juwel
114.9 25 o 28 HE
114.9 50 o 54 HO
120 54 Juwel
144.9 32 o 35 HE
144.9 49 o 73 o 80 HO

 

Come si può vedere dalla tabella (più confusionaria rispetto a quella dei T8…) servono alcune precisazioni.

Lampade PL per acquari

Le lampade PL (da Philips Lighting, l’azienda che per prima le ha sviluppate) si possono immaginare come dei tubi fluorescenti piegati a “U”, con i contatti su un solo lato.

Esistono varie tipologie di lampada PL, differenziate principalmente dall’attacco elettrico. I principali attacchi sono:

Nel caso abbiate un acquario con lampada PL, sarà quindi necessario sostituire la lampada con una corrispondente, pena l’impossibilità di collegare correttamente la lampada.

Segue una tabella con alcuni modelli tipici di lampada PL per acquario.
Poiché i produttori si sono sbizzarriti con i formati e le dimensioni (ancor di più che con T8 e T5…), è quasi impossibile stendere una tabella esaustiva.
Resta quindi la raccomandazione di verificare attentamente la lampada PL in vostro possesso e di sostituirla con una esattamente uguale per attacco e potenza!

Lunghezza [cm] Potenza [W] Attacco
22 5 G23
24 13 G23
22 18 2G11
32-33 24 2G11
41-44 36 2G11
55 65 2G11

 

Lampade fluorescenti compatte per acquario

Le lampade fluorescenti compatte, dette anche CFL (Compact Flourescent Lamp), consistono in tubi fluorescenti piegati a U o a spirale.

CFL a spirale.

Si differenziano dalle lampade PL poiché nella base della lampada è contenuta l’elettronica necessaria per l’accensione e il funzionamento – non c’è quindi bisogno di centralina esterna. Queste lampade, pertanto, vengono alimentate direttamente con la tensione di rete (230 V).

Ballast all’interno della base di una CFL.

L’attacco delle CFL è solitamente quello usato per le comuni lampadine nei lampadari, ovvero l’Edison 27 o E27 (poiché il diametro della vite è proprio 27 mm).
Talvolta, per le lampade più piccole e meno potenti, è usato l’attacco E14 (diametro 14 mm).
Raramente, invece, sono usati attacchi meno comuni, quali l’E40 o l’attacco a baionetta.

Di CFL ne esistono di vari tipi, ovviamente sia per illuminotecnica (i più diffusi), sia apposite per acquari. Le CFL per illuminotecnica, nella stragrande maggioranza dei casi, sono trifosforo, dunque equivalenti, come emissione, ai tubi lineari con codice che inizia per 8 (827, 840, 865… giusto per citarne qualcuno).

Anche per quanto riguarda le potenze c’è un grande ventaglio di opzioni: si può partire da piccole CFL con attacco E14 da 3-5 watt passando per CFL da 30-50 watt con attacchi E27 o E40, fino ad arrivare a potenti CFL da oltre 100 watt per usi specifici.

Per questioni di dimensioni e calore prodotto (più la lampada è potente, più scalda ed è ingombrante), generalmente negli acquari si usano CFL dai 10-13 ai 23-26 watt circa.

Abbiamo visto quali siano i tipi di lampade fluorescenti disponibili in commercio, quali siano gli spettri luminosi emessi e come funzioni il tutto.

Passiamo ora ad illuminare il nostro acquario!

Quanta e quale luce per il nostro acquario dolce?

Quanta luce?

Poiché, a differenza, ad esempio, dei LED, la resa delle lampade fluorescenti è abbastanza costante nei vari modelli (T5, T8, CFL, PL) è relativamente facile dare delle indicazioni di massima per l’illuminazione dei nostri acquari con queste lampade.

Un tipico rapporto che funziona abbastanza bene con le lampade fluorescenti è quello dei watt/litro, ovvero bisogna prendere la potenza totale delle lampade installate e dividere tale numero per i litri d’acqua.
Ad esempio, se nel mio acquario da 150 litri ho due T8 da 30 watt, la potenza totale installata sarà di 60 watt e il rapporto watt/litro sarà di 60 ÷ 150 = 0.4 watt/litro.

Si è soliti creare degli intervalli del rapporto per capire quanto si stia illuminando.
Ecco i valori più comuni del rapporto per gli acquari d’acqua dolce:

Tali rapporti non vanno comunque presi per legge, poiché ci sono vari fattori che possono alterare l’efficacia di tale rapporto, ad esempio: la presenza di riflettori, l’altezza della colonna d’acqua, l’ambratura dell’acqua, la presenza di piante galleggianti e così via.
Pertranto è importante non focalizzarsi ciecamente nel raggiungere un numero piuttosto che un altro del rapporto! Bisogna considerare la situazione nel suo insieme e usare il rapporto solo come indicazione di massima (troppa poca o troppa troppa luce per l’allestimento).

Quale luce?

Se per il quanto con poco ce la si fa, per il quale si potrebbero spendere fiumi di parole.

Partiamo da alcuni punti noti per poi discutere sulla tipologia di lampada da inserire.

Alla luce di queste due osservazioni, si può intuire che le lampade da usare debbano avere uno spettro più o meno completo e con una temperatura di colore complessiva non altissima.

Pertanto, possiamo iniziare a considerare come utilizzabili le lampade da illuminotecnica con temperatura di colore attorno ai 4000-6500 K, per citare le più diffuse, sbilanciandosi verso le 6500 K (860-864-865-965 come codici), per questioni di resa con le piante.
Un’illuminazione effettuata solo con lampade a 6500 K circa può dare ottimi risultati; volendo, si può installare anche una lampada a 4000 K (840, come codice) per dare una tonalità leggermente più calda all’acquario e incrementare leggermente lo spettro dalla parte del rosso.

Se invece volessimo usare lampade apposite per acquari, non ci sono grossi problemi per quanto riguarda le temperature di colore, tuttavia conviene comunque rimanere relativamente vicini ai valori visti (non a caso, sono rare le lampade con temperature di colore elevate o basse, per acquari d’acqua dolce).
Conviene inoltre evitare di usare solo lampade fitostimolanti o esaltanti i colori, che hanno, di fatto, un’emissione limitata al rosso e blu. Queste lampade possono andare bene come integrazione di altre lampade complete, ma non danno grandi risultati se usate da sole.
In questo caso, quindi, si può partire dalle lampade cosiddette day, solitamente tra i 5000 e i 7000 K per poi aggiungere altre lampade, se necessario, per le proprie esigenze (piante, colori dei pesci e così via).

Come collegare le lampade

Abbiamo preso le nuove lampade! Come le colleghiamo?

Sicurezza elettrica delle lampade in acquario

Prima di tutto occorre una premessa importante: le lampade fluorescenti richiedono tensioni molto elevate per l’accensione, anche migliaia di volt. Questo significa che se i contatti elettrici sono anche solo umidi, possono verificarsi degli archi voltaici (fulmini tra un pin e l’altro), che possono danneggiare la lampada o la centralina, oltre ad essere pericolosi.
È pertanto fondamentale assicurarsi che tutti i contatti elettrici siano a tenuta stagna e questo è garantito, solitamente, da apposite cuffie stagne o attacchi con guarnizioni a tenuta.

Come montare i neon e le altre lampade in acquario

Vediamo come installare le varie lampade.

Prima di iniziare qualsiasi operazione è importantissimo staccare tutte le spine elettriche, per operare in sicurezza!

Lampade fluorescenti lineari (neon)

L’installazione delle lampade lineari è semplice. L’unica accortezza è quella di evitare assolutamente di ruotare la lampada tenendo fermi i supporti, altrimenti si rischia di piegare i piedini di collegamento, rendendo inutilizzabile il tubo.

Nel caso di plafoniere con attacchi fissi (le più diffuse), solitamente è sufficiente svitare i cappucci di protezione, posizionare il tubo allineando i piedini e spingengerlo all’interno dei supporti. Infine, basta riavvitare i due cappucci di protezione per fermare il tubo, sempre facendo attenzione a non far ruotare anche il tubo, avvitando i cappucci.
Ovviamente è fondamentale ricordarsi di infilare i cappucci di protezione nel tubo, prima di posizionarlo, altrimenti è impossibile metterli a tubo posizionato!

Nel caso di plafoniere con attacchi “volanti” i passi da ripetere sono gli stessi che abbiamo appena visto per le cuffie fisse, tuttavia qui bisogna prestrare particolare attenzione all’allineamento dei pin con i fori nella cuffia e alla rotazione delle stesse: i pin sono piuttosto fragili e ci vuole pochissimo per rovinare il tubo appena acquistato.

Cuffia per T8, volante, con evidenziati i pin e i fori corrispondenti.

In entrambi i casi, non c’è un’orientazione giusta o sbagliata del tubo: qualsiasi posizione va bene.

Lampade PL

L’installazione delle lampade PL è anch’essa molto semplice: basta infatti premere la base nella lampada nel connettore, allineando i pin, e l’installazione è fatta.

Anche qui, non importa l’orientazione della lampada, a meno che non ci sia una forma particolare delle plastiche che imponga un senso di installazione (in tal caso basta verificare nelle istruzioni).

CFL

Anche le CFL sono estremamente facili da installare: basta avvitarle nel portalampada fino a che non si bloccano e non girano ulteriormente.
Attenzione solamente a non afferrare la CFL per i tubi di vetro: per evitare di romperli, conviene far forza sulla base in plastica della lampada, per farla ruotare.

Se il portalampada e la CFL sono installati all’interno di una copertura stagna non è necessaria alcuna operazione aggiuntiva. Se invece il portalampada è posizionato dentro al coperchio ma non isolato, conviene porre un giro di silicone attorno alla lampada, prima di avvitarla. Così facendo si va ad isolare bene il contatto lampada-portalampada (sarà comunque facile rimuovere il silicone una volta secco, quando si dovrà cambiare lampadina). Molto probabilmente non succederà nulla se non si mette il silicone, tuttavia meglio essere più sicuri.

Stessa cosa per eventuali contatti esposti del portalampada: è fondamentale garantire il loro isolamento. Anche se non abbiamo alte tensioni come agli estremi di PL e lineari, è importante isolare i fili e i conduttori elettrici da eventuali contatti accidentali durante le varie operazioni (alimentazione pesci, manutenzione etc).

Problemi comuni con le lampade fluorescenti

Ho raccolto di seguito alcuni fra i problemi più comuni che gli acquariofili incontrano con le lampade fluorescenti.
Se ne ho saltato qualcuno che ritenete importante, fatemelo sapere nel forum 🙂

Aumentare la potenza delle luci dell’acquario

Come abbiamo visto dalle tabelle, eccetto per le CFL, data una certa lunghezza della lampada, la potenza è fissa.
Ad esempio, un neon T8 da 89.5 cm avrà sempre una potenza di 30 watt, mentre un T5/J5 da 120 cm avrà sempre una potenza di 54 W.

Dunque è impossibile aumentare la potenza di illuminazione sostituendo il tubo con uno più potente ma della stessa lunghezza.

Elenco alcune alternative per aumentare la potenza installata:

Meglio i T5 o i T8, per gli acquari?

I T5 si differenziano dai T8 per le seguenti caratteristiche, che in parte abbiamo già visto, ma che riporto per chiarezza:

  1. il diametro dei T5 è di 16 mm, quello dei T8 è di 26 mm;
  2. l’attacco dei T8 è il G13, quello dei T5 è il G5;

    T5 (sopra), T8 (sotto)

  3. i T8 possono avere alimentazione sia elettronica, sia ferromagnetica, i T5 solo elettronica;
  4. a parità di lunghezza, il T5 HO è leggermente più potente del T8 corrispondente (ad esempio, un T8 da 75 cm ha una potenza di 25 watt, un T5 da 75 cm ha una potenza di 30 watt).

È quindi evidente che, a parte gli attacchi diversi, la differenza sta nell’alimentazione e nella potenza.

In particolare, per quanto riguarda l’alimentazione, se i T8 sono già alimentati elettronicamente non c’è grande vantaggio a passare ai T5.

Per quanto riguarda la potenza, passare ai T5 per incrementarla può non essere molto significativo – come abbiamo visto, l’aumento è del 20% circa. Potrebbe essere più conveniente aggiungere un tubo (magari T5), rispetto alla sostituzione.
In alternativa, si può sostituire l’impianto con dei LED, ottenendo anche un discreto risparmio energetico, se si scelgono LED di buona qualità.

Per quanto riguarda l’efficienza, il risparmio dato dall’uso dell’alimentazione elettronica rispetto alla ferromagnetica è estremamente lento da recuperare, anche alla luce del costo dei ballast elettronici.
Per ottenere un risparmio rapido e tangibile, è più conveniente il passaggio ai LED, se spender meno in bolletta è l’obiettivo principale.

Meglio i LED o le fluorescenti per gli acquari?

Altrimenti detta domanda da un miliardo di dollari, questa è – a mio parere – la più difficile domanda che si possa fare a riguardo.

Domande semplici (google.it)!

Ci vorrebbe un articolo dedicato, per dare una risposta esaustiva ed esauriente; tuttavia provo a tracciare i punti fondamentali della differenza.

In breve, una risposta sensata potrebbe essere che, se non ci sono esigenze particolari (acquari piuttosto spinti con le piante, esigenze particolari per acquari marini etc), i LED possono tranquillamente sostituire le fluorescenti.
Se i LED sono di buona qualità, si ha immediatamente un risparmio energetico, a parità di luce emessa, oltre a svincolarsi dai cambi delle lampade, avendo i LED – teoricamente – una vita utile molto più lunga dei neon e compagnia (vedi sotto).

Infatti, nonostante quanto si possa leggere in giro, i LED non sono forieri di invasioni algali (BBA, cianobatteri e quant’altro).
O, meglio, se queste alghe si sviluppano, i LED non ne sono la causa esclusiva. Molto probabilmente la causa è da ricercare in una non corretta gestione della fertilizzazione o in un‘instabilità dell’acquario e, più probabilmente, dal brusco passaggio da fluorescenti a LED.

Viceversa, per quanto riguarda gli acquari intensamente piantumati con piante esigenti (rosse etc), ad oggi le lampade fluorescenti sono quelle che garantiscono risultati migliori con il minimo sforzo. Infatti è possibile ottenere colori estremamente intensi già con delle lampade fluorescenti comuni (865 da illuminotecnica, per dire), mentre con i LED tali colori sono difficili da ottenere e, comunque, è raro riuscire ad ottenerli con soli LED bianchi.
Ad ogni modo, essendo la tecnologia LED in continua evoluzione, quanto qui detto può cambiare con buona probabilità.

Quando cambiare i neon e le altre lampade per acquario

Spesso si legge in giro che i neon e le altre lampade fluorescenti vadano cambiate a cadenza regolare, spesso ogni 6-8-12 mesi (dipende dalla fonte) e spesso viene detto che se non vengono sostituiti, al 6° mese e primo giorno avverranno le peggiori disgrazie in acquario.

Ciò non è necessariamente vero e bisogna prendere tali indicazioni con una certa elasticità.
In effetti, è vero che le lampade fluorescenti, con il tempo, perdono di efficienza (producono meno luce) e che lo spettro cambia leggermente, a causa dell’usura dei fosfori, tuttavia questo effetto è lento e graduale, non istantaneo al famoso 6° mese e primo giorno.

Sicuramente le lampade vanno cambiate quando si verificano uno o più di questi fenomeni:

Senza arrivare a queste usure estreme, per cui la sostituzione è pressoché obbligatoria (a meno di non lasciare l’acquario al buio), le lampade solitamente almeno un anno, anno e mezzo dovrebbero riuscire a farlo, con una buona efficienza. Questo è particolarmente vero per le lampade con accensione elettronica, che hanno un’alimentazione e un’accensione più controllate di quelle alimentate con ballast ferromagnetici.

Resta comunque l’invito a prendere con la dovuta elasticità questa regola: in un mio acquario ho un tubo vecchio più di 5 anni (T5, elettronico) che continua ancora a funzionare, senza causare invasioni algali, confusione nei pesci o altre amenità.

Riflettori per acquario

Le lampade fluorescenti emettono luce in tutte le direzioni e, per come sono fatti gli acquari, la luce emessa verso l’alto è sostanzialmente inutile e dunque sprecata.

È tuttavia possibile recuperare una parte di questa luce utilizzando degli appositi riflettori, che specchiano la luce emessa verso l’alto e la rimandano verso l’acqua.
I riflettori più comuni sono quelli per i tubi lineari: si tratta coperture riflettenti da agganciare sul tubo:

Riflettore installato su T8.

Spesso i riflettori hanno una forma parabolica, il che consente di indirizzare la luce perpendicolarmente all’acqua, in maniera molto più efficace di un riflettore tondo (ad esempio, un tubo tagliato a metà e ricoperto di materiale a specchio).

Le proprietà geometriche della parabola fanno sì che la luce venga riflessa parallelamente (e perpendicolarmente all’acqua).

I riflettori consentono, quindi, di recuperare una parte della luce che andrebbe altrimenti persa. Indicativamente si può considerare un recupero del 25-30% della potenza luminosa (non sbilancerei verso recuperi piuttosto irrealistici, quali 100% e oltre, che talvolta si leggono in giro…).

Oltre ai riflettori, può essere una buona idea ricoprire l’interno del coperchio con materiali riflettenti (ad esempio, specchio adesivo, nastro adesivo d’alluminio o argentato… anche la carta stagnola da cucina va bene), così da recuperare anche una parte della luce riflessa dall’acqua, che i riflettori non sono capaci di recuperare.
(Tra l’altro, questa cosa va bene anche se si usano i LED).

Potenza effettiva o equivalente?

Spesso sulle confezioni delle lampade, specialmente quelle per illluminotecnica e, in particolare, le CFL, sono indicate due potenze: quella effettiva della lampada e quella equivalente. Quale bisogna considerare, per l’acquario?

Esempio di indicazione di potenza equivalente

Poiché in acquariofilia si sono usate molto maggiormente le lampade fluorescenti, quando si indica una potenza, ci si riferisce a quella effettiva della lampada e non a quella equivalente. Infatti, quella equivalente è la potenza che dovrebbe avere una vecchia lampadina ad incandescenza (quelle col filamento, che scaldano e consumano un sacco) per produrre la stessa luce.
Prendendo la CFL nell’immagine qui sopra, questa ha una potenza effettiva di 20 watt ed emette una luce equivalente a quella che produrrebbe una lampadina ad incandescenza da 94 watt. Volendola usare per il nostro acquario, dobbiamo considerarla potente 20 watt.

Dimmerare i tubi fluorescenti o neon

La dimmerabilità di una lampada dipende dal ballast usato: essendo le fluorescenti sostanzialmente controllate in corrente è infatti possibile – in linea teorica – dimmerarle a piacere.
Tuttavia ci sono vari problemi:

Pertanto, a meno che non siate in possesso di un ballast dimmerabile, è impossibile dimmerare i tubi fluorescenti e le PL. Stessa cosa per le CFL, a meno di non prendere CFL dimmerabili.

Simbolo che identifica le lampade non dimmerabili.

Quindi è perentorio non mettere lampade non dimmerabili sotto dimmer, né cercare di dimmerare il ballast a monte. Il rischio di far danni è elevato – una CFL non dimmerabile potrebbe anche prendere fuoco, se si tenta di regolarne l’intensità luminosa!

Cosa fare in caso di rottura di una lampada fluorescente o neon?

Se dovesse rompersi una lampada, il rischio principale è quello dato dal mercurio in essa contenuto, oltre ai frammenti di vetro, ricoperti di fosfori.

È quindi importante procedere con attenzione.
È pur vero che, se la lampada è a norma, le quantità di mercurio presenti sono modeste (qualche microgrammo per lampada), tuttavia trattandosi di una sostanza molto tossica, è bene ridurre l’esposizione.

Se la lampada si è rotta fuori dall’acquario, è necessario arieggiare immediatamente la stanza e raccogliere i frammenti di vetro e metterli fuori dalla casa, in un contenitore sigillato, in attesa di smaltirli nella raccolta lampade. Se si usa un’aspirapolvere per aspirare i cocci, appena terminato l’uso, il sacco dell’aspirapolvere va messo fuori dalla casa e smaltito.
Questo perché il mercurio – liquido a temperatura ambiente – evapora lentamente. Se usassimo l’aspirapolvere in casa, senza cambiare sacchetto, continueremmo a diffonderlo nell’ambiente.

Se la lampada si è rotta in acquario, conviene innanzitutto rimuovere eventuali cocci, che possono essere pericolosi per i pesci. I cocci andranno poi smaltiti come abbiamo visto sopra, ovvero tenendoli all’esterno in attesa dello smaltimento.
Per sicurezza, si può inserire una dose di biocondizionatore in acquario, per chelare il mercurio presente (ad esempio, l’EDTA chela il mercurio).


 

Si conclude qui l’articolo sulle lampade fluorescenti, con la speranza di aver fatto un po’ d’ordine e chiarezza nell’argomento.
Se ci fossero dubbi e domande, non fatevi problemi a scrivere nel forum!

Buona illuminazione!

Crediti

Immagini
Foto ciabatta multipresa: By ​English Wikipedia user Firstfreddy, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=5327987
Immagine quattro lampade a varia temperatura di colore: By Claudia Angerer – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=48247113
Immagini spettri lampade per illuminotecnica: lighting.philips.com
Immagini vari spettri lampade per acquari: siti web dei produttori; i marchi citati sono dei rispettivi proprietari.
Tubo fluorescente sotto linee ad alta tensione: By BaronAlaric – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10698556
Assorbimento mercurio lampada fluorescente: By Zaereth – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=57718034
CFL esausta: By Metroid1500 – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=58904775
Filamento rovinato: By Created by Deglr6328, uploaded by Superclemente – en.wikipedia.org, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4543448
Tubo fluorescente annerito: By Zaereth – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=57718164
T5 e T8 (cropped): By Christian Taube, CC BY-SA 2.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=102772

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