I filtri interni per acquario sono fra i filtri più utilizzati, specialmente negli acquari di non grandi dimensioni. Facili da utilizzare e da costruire, offrono alcune interessanti caratteristiche; il difetto principale è quello di non essere molto gradevoli esteticamente, occupando inoltre spazio all’interno dell’acquario.
Vediamo dettagliatamente!
Filtri interni
I filtri interni sono progettati per essere utilizzati all’interno dell’acquario: sono incollati ai vetri oppure fissati con delle ventose; talvolta sono costruiti con vetri incollati, all’atto della fabbricazione della vasca.
Il tipo più diffuso di filtro interno è la cosiddetta black-box (scatola nera); ne esistono però anche di altri tipi.
Filtro Black-box
La black-box solitamente ha la forma di un parallelepipedo con alcune griglie di aspirazione e l’uscita dell’acqua filtrata.
Descriviamo brevemente il tipo più comune (sono comunque possibili piccole variazioni in base alla marca); tale struttura è spesso quella utilizzata anche nei filtri costruiti con vetri incollati.
La black-box è divisa in tre sezioni verticali, come possiamo vedere nello schema di seguito riportato:
Su una delle due sezioni laterali sono presenti delle feritoie; solitamente in basso, ma talvolta in alto, per aspirare eventuali detriti galleggianti. In questa sezione è generalmente posizionato anche un riscaldatore ad ampolla che rimane nascosto in un punto con un buon movimento d’acqua.
Per il principio dei vasi comunicanti, l’acqua scende dallo scomparto laterale a quello centrale, dove incontra i materiali filtranti.
Lo scomparto centrale va riempito ricordando la regola per la quale prima deve esserci il filtraggio meccanico. Metteremo quindi, partendo dal basso:
- cannolicchi o altro supporto biologico;
- eventuali materiali per il filtraggio chimico o carboni attivi;
- materiali per il filtraggio meccanico (spugne e/o lana di perlon).
L’acqua poi passa attraverso l’apertura fra la sezione centrale e quella rimanente, dove viene spinta verso l’uscita dalla pompa.
Vantaggi e svantaggi della black-box
Il vantaggio principale della black-box è la flessibilità: si possono scegliere quanti e quali materiali filtranti inserire, e persino quale pompa; non si è quindi vincolati a nessun particolare tipo di ricambio o prodotto.
Anche il costo non è un parametro da trascurare: poter scegliere tutte le componenti e usare materiali di ricambio non specifici consente risparmi non indifferenti.
Le capacità filtranti sono molto buone: consente tutti e tre i tipi di filtraggio, a seconda dei materiali inseriti. Le dimensioni, solitamente generose, consentono di gestire carichi organici anche abbastanza significativi.
Principale svantaggio è lo spazio occupato all’interno dell’acquario. Lo spazio non è propriamente sprecato (il filtro ha una sua funzione) ma è spazio sottratto a pesci e piante; inoltre può risultare esteticamente poco gradevole, anche se è abbastanza facile nascondere la scatola con piante o arredi.
Vediamo ora un paio di tipi di filtro interno, meno diffusi ma con alcune caratteristiche peculiari.
Filtri interni compatti
Esistono anche altri tipi di filtro interno, evoluzioni delle black-box nate per rendere meno ingombrante il filtro interno.
Lo svantaggio delle piccole dimensioni è una scarsa capacità filtrante: spesso, infatti, questi filtri sono dotati solo di spugne.
Il filtraggio meccanico sarà buono ma il filtraggio biologico sarà molto limitato, anzi: se saremo costretti a pulire la spugna inevitabilmente laveremo via anche i (pochi) batteri lì insediati.
Un altro svantaggio di questi filtri è la quasi totale mancanza di flessibilità: è difficile cambiare i materiali filtranti (ad esempio aggiungere cannolicchi o mettere carboni attivi) e solitamente si è vincolati ai ricambi specifici.
L’evoluzione è quindi incompleta: se da un lato abbiamo un avanzamento dal punto di vista della compattezza e dell’estetica, dall’altro si perde in mera capacità filtrante.
Consci di questo limite, tuttavia, è possibile pensare ad un allestimento nel quale questa tipologia di filtro può essere utile: l’acquario riccamente piantumato con poco carico organico; in tal caso il filtraggio biologico è affidato alle piante; il filtro compatto si occuperà soprattutto del filtraggio meccanico e del ricircolo dell’acqua!
Filtro ad aria
Un tipo particolare di filtro interno è quello ad aria: viene solitamente ignorato, eppure è degno di nota per alcuni allestimenti, come vedremo alla fine della pagina.
Il filtro solitamente si presenta così…
… ovvero una o più spugne collegate ad un tubo verticale.
Principio di funzionamento del filtro ad aria
All’interno del tubo verticale viene soffiata dell’aria per mezzo di un normale aeratore (il filtro non è dotato di una sua pompa); le bolle d’aria salgono lungo il tubo verticale e trascinano con sé l’acqua, che viene aspirata attraverso le spugne. I detriti rimarranno bloccati in queste ultime, mentre l’acqua filtrata, mista ad aria, tornerà nell’acquario.
Ecco uno schema di funzionamento:
Vantaggi e svantaggi dei filtri ad aria
Il principale vantaggio di questo tipo di filtro è la semplicità.
È possibile costruirsene uno da soli con pochi euro: servono solo una o due spugne e alcuni pezzi di tubo. In alternativa, ci sono filtri ad aria già pronti, in vendita a meno di 10 euro.
Le capacità di filtraggio biologico sono piuttosto buone: la presenza di due spugne (o una sola spugna divisa in due parti) permette di lavarne una sola quando necessario. Alternando la pulizia
delle spugne (o delle parti di spugna) una buona quantità di batteri resterà sempre nella parte non lavata.
Il filtraggio meccanico è scarso, il movimento dell’acqua è troppo modesto per attirare verso le spugne le particelle grossolane: questo il principale svantaggio dei filtri ad aria.
Tuttavia, da un diverso punto di vista torna come un vantaggio, se sono presenti avannotti o piccoli invertebrati (ad esempio, baby Caridina): il filtro ad aria difficilmente riuscirà a dar loro fastidio.
Il filtro ad aria è quindi una buona soluzione quando si ha bisogno di smaltire un discreto carico organico, minimizzando i costi e massimizzando l’efficienza.
Questo è particolarmente vero nel caso si abbiano più acquari vicini: usando un solo aeratore, con i dovuti snodi, è possibile alimentare più filtri ad aria!