Riproduzione Archivi · Acquario.top La Scienza in Acquario. Mon, 10 Dec 2018 21:39:46 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.2 Nannacara taenia https://acquario.top/nannacara-taenia/ https://acquario.top/nannacara-taenia/#respond Mon, 05 Nov 2018 16:50:10 +0000 https://acquario.top/?p=2254 Nannacara taenia è un ciclide nano sudamericano, proveniente dal bacino del Rio Tocantins, vicino a Belém, in Brasile. È stato ritrovato in diverse zone, sia in acqua chiara sia in acqua scura; in ogni caso, sempre in acque con durezze molto basse ed acidità elevata. Il nome deriva da Nana + kara, ovvero piccola + […]

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Nannacara taenia è un ciclide nano sudamericano, proveniente dal bacino del Rio Tocantins, vicino a Belém, in Brasile.
È stato ritrovato in diverse zone, sia in acqua chiara sia in acqua scura; in ogni caso, sempre in acque con durezze molto basse ed acidità elevata.

Posizione della città di Belém.
Posizione della città di Belém.

Il nome deriva da Nana + kara, ovvero piccola + faccia.
Taenia, invece, significa banda o striscia.

Aspetto e dimorfismo sessuale

Nannacara taenia è un ciclide lungo circa 4/5 centimetri, la specie più piccola del genere Nannacara attualmente descritto.

La specie è anche chiamata Stripped Dwarf Cichlid, ovvero Ciclide Nano a Strisce.

Infatti, la colorazione standard del maschio si presenta di un grigio molto chiaro con otto o nove linee orizzontali, fini e parallele, di colore più scuro.

Durante le parate, il dorso del pesce tende a diventare di un bianco perlaceo che sfuma verso il ventre in un viola scuro.

Maschio di Nannacara taenia
Maschio di Nannacara taenia. Notare le nove strisce orizzontali, da cui il nome Ciclide Nano a Strisce.

Ecco un video con un esemplare maschio:

La femmina ha lo stesso motivo ma presenta una banda centrale nera molto marcata.
In riproduzione, inoltre, appaiono delle linee verticali, spesse e nere (cinque solitamente), che creano una livrea molto più scura.
Può capitare che il colore di base da grigio chiaro tenda leggermente ad un giallognolo molto tenue.

Femmina di Nannacara taenia
Femmina di Nannacara taenia. Notare la banda centrale orizzontale e le cinque bande verticali.

Esemplare femmina in video:

Purtroppo non è raro notare che le caratteristiche generalmente propedeutiche di un sesso vengano riprese da esemplari del sesso opposto.
Mi è capitato, infatti, di vedere la banda nera centrale apparire nei maschi e, addirittura, di vedere il dominante, durante le parate di sfida, far comparire le linee verticali tipiche della femmina in riproduzione, per marcare ancora di più il suo colore scuro.

Come la maggior parte dei ciclidi, Nannacara taenia ha la capacità di cambiare livrea, anche velocemente, sia nei motivi sia nei colori.

Curiosamente, numerose specie di ciclidi nani del delta hanno livree molto simili come, ad esempio, Apistogramma piauiensis, Apistogramma sp. “Xingu” e Apistogramma sp. “Tucurui”.
Non è ancora sicuro quale sia il motivo di questa convergenza evolutiva, ma appare chiaro che ci debba essere, in quella zona, una forte spinta selettiva verso questo tipo di livree.

Comportamenti tipici

Come tutte le specie appartenenti al genere Nannacara, l’aggressività è elevata, soprattutto durante la riproduzione.

Coppia che scaccia in sincrono gli intrusi
Coppia che scaccia in sincrono gli intrusi (in questo caso, un maschio rivale).

Fortunatamente, al contrario di Nannacara anomala, la femmina con gli avannotti non si dimostra iper-aggressiva verso il maschio.

In questa specie non è raro vedere i maschi recitare un ruolo molto attivo nelle cure parentali e, talvolta, anche i maschi si fanno carico della crescita degli avannotti.

Ho notato, infatti, soprattutto in esemplari giovani, che era il maschio a farsi carico di ventilazione e difesa dei piccoli, mentre la femmina si occupava di difendere il territorio.
Una volta più maturi, i ruoli si sono stabilizzati al contrario, con la femmina che si occupa della prole e il maschio che difende la zona.

Nel video seguente possiamo vedere una femmina che accompagna gli avannotti:

Sebbene la letteratura parli di coppie formate solo per il momento riproduttivo, nella mia esperienza le coppie sono rimaste stabili, senza cambiamenti di partner.
Ciò è probabilmente dovuto più a una questione gerarchica che a una reale fedeltà, che in natura non si è mai notata.

Alimentazione

Nannacara taenia è una specie di ciclide principalmente predatrice di piccoli invertebrati come insetti, molluschi e crostacei.
Vanno perciò evitati i cibi a base di pesce o prodotti derivati; rispetto ad altri nani è, invece, meno importante l’integrazione vegetale.

È facile che inizialmente accettino solo cibo vivo o surgelato, ma col tempo accetteranno anche il secco, soprattutto se ci saranno altri pesci che daranno l’esempio.
Infatti i ciclidi imparano molto facilmente per emulazione: se vedono dei piccoli caracidi andare in frenesia alimentare, associano ciò al cibo e sono quindi portati almeno ad assaggiare il secco.

Nannacara taenia in frenesia alimentare.
Nannacara taenia in frenesia alimentare.

Riproduzione

I corteggiamenti possono essere molto diversi a seconda di chi prende l’iniziativa.

Il maschio, quando vuole riprodursi, apre le pinne e danza davanti alla femmina in livrea sgargiante; se la femmina accetta, questa risponde assumendo la livrea nera.

Viceversa, quando è la femmina a prendere l’iniziativa, vediamo essa in abiti riproduttivi invitare con movimenti lenti ma decisi il maschio nella tana prescelta, mostrando il fianco.

Questa specie depone in anfratti.
Come accennato sopra, le cure parentali hanno dinamiche complesse tra i due genitori e possono essere portate avanti da entrambi o da un solo di essi.

Le uova schiudono circa dopo due giorni dalla deposizione e gli avannotti restano inizialmente dentro la tana a riassorbire il sacco vitellino.

La prole a covata solitamente non è numerosissima; nelle mie riproduzioni ho raramente visto uscire dalla tana più di una dozzina di avannotti.
Al contrario di altre specie, che sotto un certo numero interrompono le cure parentali, con Nannacara taenia non ho mai notato questo atteggiamento.

I ritmi di crescita sono simili a quello delle altre specie di Nannacara e, ovviamente, alimentazione e temperatura giocano un ruolo chiave.

Il nuoto libero lo si ha intorno ai dieci giorni dalla deposizione e le cure parentali continuano dalle tre alle cinque settimane.

Anche dopo il termine delle cure parentali gli adulti si mostrano molto tolleranti verso i giovani esemplari che si allontanano spontaneamente dal territorio dei genitori.

Condizioni ideali di allevamento

Dopo aver accumulato una certa esperienza con questa specie ed averla riprodotta, mi sento di consigliare le seguenti condizioni di allevamento.

Acquario e allestimento

La vasca minima è di 80×30 centimetri di base, tuttavia mi sento comunque di consigliare vasche con un litraggio maggiore, in modo da poter osservare meglio i comportamenti e la cura dei piccoli. Io tengo i miei in un acquario con 120×50 cm di base.

Per quanto riguarda il fondo, lo consiglio di sabbia fine.  Pur essendo meno legati ad esso rispetto ai Geophaginae, si rivela fondamentale per un buon accrescimento degli avannotti. Ho usato in aggiunta Akadama, che aiuta ad abbassare le durezze, oltre a fornire maggiore supporto ai batteri.

Per quanto riguarda l’arredamento, sono molto importanti le barriere visive: le radici non devono mai mancare – sono preferibili legni di discrete dimensioni e non troppo fini.
Il fondo può essere tappezzato di foglie di quercia e/o pignette di ontano che, oltre a dare una mano ad acidificare, creano riparo per gli avannotti.
Consiglio anche le mezze noci di cocco come tane per le riproduzioni.

Esempio di allestimento per Nannacara taenia.
Esempio di allestimento per Nannacara taenia.

Parametri dell’acqua

Consiglio i seguenti parametri principali:

  • pH 6-6.5 – non hanno particolari problemi a pH superiori per tempi limitati, ma le uova faticano a schiudere e gli avannotti hanno una mortalità maggiore.
  • Durezze più basse possibili, cercando comunque di tenerle sotto i 4 dGH/dKH.
  • Temperatura ideale tra i 23 °C e i 25 °C – reggono bene i picchi estivi e in natura arrivano senza problemi a temperature anche superiori. In acquario lo sconsiglio perché le temperature elevate accorciano inutilmente l’aspettativa di vita, oltre a non apportare alcun beneficio.

Abbinamenti con flora e fauna

Come flora ho sfruttato molto le piante galleggianti di vario tipo, quali Pistia stratiotes, Ceratophyllum demersum e Najas guadalupensis, per il loro effetto fitodepurante.
A queste ho abbinato Anubias sp. e muschi per creare un layout più ricco.

Come compagni di vasca meglio evitare specie appartenenti a generi quali Corydoras ed Ancistrus o altri catfish che predano uova ed avannotti.

È consigliato invece l’utilizzo di dither fish, ossia pesci che aiutino i ciclidi a sentirsi al sicuro: vedendo un banco di piccoli caracidi nuotare tranquillo, i ciclidi percepiscono l’assenza di pericoli.
Inoltre, durante eventuali liti, la loro presenza ne limita l’aggressività, distribuendo l’attenzione su più pesci.
A questo scopo io utilizzo caracidi del genere HyphessobryconParacheirodon, tuttavia sconsiglio le specie più piccole perché mi è capitato di notare feroci aggressioni ai P. axelrodi durante le cure parentali, che hanno anche portato alla morte di qualche esemplare; al contrario, gli H. bentosi non sono stati feriti.

Tassonomia

Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Osteichthy
Classe Actinopterygii
Sottoclasse Neopterygii
Infraclasse Teleostei
Superordine Acanthopterygii
Ordine Perciformes
Sottordine Labroidei
Famiglia Cichlidae
Sottofamiglia Cichlinae
Genere Nannacara
Specie taenia

Bibliografia

Romer Uwe, Cichlid Atlas Vol. 1, Mergus Verlag, 2001.

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Cure parentali dei discus https://acquario.top/cure-parentali-dei-discus/ https://acquario.top/cure-parentali-dei-discus/#respond Tue, 16 Oct 2018 15:30:39 +0000 https://acquario.top/?p=2295 I discus sono pesci piuttosto diffusi negli acquari, tanto che per diversi acquariofili l’allevamento dei discus è una tappa importante da raggiungere. Tuttavia, solitamente per questioni commerciali, raramente i discus vengono lasciati seguire i piccoli e le riproduzioni vengono fatte in acquari completamente spogli, senza nulla se non un asettico cono. Grazie ad una coppia […]

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I discus sono pesci piuttosto diffusi negli acquari, tanto che per diversi acquariofili l’allevamento dei discus è una tappa importante da raggiungere.

Tuttavia, solitamente per questioni commerciali, raramente i discus vengono lasciati seguire i piccoli e le riproduzioni vengono fatte in acquari completamente spogli, senza nulla se non un asettico cono.

Grazie ad una coppia formata che mi è stata data da un amico, che non poteva più tenerli, ho provato a lasciare portare avanti una riproduzione senza influenzarla (se non con l’alimentazione e una minima manutenzione).
Sono rimasto molto soddisfatto perché non solo la riproduzione ha avuto successo ma la coppia di genitori ha fatto le cure parentali per alcuni mesi.

Quindi, accantoniamo vasche spoglie, coni, boccioni di acqua per cambi cospicui e giornalieri, pastoni superiperproteici e vediamo insieme cosa è successo!

Informazioni sui discus e allestimento

La coppia di discus – due Snakeskin – è composta da due comuni discus commerciali (nulla di iper-selezionato, wild, F1…).

Due parole sull’acquario, prima di mostrare la riproduzione.

L’acquario è da 450 litri circa, 150 cm di lunghezza. L’allestimento è con fondo in lapillo-Akadama.
Come acqua uso acqua di rete filtrata e tagliata con osmosi per raggiungere durezze basse.

L’arredo è molto spartano con qualche legno, piante tranquille e galleggianti, così da non dover praticamente fertilizzare.

La gestione è tranquilla, senza un sacco di cambi consistenti, pulizie continue e così via. L’acqua rimane pulita, la conducibilità scende da sola e nitrati e fosfati sono quasi non misurabili. Questo grazie anche al non uso di interiora e altri cibi iperproteici per l’alimentazione dei pesci (cuore di bue, fegato etc), che è totalmente sbagliata per i discus – in natura sono sostanzialmente detrivori-vegetariani (vedi Appendice a fine articolo).

Durante la riproduzione e le cure parentali ho ridotto ulteriormente la manutenzione e le operazioni di pulizia, dove possibile. Ad esempio, non ho pulito i vetri, per non disturbare: ecco perché alcune foto sono più brutte del solito 😀

Deposizione e cura delle uova

La madre ha deposto le nuova su una foglia di Echinodorus, il padre le ha presto fecondate. Quindi entrambi hanno sorvegliato le uova, ventilandole e scacciando gli altri discus presenti nell’acquario.

Deposizione.
Deposizione.

In particolare, hanno avuto un po’ di noie con un discus che solitamente stava su quella foglia (i discus hanno un posto prediletto, in acquario) e voleva starci a tutti i costi. Ma la coppia continuava a mandarlo via e lui tornava puntualmente nel “suo” posto.

Riproduzione discus
Coppia di discus poco dopo la deposizione con un terzo discus che cercava di stare al “suo” posto, ma veniva regolarmente allontanato.

Dopo un paio di giorni le uova si sono schiuse e sono iniziate ad essere visibili le “codine” dei pesci. I genitori li hanno spostati, mangiandoli e sputandoli, varie volte.

Avannotti discus
Avannotti spostati sulla parte inferiore della foglia.

Cura degli avannotti

Appena gli avannotti hanno iniziato la fase di nuoto libero, subito hanno iniziato a nutrirsi delle secrezioni della pelle di entrambi i genitori. In questa fase ho alimentato praticamente solo i genitori (e gli altri discus adulti).

Piccoli che si nutrono delle secrezioni.
Piccoli che si nutrono delle secrezioni.

Appena ho iniziato a vedere i piccoli che iniziavano a stare un po’ meno sempre attaccati ai genitori, ho iniziato a nutrirli. Comunque avevano già iniziato a cercare microfauna presente nell’acquario; inoltre i genitori inghiottivano del cibo e lo risputavano sminuzzato, senza rimangiarlo (mentre di solito il discus mangia e sputa e rimangia varie volte). Probabilmente lo lasciavano ai piccoli?

Per quanto riguarda i ruoli, non ho notato particolari differenze tra maschio e femmina. Si alternavano abbastanza equamente sia nel seguire i piccoli sia nello scacciare gli altri adulti. Forse (ma non so se sia solo un’impressione), la femmina era un filino più aggressiva del maschio. Ma nulla di che. Non ho mai avuto pesci feriti o contusi.

L’alimentazione è a base vegetale (con un pastone che preparo) e di granulari a base di insetti e vegetali. Non ho usato alcun alimento contente cuore/fegato/carni e simili.

Come già accennato, nell’acquario è presente microfauna spontanea, che i piccoli cercavano.

Giovani discus

Con il tempo (un mese, mese e mezzo) i piccoli sono diventati più autonomi e hanno smesso di mangiare il muco dei genitori. O meglio, ne avevano ogni tanto la tentazione, ma i genitori li mandavano via. I genitori comunque li tenevano d’occhio e più o meno stavano tutti (genitori e piccoli) attorno ad una pianta che avevano eletto come “casa”.

Echinodorus piccoli discus
Echinodorus eletto a dimora dei piccoli.

I genitori avevano smesso di deporre per un paio di mesi dopo la nascita di questi piccoli. Al primo tentativo di deposizione, hanno scacciato gli adulti ma non i piccoli, che hanno mangiato le uova appena deposte. I genitori li hanno guardati ma non hanno fatto nulla.
Dopo un paio di settimane da questo episodio, hanno rideposto, ma stavolta hanno scacciato tutti, grandi e piccoli indifferentemente.

In seguito (dopo tre mesi e mezzo circa dalla nascita) i genitori hanno smesso praticamente di seguire i piccoli, ma senza attaccarli o altro.
Per quanto riguarda i rapporti con gli altri discus adulti presenti, i piccoli non hanno avuto problemi, eccetto quando tentavano di mangiare il muco degli altri adulti (che però semplicemente si spostavano, non li aggredivano).

Cure parentali discus
Due piccoli con un genitore.

Purtroppo ho dovuto cedere i “piccoli” poco tempo fa poiché iniziavano ad essere grandicelli e in numero non gestibile dall’acquario per dimensioni e carico. Inoltre, iniziavano a litigare con gli altri adulti che non li ignoravano più, a differenza di quel che avevano fatto fino a poco prima. Probabilmente iniziavano a vedersi come avversari.
Non ci sono mai stati, invece, litigi con i genitori.

Alcuni piccoli discus con i genitori.
Alcuni piccoli discus con i genitori.

Cosa si può trarre da questa esperienza?

Sicuramente la riproduzione è stata interessante da seguire, sia per i comportamenti dei genitori, che hanno guidato la crescita dei piccoli per varie settimane, sia per il vedere proprio i piccoli crescere.

È stato molto apprezzabile il fatto che una coppia di pesci proveniente da chissà dove sia riuscita a portare a termine con successo la riproduzione e le cure.
Questo specialmente quando la norma è, purtroppo, il tenere le coppie in riproduzione in acquari spogli di modeste dimensioni, separandoli dai piccoli e imbottendo i piccoli di alimenti totalmente diversi da quelli che troverebbero in natura.

Certo, ho avuto un modesto numero di piccoli (sei) che ce l’hanno fatta, di questo va dato atto: ma quei sei saranno più forti e, soprattutto, quasi sicuramente in grado di effettuare le cure parentali a loro volta, continuando a propagare questo interessantissimo comportamento che va perdendosi nei numeri e nella fretta di vendere pesci gonfiati.

Infine, non si può negare che talvolta succede di trovare coppie che non riescono a portare avanti le cure: hanno perso la capacità. Può essere utile lasciare provare per più tentativi: con i fallimenti, potrebbero riuscire a recuperare, almeno in parte, questo comportamento.

Chiudo, con la speranza che questo piccolo report sulla riproduzione e sulle cure parentali dei discus possa spingere quanti più acquariofili a tentare di preservare questi fantastici comportamenti, magari rinunciando ad avere riproduzioni numerose, ma rispettando questo pesce (e non solo questo!), che non è solo aspetto esteriore, ma anche comportamento.

Nel caso ci siano dubbi o vogliate portare la vostra esperienza, abbiamo un nuovissimo forum in cui discutere. Vi aspettiamo 🙂

(E, per la cronaca, la coppia ci sta riprovando!)

Discus con avannotti
Seconda covata.

Appendice – Alimentazione dei discus

Scrivo molto in breve, senza entrare nei dettagli, qualche informazione sull’alimentazione dei discus (magari vedrò di scrivere un articolo più esteso ed approfondito).

È comune alimentare i discus allevati con cibi molto proteici, quali carne di manzo, cuori e fegati di manzo, pollo, vitello e altro. Senza entrare nel merito dell’alimentazione dei pesci con carni di animali a sangue caldo, mi limito a riportare quanto è stato trovato negli intestini di discus (in particolare, Symphysodon haraldi), ad esempio, da Heiko Bleher [1].

Stagione secca: 39% detriti, 25% alghe, 22% invertebrati acquatici, 9% materiali vegetali* e 5% artropodi terrestri e arboricoli.

Stagione delle piogge: 44% materiali vegetali*, 22% artropodi terrestri e arboricoli, 16% invertebrati acquatici, 12% alghe e 6% detriti.

*: foglie, frutti, semi, fiori…


Bibliografia

[1] Bleher Heiko, Bleher’s Discus, Volume I, Aquapress, Italia, 2006.

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Apistogramma baenschi “Inka 50” https://acquario.top/apistogramma-baenschi-inka-50/ https://acquario.top/apistogramma-baenschi-inka-50/#respond Thu, 27 Sep 2018 08:40:52 +0000 https://acquario.top/?p=2127 Apistogramma baenschi è un piccolo ciclide sudamericano. È conosciuto anche col nome di “Inka 50“, appellativo che deve alla spedizione che portò alla sua scoperta. Esso infatti fu rinvenuto alla cinquantesima spedizione di un gruppo di scienziati tedeschi e hobbisti giapponesi, nel 2002, nella parte centro-settentrionale del Perù, zona famosa per essere stata la patria […]

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Apistogramma baenschi è un piccolo ciclide sudamericano. È conosciuto anche col nome di “Inka 50“, appellativo che deve alla spedizione che portò alla sua scoperta.
Esso infatti fu rinvenuto alla cinquantesima spedizione di un gruppo di scienziati tedeschi e hobbisti giapponesi, nel 2002, nella parte centro-settentrionale del Perù, zona famosa per essere stata la patria del popolo Inka.

Il nome è una composizione del greco Apisto + gramma, ovvero incerto + segnale grafico: si ricollega alla capacità di cambiare livrea.
Baenschi è, invece, in onore di Hans Albert Baensch, un autore ed editore tedesco, figlio di Ulrich Baensch (il fondatore della Tetra).

Area di distribuzione

L’area di distribuzione è piuttosto vasta e spezzettata.

Il luogo del ritrovamento originale è nella zona tra le città di Tarapoto e di Yurimaguas, in Perù, nel sistema fluviale del Rio Huallaga e del Rio Shanusi.

Area di ritrovamento degli Apistogramma baenschi, in Perù.
Area di ritrovamento di Apistogramma baenschi, in Perù.

Le numerose scoperte recenti di popolazioni endemiche, con differenze morfologiche rilevanti e specie affini, in tutto il Perù settentrionale e Colombia meridionale, fanno pensare a una possibile futura revisione.
Basti vedere, ad esempio, Apistogramma feconat e Apistogramma wolli.

Aspetto e dimorfismo sessuale

Il dimorfismo sessuale è molto evidente: il maschio ha una cresta molto lunga, che gli ha anche dato il soprannome di “High-fin nijsseni” – infatti assomiglia molto ad Apistogramma nijsseni.
Oltre alla cresta, spesso gialla, un altro segno tipico è la caudale tondeggiante, con doppio orlo di colore rosso e nero.

La testa è di colore giallo, mentre il resto del corpo tende all’azzurro e, spesso, sono presenti delle macchie nere che possono diventare bande o scomparire del tutto, a seconda dell’umore e delle situazioni.

È tipico di tutti gli Apistogramma, infatti, il continuo cambiamento di livrea: un vero e proprio linguaggio.

Dimorfismo sessuale Apistogramma baenschi
Maschio (a sinistra) e femmina (a destra) di Apistogramma baenschi.

La femmina, invece, oltre ad essere più piccola, ha una colorazione con un giallo più esteso e non ha la pinna dorsale sviluppata e la caudale orlata.

Possiamo vedere entrambi nel video sottostante:

Comportamenti tipici

Apistogramma baenschi è un pesce tendente al monogamo, ovvero forma una coppia maschio-femmina.

Sono stati effettuati degli esperimenti con harem (un maschio per più femmine), tuttavia sono risultati poco incoraggianti.
Infatti, le femmine tendono ad essere aggressive tanto quanto i maschi e, generalmente, si forma una coppia dominante.

In vasche molto grandi, non è raro vedere la formazione di una colonia, in cui coesistono più maschi e più femmine che formano una coppia, che poi si scioglie.
Il rischio di aggressioni è elevato, ma consente di vedere la complessità gerarchica con maschi dominanti o sottomessi e femmine scacciate o riproduttive.

In particolare, possiamo vedere la dominanza e la sottomissione dalla pinna dorsale: nei sottomessi, questa pinna è molto meno pronunciata (impropriamente, potremmo dire “corta”).

Nelle due foto sottostanti, mettiamo a confronto un esemplare dominante con uno sottomesso.

Riproduzione di Apistogramma baenschi

Questa specie di ciclide depone in anfratti e non all’aperto.
Per questo scopo possono essere preposti legni cavi o le classiche mezze noci di cocco.

Importante in questo caso è fare un’entrata di dimensioni piccole, tali da consentire giusto giusto il passaggio degli esemplari. È frequente, infatti, in caso di entrate troppo grandi, che la femmina cerchi di ridurle formando cumuli di sabbia all’ingresso.

La schiusa delle uova è fortemente influenzata dalla temperatura, che può accelerare lo sviluppo dell’embrione. Solitamente avviene dopo 48/72 ore dalla deposizione.

Gli avannotti inizialmente sono immobili e non si nutrono, se non grazie al sacco vitellino.

Appena li vedremo iniziare a nuotare fuori dal rifugio, sotto la guida della madre, si potrà procedere alla prima alimentazione.
Io uso naupli di Artemia salina appena schiusi, come alimentazione principale, poiché molto nutrienti. Eventuale integrazione può essere quella dei microworms che, affondando velocemente, si prestano molto bene allo scopo.
Anche la microfauna spontanea riveste un ruolo importante e, per questo, la maturazione deve essere fatta senza fretta.

Nel video seguente, possiamo vedere degli Inka 50 che mangiano Artemia.

Consiglio, comunque, di avere sempre in casa un barattolo di cisti decapsulate, nel caso vada storta la schiusa dell’Artemia.

Temperatura

La temperatura è molto importante poiché influenza il sesso e le dimensioni dei nascituri.

Come per molte altre specie di Apistogramma, si è notata una prevalenza maschile nelle riproduzioni portate avanti con temperature elevate, con una schiusa più veloce ed esemplari più piccoli alla nascita.
Viceversa, le riproduzioni portate avanti con temperature più basse hanno visto dare la luce a popolazioni con una quota rosa maggiore, una schiusa più lenta ed esemplari, alla nascita, più grandi.

Ovviamente non si deve cadere nell’errore di pensare che questo sia un sistema infallibile: ricordiamo, infatti, che le femmine producono decine e decine di uova ma solo una piccola parte arriva all’età adulta, tra uova non fecondate, ammuffite o avannotti che non ce la fanno.

È quindi facile ritrovarsi con una popolazione diversa da quella preventivata; tuttavia, sapendo ciò, viene spontaneo cercare di evitare riproduzioni nei mesi estivi, per evitare il rischio di avere troppi maschi da gestire.

Personalmente, come periodi preferiti per le riproduzioni ho le settimane di passaggio tra estate ed autunno e la primavera – periodi caratterizzati da naturali sbalzi di temperatura, anche repentini.

Cure parentali

Anche questi Apistogramma effettuano le cure parentali, che generalmente sono portate avanti dalla sola femmina. Vi è comunque una buona probabilità di partecipazione dei maschi: molto dipende anche da eventuali coinquilini.
Quando si sono riprodotti con Corydoras nella stessa vasca, il maschio ha partecipato alla protezione delle uova e delle larve.
Al contrario, senza predatori a minacciare la prole, la sua partecipazione è stata nulla.

Le cure parentali hanno una durata variabile; il minimo, per non avere problemi comportamentali, è solitamente di un mese, meglio due.
Se abbandonano i nascituri a questa età è per via dell’assenza di pericoli e perché si preparano ad una nuova deposizione.

In condizioni ideali, la coppia può portare avanti le cure più a lungo, anche per cinque mesi. Durante questo periodo, la femmina diventa il partner dominante e può succedere che attacchi il maschio. In questa fase, assistiamo anche ad una livrea più luminosa e variabile, che serve per attirare i piccoli a sé.

Uno dei segreti degli Apistogramma per la gestione dei piccoli è, infatti, il tenere la nuvola di avannotti il più compatta possibile, in quanto, a differenza di altri ciclidi, non hanno una bocca che permette loro l’incubazione orale (salvo alcune eccezioni).

Nel video sottostante, di Salvatore Gagliarde, possiamo vedere il nuoto libero degli avannotti attorno al genitore.

Gli avannotti, per questo motivo, sono portati a copiare e seguire i comportamenti del resto della covata.
In caso di una vasca con più femmine in riproduzione è molto frequente assistere al furto di avannotti più grandi da mettere insieme ai propri, per assicurare alla covata maggiori possibilità di successo.

Avannotti di Apistogramma baenschi
Piccoli di Apistogramma baenschi (foto di Massimo Antonutti)

Dopo le cure parentali

Finito il periodo delle cure parentali, i genitori tendono a scacciare i piccoli, che cercano rifugio solitamente in mezzo alla vegetazione o tra le foglie e i legni.
I miei si sono sempre limitati a scacciare senza predare o uccidere, tuttavia è possibile, se lo spazio è poco, che li attacchino seriamente, per difendere la nuova prole.

Io ho optato, una volta ottenuta una prima covata numerosa, di separare gli esemplari per assicurarmi nuove riproduzioni; avendo faticato per trovare questi esemplari, non ho voluto rischiare di ritrovarmi senza riproduttori.
Senza i genitori, i giovani, ormai subadulti, hanno fatto gruppo e ho continuato a nutrirli con cibo vivo.

Nel video seguente, si può osservare il comportamento in colonia:

In questa fase l’aggressività è quasi del tutto assente; intorno ai 6/8 mesi i giovani esemplari sono perfettamente formati e già riproducibili, anche se la taglia non è ancora quella degli adulti.
A questo punto, l’aggressività sia tra maschi, sia tra femmine, inizia ad aumentare e bisogna iniziare a separare, se la vasca non è abbastanza grande da gestire una colonia.

Alimentazione di Apistogramma baenschi

L’alimentazione è importantissima per la loro salute: sono animali onnivori, che si nutrono principalmente di piccoli invertebrati che cacciano nel substrato.
L’integrazione di fibre vegetali è tuttavia molto importante per il loro metabolismo.

Se in natura la componente vegetale è assimilata filtrando il detrito, ricco di alghe, foglie, frutta… in acquario la scelta migliore è dare spesso verdure bollite, come spinaci, broccoli, zucchine e simili.
È importante dare una consistenza morbida, per mezzo di una lunga bollitura, dato che per questi pesci sarebbe complicato staccare pezzi di vegetale duro.
Sono ottime anche le pastiglie per pesci da fondo a base di crostacei.

Vanno assolutamente evitati i pastoni ricchi di grassi o troppo proteici: ho notato che si tende troppo spesso a dare ai ciclidi nani in accrescimento pastoni per discus, causandone un gonfiore addominale esagerato, oltre a renderli cagionevoli di salute.

Sono, difatti, pesci che per la maggior parte dell’anno si nutrono di cibo con scarso valore nutritivo e solo con la stagione delle piogge aumentano qualità e quantità degli alimenti, con la conseguente riproduzione.
Non hanno, quindi, la capacità di assimilare correttamente i grandi quantitativi di grassi e proteine pensati per l’accrescimento dei discus.

Sebbene non vi siano studi mirati sulla fertilità nei ciclidi o negli Apistogramma, in alcune specie di pesci è stato osservato come essa sia influenzata negativamente da una dieta iper-proteica.

Allestimento per Apistogramma baenschi

L’allestimento della vasca è molto semplice da eseguire.

È sufficiente un acquario con area di base minima di 60×30 cm; la capacità in litri è di secondaria importanza, poiché sono pesci che vivono a stretto contatto con il fondo.
Consiglio, comunque, un lato lungo di 70/80 cm, per godere appieno di questa specie.

Per il substrato è necessaria sabbia fine inerte, a cui ho scelto di aggiungere delle zone di Akadama (un substrato “allofano“), che abbassa le durezze e assorbe i carbonati dell’acqua e la cui porosità è utile anche per la filtrazione.

Fondo per Apistogramma baenschi con sabbia e Akadama.
Fondo per Apistogramma baenschi con sabbia e Akadama.

Sul fondo sono molto consigliate delle foglie di quercia o catappa che, oltre ad acidificare in maniera naturale, creeeranno un substrato ottimale per questi pesci, dove può svilupparsi anche microfauna spontanea.

Un esempio di detrito nel fondo è visibile nel filmato qui sotto:

Il layout si può quindi completare con vari legni e con una mezza noce di cocco forata utile, come abbiamo visto, per la deposizione.

Meglio evitare piante esigenti, preferendo le epifite: dobbiamo infatti creare un acquario con acque scure, poco adatto per la coltivazione di piante sommerse.
Sono, invece, molto gradite ed utili le piante galleggianti.

Valori per Apistogramma baenschi

I valori chimico-fisici a cui li sto allevando sono:

  • pH 5.5-6.5
  • durezza temporanea 0-3 dKH
  • durezza totale 0-3 dGH
  • temperatura 23-27 °C
  • conducibilità minore di 200 μS/cm

Importante è anche un movimento d’acqua quasi assente: non amano infatti i filtri e le pompe con una portata elevata.

Li tengo a valori di durezze e pH bassi per stimolare le riproduzioni ed accrescerli al meglio.
Sono, tuttavia, pesci estremamente resistenti e, in condizioni di salute ottimali, allevabili anche in acque un po’ più dure.

L’acidità influenza la lunghezza delle pinne e i colori, quindi in acque dure e neutre le pinne restano molto più corte e con colori solitamente molto meno accesi.

Coinquilini di Apistogramma baenschi

I pesci rassicuranti (dither fish) sono molto utili per contenere l’iper-aggressività, frequente soprattutto nei maschi.
A tale scopo, si possono usare specie appartenenti ai generi Paracheirodon e Nannostomus o altri Caracidi come Hyphessobrycon.

Sebbene P. simulans e H. amandae abbiano il pregio di non predare le uova, per via delle piccole dimensioni, tendo a sconsigliarli in abbinamento agli Inka 50, vista l’aggressività di questi ultimi.

Vanno evitati, in generale, i vari Loricaridi e altri pesci da fondo come Botia e Corydoras, poiché rendono molto difficile la riproduzione e competono con i Ciclidi per il territorio e le tane.

Apistogramma baenschi e Ancistrus
Per quanto possa essere aggressivo, il piccolo A. baenschi non può difendere uova e prole da questo Ancistrus, molto più grande di lui.

Se anche voi volete provare a tenere questi pesci o siete interessati a conoscere altri ciclidi nani oppure volete mostrarci la vostra esperienza di allevamento, venite a trovarci nel forum.
Saremo felici di parlarne assieme!

Bibliografia e Crediti

Römer, Uwe & Hahn, Ingo & Römer, Erika & P. Soares, David & Wöhler, Martin. (2004). Apistogramma baenschi sp. n.: Description of another geophagine Dwarf-Cichlid (Teleostei: Perciformes) from Peru. Das Aquarium. 38. 15-30. [Link ResearchGate]

Mappa areale: ©OpenStreetMap contributors, Open Database License. Tavole sotto licenza CC BY-SA 2.0.

Ringraziamo Massimo Antonutti per alcune foto e Salvatore Gagliarde per il video degli avannotti.

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