El-Natural Archivi · Acquario.top La Scienza in Acquario. Sun, 13 Oct 2019 09:56:55 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.2 L’acquario naturale secondo Diana Walstad https://acquario.top/acquario-naturale-diana-walstad/ https://acquario.top/acquario-naturale-diana-walstad/#respond Sat, 30 Jun 2018 11:00:15 +0000 https://acquario.top/?p=1049 L’acquario naturale è una tipologia di allestimento non ben definita, in quanto ne esistono svariate interpretazioni. Alcune di queste sono: acquario naturale nel senso di “privo di tecnica“, quindi senza filtro, aeratore, impianto CO2…; acquario naturale nel senso di “acquario con minimi interventi da parte dell’acquariofilo“, quindi lasciando che la natura e gli equilibri che […]

L'articolo L’acquario naturale secondo Diana Walstad proviene da Acquario.top.

]]>
L’acquario naturale è una tipologia di allestimento non ben definita, in quanto ne esistono svariate interpretazioni.
Alcune di queste sono:

  • acquario naturale nel senso di “privo di tecnica“, quindi senza filtro, aeratore, impianto CO2…;
  • acquario naturale nel senso di “acquario con minimi interventi da parte dell’acquariofilo“, quindi lasciando che la natura e gli equilibri che si instaurano nell’acquario facciano liberamente il loro corso;
  • acquario naturale nel senso di “piantumato“, quindi con tantissime piante e pochi pesci;
  • acquario naturale nel senso di “acquario che imita le forme o gli scorci naturali“, come i Nature Aquarium di Takashi Amano;
  • varie combinazioni delle precedenti e tante altre.

In questo articolo, ci concentreremo su uno specifico tipo di allestimento, ovvero l’acquario naturale secondo Diana Walstad. Questa tipologia di allestimento è nota anche come acquario low tech o, specialmente all’estero, come El-Natural o NPT (Natural Planted Tank – Acquario Naturale Piantumato).

Partiamo subito!

L’acquario naturale secondo Diana Walstad

Sull’acquario “alla Walstad” è stato detto di tutto e di più, con svariate (mis)interpretazioni: cercheremo quindi di fare innanzitutto un po’ di chiarezza su questa gestione, spiegando come funzioni e cosa la caratterizzi.
Dopo questa spiegazione, ci saranno alcune domande poste a qualcuno che di acquari “alla Walstad” se ne intende davvero, domande sia molto frequenti, sia mai poste 😉

L’acquario naturale

Quasi tutto quello che riguarda l’acquario naturale può essere trovato nel libro Ecology of the Planted Aquarium di Diana Walstad, autopubblicato per la prima volta nel 1999 e attualmente in commercio nella terza edizione del 2012.
Purtroppo non ne è attualmente disponibile una traduzione in italiano, dunque è necessario leggere il libro in inglese; tale versione si trova comunque facilmente, sia cartacea, sia come e-book Amazon Kindle (costo circa 15 euro).

Ecology of the Planted Aquarium, III edizione.
Ecology of the Planted Aquarium, III edizione.

Personalmente consiglio la lettura diretta del libro sia perché contiene il massimo numero di materiali (testi, tabelle, immagini) sia perché alla fine di ogni capitolo c’è una ricchissima bibliografia di articoli e libri scientifici sui vari aspetti trattati nel libro, che rappresentano una miniera di informazioni per l’acquariofilo più smaliziato.

Tutto ciò premesso, bando alle ciance e iniziamo davvero a parlare di questo acquario naturale.

Fattori chiave dell’acquario naturale

Citando Diana Walstad, in una sua intervista: “il mio metodo imita il ciclo dei nutrienti in natura. Usa le piante per mantenere i pesci in salute, assorbendo i loro rifiuti. In cambio, i pesci e il terriccio forniscono i nutrienti necessari alle piante“.

Già in questa frase abbiamo quattro fattori chiave dell’acquario naturale: i pesci, le piante, il terriccio e l’equilibrio.

Acquario Diana Walstad
Uno degli acquari naturali di Diana Walstad. (Foto: Diana Walstad)

Un acquario naturale “alla Walstad” è quindi un acquario piantumato, dove si ricerca un equilibrio tra pesci, piante e fondo.
Vediamo nel dettaglio tutti i fattori.

Acquari

Va bene qualsiasi tipo di acquario, da una piccola boccia per caridina fino ad acquari da centinaia di litri.
Ad esempio, Diana Walstad usa acquari da circa 8 litri per le caridina, mentre usa acquari da 150-220 litri per i guppy.

Fondo

Come fondo, Diana Walstad utilizza del comune terriccio da vasi, non fertilizzato (titoli NPK in etichetta il più bassi possibile), ben compostato e senza perlite, che galleggia. Questo terriccio è poi coperto da uno strato di ghiaino fine (granulometria di 2-4 mm) o sabbia, che ha la funzione di isolare parzialmente il terriccio dall’acqua, evitando che quanto contenuto nel terriccio finisca in colonna.

Terriccio per vasi Miracle Gro
Strato di terriccio per vasi in una boccia in allestimento. (Foto: Diana Walstad)

Indicativamente, servono circa 2.5 cm di terriccio con altrettanto spessore di ghiaino. Nel caso si usi la sabbia, è consigliabile uno spessore minore, per quest’ultima (circa 1.5-2 cm al massimo)
Bisogna evitare di fare un fondo troppo sottile, poiché le piante non attecchiscono, così come un fondo troppo spesso, perché questo può essere causa di zone anossiche, ovvero prive di ossigeno, in cui alcuni ceppi batterici possono produrre sostanze tossiche (come i batteri solforiduttori).

Acqua

In linea generale va bene l’acqua di rete, per un NPT. Tuttavia è bene verificare le analisi del fornitore per determinare se c’è qualche problema, come sodio o nitrati alti oppure durezze bassissime, giusto per citare i più comuni.
In particolare, Diana Walstad consiglia di usare acqua con durezza totale maggiore di 6 dGH, per garantire un minimo apporto di sali nutrienti (calcio, magnesio etc).

È bene lasciar riposare l’acqua per un tempo sufficiente (un giorno va bene) o trattarla con un biocondizionatore, affinché il cloro usato per la disinfezione venga eliminato.

Se l’acqua di rete non va bene o non è utilizzabile, si possono usare acqua da osmosi inversa addizionata con appositi sali per remineralizzazione.
Se l’acqua di rete è troppo tenera (GH minore di 5-6 dGH) o priva di qualche macroelemento, si può “indurirla” con sali singoli (cloruro di calcio, solfato di magnesio e cloruro di potassio).
Ad esempio, spesso accade che la durezza totale dell’acqua (GH) sia data quasi esclusivamente dal calcio, per cui può essere utile inserire del magnesio.

Tecnica

L’acquario naturale secondo Diana Walstad prevede l’uso di tecnica, contrariamente a quanto si potrebbe pensare.
In particolare, si fa uso di:

  • Luce artificiale, dato che l’equilibrio dell’acquario si basa sulla crescita vigorosa delle piante e la luce è l’unica fonte – per loro – di energia in ingresso nel sistema-acquario; la luce dovrebbe avere una buona intensità, indicativamente almeno 0.4-0.5 watt/litro (30-40 lumen/litro). La luce naturale indiretta, per quanto gradita in questo tipo di allestimento, è insufficiente.
  • Filtro, specialmente negli acquari più grandi, per mantenere una buona circolazione del calore e delle sostanze nutritive. Sebbene in un acquario di questo tipo la rimozione dei composti dell’azoto sia effettuata soprattutto dalle piante, il filtro è comunque di supporto e comunque utile per il filtraggio meccanico. È comunque possibile non mettere un filtro, basta valutare bene, anche considerando i pesci che si inseriranno.
  • Aeratore, da usare principalmente in caso di difficoltà di respirazione dei pesci (dovuti ad alte temperature, temporanee presenze di nitriti etc). Non è da usarsi continuamente, poiché disperde l’anidride carbonica disciolta nell’acqua.
  • Riscaldatore, per mantenere una temperatura adeguata.
  • Lampada UV-C, utile specialmente in caso di alghe unicellulari (volvox) e durante l’inserimento dei nuovi pesci nell’acquario.

Piante

Purtroppo non tutte le piante si possono tenere in un acquario di questo tipo, visto che la fertilizzazione è quasi nulla, non vi è immissione artificiale di CO2 e il pH rimane mediamente alto.
Giusto per dare un’indicazione di massima a tal riguardo, nei plantacquari con iniezione di CO2 si possono avere facilmente 20-30 mg/l di CO2 disciolta, mentre in un acquario naturale la concentrazione media è attorno ai 3-8 mg/l.

In questi allestimenti, Diana Walstad consiglia di provare con vari tipi di piante, meglio se coltivazione sommersa (così non devono adattarsi) e tenere quelle che sopravvivono e prosperano bene.

Piante galleggianti.
Le piante emerse/galleggianti sono molto utili in un NPT (nella foto: Hydrocotyle leucocephala e Salvinia minima nel mio setup).

Giusto per dare qualche orientamento, in generale le specie di Echinodorus, Sagittaria, Anubias, Bacopa e Cryptocoryne riescono a prosperare bene. Oltre a queste, le galleggianti, come Limnobium, Hydrocotyle o Pistia, avendo il “vantaggio aereo” (assorbono CO2 direttamente dall’aria), di solito vivono bene.

Pesci e lumache

Nessuna raccomandazione particolare, tuttavia è necessario scegliere specie adeguate per le dimensioni dell’acquario, allestimento e valori dell’acqua.
C’è da dire che Diana Walstad non si pone molto questo problema, allevando solamente guppy e caridina, tuttavia afferma che per pesci con esigenze particolari, questo tipo di allestimento può non essere appropriato. Penso, ad esempio, ad alcune specie che richiedono pH e durezze molto basse o acqua con conducibilità quasi nulla.

In generale, la popolazione deve essere bassa, in numero e carico organico, poiché tanto più è il carico organico da smaltire, tanto più alto è il rischio di avere problemi (questo, tra l’altro, vale con qualsiasi allestimento).

Le lumache sono apprezzate, poiché sminuzzano i resti di cibo in frammenti più piccoli, facilitandone la decomposizione.

Lumache in un acquario naturale
Lumache (e caridina, piante, cetriolo da mangiare) nel mio NPT.

Diana Walstad tiene lumache in tutti i suoi acquari.

L'articolo L’acquario naturale secondo Diana Walstad proviene da Acquario.top.

]]>
https://acquario.top/acquario-naturale-diana-walstad/feed/ 0
Intervista a Diana Walstad https://acquario.top/intervista-a-diana-walstad/ https://acquario.top/intervista-a-diana-walstad/#respond Thu, 18 Jan 2018 22:00:03 +0000 https://acquario.top/?p=408 Quella che segue è la traduzione dell’intervista rilasciata da Diana Walstad al sito croato Aquariss. Ringraziamo sia l’amministrazione di Aquariss sia la dottoressa Walstad per averci gentilmente accordato il permesso di tradurre e pubblicare l’intervista. È possibile trovare l’intervista originale nel sito aquariss.net Diana Walstad – Acquari naturali piantumati Gentile signora Diana, grazie per averci […]

L'articolo Intervista a Diana Walstad proviene da Acquario.top.

]]>
Quella che segue è la traduzione dell’intervista rilasciata da Diana Walstad al sito croato Aquariss.

Ringraziamo sia l’amministrazione di Aquariss sia la dottoressa Walstad per averci gentilmente accordato il permesso di tradurre e pubblicare l’intervista.

È possibile trovare l’intervista originale nel sito aquariss.net


Diana Walstad – Acquari naturali piantumati

Gentile signora Diana, grazie per averci offerto il suo tempo per questa intervista, così da poter condividere le sue conoscenze e la sua esperienza con noi.
Per cominciare, ci dica qualcosa riguardo della sua vita. Qual è il suo background nel mondo degli acquari? Da quanto tempo ha questo hobby?

Sono nata nel 1945 in una famiglia che ha sempre avuto acquari e laghetti. Da bambina ho tenuto rane e gambusie, successivamente sono passata ai gourami e ai guppy.
Tuttavia ho abbandonato l’hobby per diversi anni dopo un’invasione di Camallanus (un verme parassita) a scapito dei miei amati guppy. Non riuscivo a sbarazzarmi del parassita.

Nel frattempo ho ricevuto una laurea in Microbiologia e ho lavorato come tecnico di ricerca in vari campi legati alla medicina.
Nel 1988, ho deciso di riprovare con gli acquari. Questa volta avevo sufficiente esperienza di ricerca, determinazione e denaro per provare nuovi metodi e indagare i problemi.
Ad esempio, quando è tornato l’indesiderato Camallanus ad infettare i miei guppy, ho consultato un veterinario specializzato nella cura dei pesci. Questa volta ho ricevuto i farmaci e un trattamento che hanno funzionato con successo ed hanno eradicato il parassita.

Il tuo libro Ecology of the Planted Aquarium è stato il culmine di tanti anni di lavoro. Può dirci in breve cosa l’abbia ispirata inizialmente e quale fosse l’obiettivo originale del progetto?

Mi creda, non c’era alcun programma di scrivere questo libro.
Quando ho cominciato a tenere acquari nuovamente, nel 1988, ero determinata ad avere un acquario piantumato. Tutti i tentativi precedenti erano falliti, così quella volta tentai qualcosa di diverso – mettere del terriccio nell’acquario.
Ero stata ispirata da un’intervista a Dorothy Reimer [NdT: un’acquariofila che ha iniziato la sua attività negli anni Sessanta, con un approccio che oggi definiremmo low-tech, i cui allestimenti prevedevano l’uso di comune terriccio]. Descriveva la coltivazione di alcune piante meravigliose usando terriccio per vasi.

Dopo aver provato anch’io il terriccio per vasi, ottenendo risultati spettacolari, mi sono convertita.
Notavo anche che i pesci stavano piuttosto bene in questi acquari, nonostante gli interventi minimi di manutenzione.
Nel 1991, ho inviato un articolo sul mio metodo ad una rivista di acquariofilia. L’articolo è stato prontamente rifiutato.
Ho quindi deciso di scrivere articoli scientifici più sostanziali, usando le informazioni scientifiche che avevo iniziato a trovare nelle biblioteche universitarie. Non avevo difficoltà a recuperare articoli scientifici pubblicati nelle varie riviste.

Durante questo periodo, ho notato quante informazioni interessantissime fossero presenti nelle biblioteche ma ignorate dall’hobby acquariofilo!
Quando ho trovato Limnology di Robert Wetzel, capii di aver colpito la vena d’oro. Ho realizzato che molti dei concetti sui laghi e i fiumi, da lui descritti, avrebbero potuto essere applicati agli acquari. Ero estasiata da quel che leggevo nel suo libro e dagli articoli scientifici da lui citati.
Non appena avevo un momento libero, visitavo le biblioteche di biologia e botanica delle tre università che avevo vicino a me. Queste meravigliose biblioteche hanno come un forziere del tesoro pieno di riviste scientifiche sulla chimica dell’acqua, sulle piante acquatiche etc.

Avevo anche iniziato a compilare un Indice di Ecologia Acquatica degli articoli scientifici, cosa che mi ha consentito di rendere fattibile, in seguito, la stesura del libro.
Indicizzavo per argomento ogni articolo, prima che questo finisse nel mio archivio. Ad esempio, un articolo poteva discutere dei chelanti dei metalli e degli acidi umici dalla prospettiva dell’assimilazione del ferro, mentre un altro articolo avrebbe potuto parlarne in termini di pioggia acida o riduzione della tossicità dei metalli nei pesci.
Avrei quindi classificato entrambi gli articoli sotto “chelanti” e “acidi umici”.
Alla fine, potevo andare nel mio Indice e cercare vari articoli con informazioni sui chelanti e sugli acidi umici.
L’Indice ora è lungo oltre 100 pagine, grazie agli oltre 800 articoli che ho letto e indicizzato. Senza l’Indice, un libro con così tanti argomenti apparentemente scorrelati sarebbe stato estremamente difficile da scrivere.

Ad un certo punto, ho deciso che avrei potuto unire i vari articoli che avevo scritto su argomenti così disparati in un libro. È stato qualcosa che è valso la pena.

Acquario Walstad
Acquario di Diana Walstad da 190 litri.

L'articolo Intervista a Diana Walstad proviene da Acquario.top.

]]>
https://acquario.top/intervista-a-diana-walstad/feed/ 0
Piccoli acquari con piante per gamberetti https://acquario.top/piccoli-acquari-piante-gamberetti/ https://acquario.top/piccoli-acquari-piante-gamberetti/#respond Thu, 18 Jan 2018 11:30:53 +0000 https://acquario.top/?p=388 Questa è la traduzione dell’articolo Small Planted Tanks for Pet Shrimp di Diana Walstad, nella sua versione attualmente più aggiornata di Ottobre 2017. L’originale, in Inglese, è disponibile per il download sul sito web dell’autrice. Si ringrazia vivamente la dottoressa Walstad per aver permesso la traduzione e la pubblicazione dell’articolo! NdT: per semplificare la lettura, […]

L'articolo Piccoli acquari con piante per gamberetti proviene da Acquario.top.

]]>
Questa è la traduzione dell’articolo Small Planted Tanks for Pet Shrimp di Diana Walstad, nella sua versione attualmente più aggiornata di Ottobre 2017.
L’originale, in Inglese, è disponibile per il download sul sito web dell’autrice.

Si ringrazia vivamente la dottoressa Walstad per aver permesso la traduzione e la pubblicazione dell’articolo!

NdT: per semplificare la lettura, sono state convertite tutte le misure nel sistema consuetudinario statunitense di unità (galloni, pollici, gradi Fahrenheit etc).


Piccoli acquari con piante per gamberetti

Allestire un acquario piantumato è un percorso pieno di ostacoli.
Le piante appena acquistate devono adattarsi al nuovo substrato, alla nuova luce e alle nuove condizioni dell’acqua.
Molte devono adattarsi alle condizioni di vita sommerse [NdT: molte piante sono coltivate in forma emersa, per questioni di velocità ed economia] e c’è la possibilità che alcune specie non riescano a sopravvivere.
Le alghe potrebbero diventare un problema e i pesci aggiungono un’altra difficoltà. Spesso i pesci appena acquistati si ammalano e gli acquariofili sono tentati di aggiungere sostanze chimiche all’acqua.

Le piccole bocce per gamberetti sono molto meno suscettibili a problemi e frustrazioni.
In questo articolo, descriverò due metodi per allestire dei piccoli acquari con piante per gamberetti.
L’allestimento della boccia è facile e veloce; il metodo di avvio all’asciutto (DSM – Dry Start Method) è più complicato ma ha alcuni vantaggi interessanti rispetto all’usale avvio sommerso.

È solo da quando ho iniziato a tenere i gamberetti che ho visto i vantaggi di passare alle dimensioni di bocce e piccoli acquari.
Magari lo avessi fatto prima!
I gamberetti Red Cherry (RCS) sono simpatici, carini, poco costosi e con poche pretese.

Red Cherry
Gamberetto Red Cherry (Neocaridina heteropoda). Questa femmina adulta, dai colori vivaci, è lunga circa 2 cm. I maschi adulti (lunghi circa 1.2 cm) e i piccoli sono color crema. I gamberetti Red Cherry sono poco esigenti rispetto ad altri gamberetti.

Sono perfetti per piccoli acquari o bocce con piante – niente riscaldatore, niente filtro, niente cibi particolari e nessuna malattia dei pesci. I cambi d’acqua sono poco onerosi, poiché si lavora con pochi litri d’acqua.

I piccoli acquari con gamberetti sono un modo eccellente per prendere confidenza con le piante acquatiche. I neofiti imparano come gestire il substrato e scoprono quali piante si adattino meglio alle varie condizioni, prima di allestire un acquario più grande.

Imparare come coltivare piante d’acquario vale lo sforzo. Le piante purificano l’acqua e il substrato, riducendo perciò la manutenzione dell’acquario (cambi d’acqua, sifonature etc).

Nota: il mio libro Ecology of the Planted Aquarium spiega come le piante rendano più facile la gestione dell’acquario. Ad esempio, il capitolo II (“Piante come purificatrici d’acqua) mostra l’assorbimento da parte delle piante di metalli pesanti, ammoniaca e nitriti. Il capitolo IV (“Batteri”) tratta l’elaborazione delle tossine da parte dei batteri nel substrato. Il capitolo VII (“Ecologia e nutrizione delle piante”) documenta il notevole assorbimento di ammoniaca tossica da parte delle piante acquatiche.

L'articolo Piccoli acquari con piante per gamberetti proviene da Acquario.top.

]]> https://acquario.top/piccoli-acquari-piante-gamberetti/feed/ 0 Assorbimento dell’azoto da parte delle piante acquatiche https://acquario.top/assorbimento-azoto-piante-acquatiche-walstad/ https://acquario.top/assorbimento-azoto-piante-acquatiche-walstad/#respond Wed, 17 Jan 2018 22:30:10 +0000 https://acquario.top/?p=366 Questa è la traduzione dell’articolo Nitrogen Uptake by Aquatic Plants di Diana Walstad, nella sua versione attualmente più aggiornata di Maggio 2017. L’originale, in Inglese, è disponibile per il download sul sito web dell’autrice. Si ringrazia vivamente la dottoressa Walstad per aver permesso la traduzione e la pubblicazione dell’articolo! Assorbimento dell’azoto da parte delle piante […]

L'articolo Assorbimento dell’azoto da parte delle piante acquatiche proviene da Acquario.top.

]]>
Questa è la traduzione dell’articolo Nitrogen Uptake by Aquatic Plants di Diana Walstad, nella sua versione attualmente più aggiornata di Maggio 2017.
L’originale, in Inglese, è disponibile per il download sul sito web dell’autrice.

Si ringrazia vivamente la dottoressa Walstad per aver permesso la traduzione e la pubblicazione dell’articolo!


Assorbimento dell’azoto da parte delle piante acquatiche

L’ammonio e i nitriti sono dannosi per la salute dei pesci. Molti acquariofili fanno affidamento ai filtri (ovvero al filtraggio biologico o nitrificazione) per rimuovere questi componenti tossici dall’acqua.
Non prendono però in considerazione le piante e persino gli appassionati con acquari piantumati sottostimano la capacità purificante delle piante, poiché suppongono che queste utilizzino i nitrati come fonte di N (azoto).

Tuttavia la realtà è piuttosto diversa. Studi scientifici hanno ripetutamente mostrato che la stragrande maggioranza delle piante acquatiche preferiscono l’ammonio ai nitrati. Oltre a questo, preferiscono assorbirlo dall’acqua attraverso le foglie, anziché dal substrato, per mezzo delle radici.
Perciò le piante possono – se ne hanno la possibilità – avere un ruolo importante nella purificazione dell’acqua.

Non sono semplicemente ornamenti per l’acquario, strumenti da aquascaping o nascondigli per gli avannotti.

L'articolo Assorbimento dell’azoto da parte delle piante acquatiche proviene da Acquario.top.

]]>
https://acquario.top/assorbimento-azoto-piante-acquatiche-walstad/feed/ 0