Allestimento di biotopo Archivi · Acquario.top La Scienza in Acquario. Sun, 18 Oct 2020 20:26:26 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 Petsfestival… .top https://acquario.top/petsfestival-top/ https://acquario.top/petsfestival-top/#respond Sun, 01 Dec 2019 10:06:00 +0000 https://acquario.top/?p=4723 Che siate riusciti a passare o meno al Petsfestival di quest’anno, abbiamo pensato potesse essere utile fare un piccolo resoconto di quello che abbiamo fatto, così da tenere traccia dell’esposizione e consentire di rivedere gli allestimenti proposti. Petsfestival 2019 Prima di cominciare, facciamo una piccola riflessione riguardo l’edizione 2019 della manifestazione. Ci ha fatto molto […]

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Che siate riusciti a passare o meno al Petsfestival di quest’anno, abbiamo pensato potesse essere utile fare un piccolo resoconto di quello che abbiamo fatto, così da tenere traccia dell’esposizione e consentire di rivedere gli allestimenti proposti.

Petsfestival 2019

Prima di cominciare, facciamo una piccola riflessione riguardo l’edizione 2019 della manifestazione.

Acquario.top al Petsfestival 2019

Ci ha fatto molto piacere poter essere presenti ed esporre al pubblico la nostra idea di acquariofilia. Ancor più piacere e soddisfazione ci ha dato la curiosità delle molte persone, anche non addette ai lavori, che si sono fermate a chiedere informazioni o solo per soddisfare qualche piccola curiosità.

Nascendo come sito divulgativo, spiegare quello che facciamo, quello che vogliamo ottenere e quello che abbiamo ottenuto è davvero il fine ultimo dei nostri sforzi, che possiamo dire essere stati ben ripagati durante i due giorni di fiera.
Far vedere allestimenti ispirati agli ambienti naturali e studiati in base alle conoscenze sulle specie ha attirato più attenzione di quanta sinceramente ci aspettavamo.

Divulgazione Acquario.top

Crediamo, come gruppo, che dare occasioni di apprendimento e accrescimento culturale, in forma semplice ma scientificamente corretta, sia molto importante anche in fiere aperte a tutti. Così facendo si aumentano consapevolezza e conoscenza, riuscendo a elevare culturalmente l’hobby dell’acquariofilia che tanto apprezziamo.

È stata quindi una bellissima avventura e speriamo sia la prima di una lunga serie di esperienze simili!

Ringraziamenti

Senza il fondamentale supporto di queste persone non sarebbe stato possibile organizzare quello che abbiamo fatto:

  • Mario Bertocco, che ci ha permesso di avere lo spazio espositivo;
  • Lorenzo Tarocchi, che ci ha preparato gli acquari e l’illuminazione, con Auryfish che ci ha donato alcuni dei pesci esposti;
  • Roberto Pellegrini con Area Palustre – Vivaio & Collezione Piante Acquatiche, che ci ha fornito le piante emerse per l’allestimento dei Betta coccina;
  • i “vicini di stand” di Associazione Italiana Betta e di Associazione Italiana Killifish che, oltre ad aver fatto fronte comune con le tematiche affrontate, sono stati disponibilissimi ad aiutarci sia dal lato organizzativo sia dal lato umano in questa nostra prima esperienza.

Ringraziamo inoltre altri espositori che sono venuti a fare quattro chiacchiere, come Davide Landolfo il quale, dopo aver montato lo stand di Zoominimarket, si è messo ad aiutarci con i cambi d’acqua e i dosaggi o come i ragazzi dell’Associazione Italiana Ciclidofili che ci mandavano in continuazione appassionati!

Ci hanno dato moltissima soddisfazione e ci hanno rincuorato l’apprezzamento, i consigli e gli spunti per migliorare di Heiko Bleher (non occorrono presentazioni) e di Michael Salter, membro della giuria del Biotope Aquarium Design Contest.

Infine, ma non meno importante, un enorme ringraziamento a tutti quelli che sono passati e si sono anche solo fermati a guardare. Vedere l’interesse, dare un volto a certe persone viste solo online o nei social, confrontare le opinioni e condividere le conoscenze o i trucchi del mestiere sono tutti motivi che ci spingono a fare di più e a cercare di riproporre l’esposizione, più in grande e in meglio!

Stand al Petsfestival

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Incontri Ravvicinati con il genere Cichla https://acquario.top/incontri-ravvicinati-genere-cichla/ https://acquario.top/incontri-ravvicinati-genere-cichla/#respond Wed, 18 Sep 2019 19:25:11 +0000 https://acquario.top/?p=4476 Con i pesci del genere Cichla bisogna pensare in GRANDE, ci dice Ivan Mikolji. Andiamo alla scoperta dell’ambiente naturale di questo magnifico genere di pesci e vediamo da quanto osservato come si può progettare un acquario adeguato per loro. Ringraziamo Ivan Mikolji per averci permesso di condividere anche questo suo viaggio! Incontri ravvicinati con il […]

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Con i pesci del genere Cichla bisogna pensare in GRANDE, ci dice Ivan Mikolji.
Andiamo alla scoperta dell’ambiente naturale di questo magnifico genere di pesci e vediamo da quanto osservato come si può progettare un acquario adeguato per loro.

Ringraziamo Ivan Mikolji per averci permesso di condividere anche questo suo viaggio!


Incontri ravvicinati con il genere Cichla

Se potessimo trasformarci in un pesce, quale sceglieremmo?
Il primo che mi è venuto in mente è un altum, perché è il mio pesce preferito, ma mi sono subito fermato e mi sono preso qualche momento per analizzare meglio la questione. Gli altum sono fortemente minacciati nel loro ambiente naturale, dunque non è una buona scelta.
Sebbene adori i cardinale, certamente non vorrei essere uno di quei pesciolini che vengono mangiati dalla maggior parte degli altri: pretendo di stare alla cima della catena alimentare!
Quindi ho cominciato a pensare alle piragna, ma no!, spesso mangiano carogne, che danno pesantezza allo stomaco. Poi sono passato ai pesci lupo [NdT: Anarhichas lupus]… troppo aggressivi.
E che dire delle anguille elettriche? Troppo pizzicose!
Infine, ho pensato ai Cichla: hmmmm… niente di negativo, solo vantaggi.

Fiume Orinoco
Fiume Orinoco, Venezuela.
Fiume Cinaruco
Fiume Cinaruco, Venezuela.
Palme moriche
Palme moriche (Mauritia flexuosa).

Quello dei Cichla è un genere di pesci che sono comunemente chiamati, in inglese, Peacock bass e, lasciatemelo dire, sono fra quei pesci che è sempre un piacere osservare in natura.
Nuotano in maniera maestosa, alla giusta velocità – né troppo piano, né troppo veloci. Fanno sempre le loro attività da Cichla e le fanno perfettamente. Quando nuotano, nuotano con un piano: sanno dove stanno andando. La forma del corpo, i colori meravigliosi e le livree sono una delizia da osservare.

Se confrontati con la maggior parte degli altri pesci, i Cichla sono piuttosto timidi. Solo pochi Cichla più navigati ti si avvicinano e ti guardano fisso: ti analizzano. Questi sono gli Incontri Ravvicinati con il genere Cichla.
Non appena si annoiano, nuotano via, riprendendo i loro affari quotidiani.

Ci sono attualmente circa 15 specie descritte, tutte limitate al Sud America. In Venezuela ne abbiamo cinque e quella più diffusa e numerosa è Cichla orinocensis.

Quindi, sono questi i pesci da sogno per l’acquario? Sì, lo sono, e puoi tenerli, se hai un acquario molto grande, lungo almeno due metri e mezzo e largo almeno 90 centimetri. Qui le dimensioni contano: tanto maggiori, tanto meglio!

I Cichla sembra abbiano un territorio, un po’ come i leoni o altri predatori terrestri, e sembra lo conoscano a memoria. Sebbene, crescendo, tendano a muoversi in habitat diversi, mantengono sempre un territorio specifico in questi habitat. Ho avuto modo di fotografare esemplari con tratti caratteristici anno dopo anno, sempre nella stessa posizione.

I Cichla nascono in grandi spazi acquei come i fiumi principali e i laghi. Quando raggiungono i 15 cm circa di lunghezza, una parte migra nei corpi d’acqua minori, come tributari o affluenti dei fiumi maggiori e dei laghi. Lì spendono una parte della loro vita nutrendosi e crescendo. Una volta raggiunti i 35-40 cm, abbandonano definitivamente questi piccoli corsi d’acqua e tornano nei corsi principali.

I Cichla sono pesci pelagici che trascorrono la loro vita nuotando nelle acque aperte e non in prossimità del fondo. Anche se tendono a nuotare vicino alle rive dei fiumi, non vivono nella zona litorale: si limitano a nutrirsi.
Nelle acque aperte e profonde non c’è un menu tanto lungo da cui scegliere. Lì i pesci o sono troppo grandi o hanno ottimi meccanismi di difesa.
Le mie osservazioni concludono che i Cichla vivono nell’area di transizione fra le rive e le acque aperte. Quindi, se volessi imitare in acquario il loro habitat, dovrebbe essere presente solo acqua? Per certi versi questo è corretto, sebbene un biotopo per Cichla debba essere adattato alle dimensioni e all’età del pesce, se si vuole mirare alle riproduzioni. Un acquario di biotopo per un Cichla adulto non è lo stesso per un giovanile, come spiegherò nel seguito dell’articolo.

Ho tenuto numerose specie diverse del genere Cichla e, in generale, un acquario di biotopo per loro deve prevedere ampie zone libere con poche decorazioni, se non nessuna. L’arredo di questo acquario di biotopo sarà maggiormente diretto a far felici i pesci che vivranno con i Cichla, più che i Cichla stessi.

Le specie che possono convivere con i Cichla sono piuttosto limitate. Le poche opzioni includono alcuni grandi pesci gatto e razze di fiume. In natura, i Cichla si possono osservare nuotare a fianco di Semaprochilodus kneri, grandi ciclidi come Heros severus, grandi appartenenti al genere Geophagus, grandi Satanoperca o Crenicichla.

Quando dico grandi, intendo grandi almeno quanto i Cichla stessi.
Non tenere piccoli Corydoras o pesci come Otocinclus assieme a loro: a volte vengono ingeriti con conseguenze tragiche per i Cichla. Un buon coperchio è altresì neccessario, poiché un pesce in fuga potrebbe saltare fuori dall’acquario.

Cichla orinocensis
Cichla orinocensis, Rio Apure, Venezuela.
Cichla orinocensis
Cichla orinocensis, Rio Apure, Venezuela.
Cichla orinocensis
Cichla orinocensis, Rio Apure, Venezuela.

I Cichla sembrano ben vivere in tutti i tipi di acque o di ecosistema acquatico dove riescono a trovare grandi quantità di cibo. Li ho osservati in quasi tutti i corsi d’acqua che ho visitato nel bacino dell’Orinoco. Sembrano ben sviluppati anche nei bacini e nei corsi artificiali dove sono stati introdotti; esempi di queste introduzioni sono le Everglades negli Stati Uniti o il Lago di Maracaibo nel Venezuela.
I parametri dell’acqua più frequenti sono un pH fra 5.5 e 6.5 e una temperatura fra i 25 e i 27 °C.

In Venezuela sono gli unici pesci d’acqua dolce protetti dalla legge. È consentito tenerne solo due esemplari quando si pesca. Questa forma di tutela li ha salvaguardati  dal venire pescati eccessivamente e possono quindi essere visti frequentemente in natura. A volte, però, mi chiedo perché siano l’unica specie protetta. Penso si riesca a vederli troppo spesso proprio perché sono gli unici protetti. Però, la tutela e le limitazioni hanno senso e funzionano.
Gli individui più grandi di solito si vedono da soli o in coppia, mentre gli adolescenti spesso sono in gruppetti fino a venti esemplari o poco più. Più le acque sono chiare e più tendono a fare gruppi.

Ho visto grandi femmine prendersi cura dei loro piccoli. Credo sia una delle scene più impressionanti che abbia visto sott’acqua. Centinaia di “bambini” da 5-6 cm seguono la loro mamma, che va in giro a nutrirsi. Lei quindi si avvicina alle rive del fiume poco profonde e ricche di vegetazione e quindi ci nuota in mezzo. Questo disturba e spaventa centinaia di piccoli pesci e gamberetti, che si nascondono o vivono fra la vegetazione, e che ora scappano nelle acque aperte, dove diventano cibo per pesci e facili prede per i piccoli Cichla.
Questa è un po’ come l’istruzione domestica, con un continuo insegnamento. Crescendo, i Cichla perfezionano le loro abilità di caccia: imparano anche a fare gli agguati, molto affascinanti da osservare.

Si può vedere un bell’esempio di queste abilità nella The Fish Guys Expedition 2 part 17, a partire dai 33:59.

Quando ho filmato questo agguato di un giovane Cichla orinocensis contro un testarossa Hemigrammus rhodostomus, sono rimasto colpito.
Qui è dove centinaia di ore di osservazioni subacquee vengono in aiuto e ti consentono di catturare il momento. Quel che ha attratto la mia attenzione è stato il nuoto troppo lento e troppo vicino al fondo del Cichla. Questo mi ha fatto immediatamente fermare e concentrare l’attenzione su di esso. Come ho detto prima, i Cichla nuotano sempre in maniera perfetta e se non lo fanno, o c’è qualcosa che non va o sta succedendo qualcosa di interessante.

Tornando a noi, il Cichla nuotava lentamente e molto vicino al fondo verso una grosso legno mezzo sprofondata nella sabbia. Avvicinatosi al legno, ha cambiato completamente colore e livrea, passando da una graziosa varietà di colori a un marrone scuro uniforme, molto simile a quello del pezzo di albero.
Quindi ha ispezionato il legno e trovato un’apertura cava, simile a una grotta, dove è entrato, scomparendo. Dopo un paio di secondi, è uscito appena con la testa, giusto il necessario per osservare i pesci che passavano nelle vicinanze. Poiché la “grotta” gli consentiva di vedere in una sola direzione, dove non c’erano pesci in vista, ha deciso di uscire e aspettare nei pressi del legno, in una posizione dalla quale poteva vedere in tutte le direzioni. Lì si è fermato, rimanendo immobile. Non appena ha ritenuto il testarossa entro il suo raggio d’azione, ha colpito alla velocità della luce.

Riguardando il filmato al rallentatore, osserviamo che i Cichla hanno un’ottima distanza di scatto, confermando che un acquario di grandi dimensioni è essenziale.
Avevo già osservato in precedenza dei Cichla nascondersi dietro a piante acquatiche ma mai nascondersi dietro ai legni per fare agguati alle prede.

Cichla Peacock Bass Cichla Peacock Bass

Cichla orinocensis nel loro ambiente naturale.

Quando si progetta per tenere i Cichla bisogna pensare in GRANDE. Richiedono GRANDI quantità di cibo e un GRANDE acquario perché quando crescono diventano GRANDI.
Ho visto troppi acquari con Cichla scheletrici, affamati da un’alimentazione “a giorni alterni”. I Cichla richiedono uno o due grossi pasti al giorno per mantenere il peso ideale.

Ricordo di aver visitato un acquario pubblico e di aver visto un Cichla rachitico in uno degli acquari. Dopo averlo fatto notare a un “manager” che mi stava facendo la visita guidata, mi ha risposto: “lo chiamiamo mazza da baseball”. Non appena si è accorto che la battuta non mi faceva ridere, ha detto imbarazzato: “cominceremo a nutrirlo di più”.
Quel pesce probabilmente non si è più ripreso. Una volta che un Cichla diventa troppo magro è molto difficile recuperarlo.

I Cichla sono ben conosciuti nella comunità dei pescatori come ottimi pesci per la pesca sportiva.
Localmente sono considerati dalle popolazioni indigene come un’eccellente fonte di cibo.

Oh, credo di aver appena pensato a un lato negativo: se vieni pescato nell’ambiente naturale da qualcuno del luogo, sicuramente ti mangerà!
Anche se la gente dice che i Cichla siano i migliori pesci d’acqua dolce da mangiare, personalmente li trovo un po’ secchi – i Geophagus sono molto meglio.

Peacock bass


Articolo ed immagini: © Ivan Mikolji www.mikolji.com
Tutti i diritti sono riservati. L’articolo non può essere riprodotto, copiato, distribuito o usato senza l’esplicita autorizzazione scritta di Ivan Mikolji.

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Acquario di biotopo per beneficienza al The Fish Barn https://acquario.top/allestimento-acquario-biotopo-nhamunda/ https://acquario.top/allestimento-acquario-biotopo-nhamunda/#respond Sat, 26 Jan 2019 11:21:01 +0000 https://acquario.top/?p=3634 Il Nhamundá è un fiume tributario del Rio delle Amazzoni, molto particolare poiché è un corso d’acqua sia chiara, sia scura, a seconda della posizione in cui ci troviamo lungo il corso del fiume. In questo articolo, possiamo vedere l’allestimento di un acquario di biotopo per discus e altre specie, ambientato proprio in questo fiume. L’allestimento […]

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Il Nhamundá è un fiume tributario del Rio delle Amazzoni, molto particolare poiché è un corso d’acqua sia chiara, sia scura, a seconda della posizione in cui ci troviamo lungo il corso del fiume. In questo articolo, possiamo vedere l’allestimento di un acquario di biotopo per discus e altre specie, ambientato proprio in questo fiume.

Nhamunda
Posizione del Rio Nhamundá nel bacino del Rio delle Amazzoni

L’allestimento è a cura di Chris Englezou, tra le altre cose esperto di allestimenti di acquari di biotopo, e prevede uno studio attento degli ambienti naturali e delle specie animali e vegetali presenti.

Ringraziamo quindi Chris per la collaborazione che continua e andiamo a scoprire un esempio di allestimento di biotopo ben fatto e ben documentato.


Acquario di biotopo per beneficienza al The Fish Barn

La domenica appena trascorsa sono stato invitato dai ragazzi del famoso negozio The Fish Barn a Crawley (West Sussex) a partecipare alla loro “Giornata del Discus”.
L’evento è cominciato alle 10 del mattino ed è andato avanti fino a pomeriggio inoltrato e, oltre ad un enorme assortimento di prodotti pensati per i discus, c’era una grande varietà di discus selvatici e di allevamento.
La ragione del mio invito era quella di allestire un acquario di biotopo autentico per discus, come parte della Giornata e aiutare a raccogliere fondi per il Freshwater Life Project, l’organizzazione di beneficienza che ho co-fondato nel 2016, il cui obiettivo è quello di conservare gli ecosistemi d’acqua dolce con un’attenzione particolare (ma non esclusiva) ai pesci d’acqua dolce.

Sono arrivato al mattino attorno alle 10:30, non molto dopo l’inizio dell’evento, e, come al solito, Alan ed Elliott, il duo padre-figlio che gestisce il negozio, mi hanno dato un caloroso benvenuto.
C’era anche un buon numero di clienti in attesa dell’attrazione principale, quindi non ho perso ulteriore tempo e ho iniziato a darmi da fare.

Il giorno dell’invito io ed Elliott abbiamo discusso sul necessario per rendere questo allestimento biotopicamente-corretto; il tempo a disposizione era poco, con una sola settimana per procurare tutto il materiale, inclusi pesci e decorazioni. Nonostante questo, gli ho mandato una lista dettagliata e, sorprendentemente, in qualche giorno è riuscito a procurare la maggior parte di quanto richiesto, con solo alcuni piccoli rimpiazzi.

Freshwater Life Project
Il team padre-figlio composto da Alan ed Elliott ha fatto una donazione di 150 sterline al Freshwater Life Project come gesto di supporto. Ha inoltre aiutato a raccogliere ulteriori 115 £ di donazioni durante la giornata.

L’allestimento si sarebbe dovuto basare sul Lago Nhamundá, nella regione del basso fiume Nhamundá, che ospita popolazioni di discus blu e marroni (Symphysodon haraldi), oltre ad altre varie specie che elenco più avanti; quelle evidenziate sono state usate per questo allestimento e le altre formano biocenosi [NdT: comunità] nel biotopo, assieme ai discus.

Lago Nhamunda
La foresta a várzea lungo il lago Nhamundá mostra l’habitat in cui vivono i discus durante il periodo in cui è inondata.

Un aspetto molto interessante del fiume Nhamundá, un tributario di acque solitamente scure del Rio delle Amazzoni, è quello per cui salendo lungo il percorso del fiume, questo si restringe sempre di più, passando da una struttura simile a quella di un lago a quella più tipica di un corso d’acqua. Durante questo passaggio, diventa di acque sempre più scure e tinte dai tannini, poiché la portata d’acqua è più bassa e non c’è più inondazione della foresta a várzea da parte delle acque chiare del Rio delle Amazzoni.
Nelle parti più basse queste inondazioni con acque chiare hanno una notevole influenza nella composizione dell’acqua e questo contrasto nella composizione funge anche da barriera ecologica, controllando la distribuzione geografica dei discus che lì vivono.

Nella parte più larga e bassa, dove le acque scure si disperdono in quello che giustamente è chiamato lago Nhamundá e si mescolano (specialmente durante le inondazioni stagionali) con le acque chiare ma torbide del Rio delle Amazzoni, possiamo trovare i discus blu e marroni (Symphysodon haraldi).
Nella parte più alta, dove le acque del fiume Nhamundá sono più scure, possiamo trovare solo popolazioni di Symphysodon discus – il discus Heckel, una specie che finora è stata trovata solo in habitat d’acque scure.

C’è una sola eccezione a questa regola e la spiegazione è ancora motivo di dibattito. Si crede che sia il risultato di una cattiva pratica nella cattura e nel commercio dei pesci ornamentali, un commercio che costituisce un’importante fonte di reddito per le comunità locali e che incentiva la protezione degli habitat naturali, preservandoli dalla distruzione.
Ci sono state, infatti, introduzioni di discus Heckel nel lago Nhamundá, probabilmente da parte di pescatori, che hanno portato al miscuglio delle popolazioni e all’ibridizzazione delle due specie.
A onor del vero, devo aggiungere che, a causa del graduale cambiamento della composizione dei fiumi, questa ibridazione potrebbe essere naturale e devo ancora avere prove serie a conferma delle introduzioni da parte dell’uomo, nonostante si tratti di “cosa nota a tutti”.

Ad ogni modo, proprio per questa ragione, quando Elliott mi ha detto di avere un discus Heckel da solo e mi ha chiesto se si sarebbe potuto introdurre nell’acquario di biotopo, ho pensato che sarebbe potuta essere una buona idea, con lo scopo di evidenziare questo importante problema di conservazione delle specie. E così lo abbiamo messo!

Habitat discus
La distribuzione dei Symphysodon nel fiume Nhamundá non è troppo chiara tuttavia sembra che la variazione nella composizione delle acque costituisca una barriera ecologica tra S. discus e S. haraldi.

L’acquario era già ben maturo, con un sistema di filtraggio molto efficiente e dotato di un ingresso per acqua da osmosi inversa per i rabbocchi. I discus erano già presenti nell’acquario e sono stati spostati temporaneamente per il riallestimento. Da un punto di vista microbiologico, era perfetto.

Come impostazione generale, ho voluto ricreare un argine del fiume ai bordi della foresta a várzea; várzea è il termine brasiliano per descrivere la foresta che si allaga durante la stagione delle piogge.

Le sponde del fiume sono composte di un substrato di sabbia bianca e foglie in decomposizione provenienti dagli alberi soprastanti; ogni tanto sono presenti rocce lateritiche di colore rosso scuro/marrone/nero, dall’aspetto rozzo. Per simularle, ho chiesto ad Elliott di procurarsi delle rocce laviche e, con mia grande sorpresa, è riuscito a procurarsi delle rocce dei colori corretti (quelle laviche più comuni sono rosso chiaro) e questo ha reso l’hardscape molto più autentico.
In quest’area sono presenti anche tronchi caduti e radici, dovuti alla graduale erosione delle rive da parte dell’acqua, oltre alle radici della vegetazione ripariale [NdT: che vive sui bordi del corso d’acqua].

Sponda fiume

I parametri chimici dell’acqua sono piuttosto variabili a seconda del periodo dell’anno e altri fattori. Il pH può variare da 5.8 a 7.2, ma può abbassarsi fino a 3.9 durante la stagione secca. La conducibilità è attorno ai 30 µS/cm e la temperatura media è di 27.5 °C.
La torbidità si può considerare come bassa/moderata; la luce penetra in queste acque ma gli alberi, le foglie e le radici sommerse forniscono aree ombreggiate. La superficie dell’acqua è leggermente increspata.

Allestimento lago Nhamunda

Pesci compatibili con questo biotopo sono: Acarichthys heckelii, Agoniates halecinus, Ancistrus dolichopterus, Anostomoides laticeps, Astrodoras asterifrons, Auchenipterichthys longimanus, Auchenipterichthys nuchalis, Boulengerella maculata, Dekeyseria scaphirhyncha, Farlowella nattereri, Fluviphylax sp., Goeldiella eques, Hemigrammus coeruleus, Hemiodus immaculatus, Heros sp.*, Hypostomus carinatus, Hypoptopoma incognitum, Hypostomus macushi, Laemolyta sp., Lasiancistrus schomburgkii, Leporacanthicus galaxias, Leporinus fasciatus, Limatulichthys griseus, Loricaria cataphracta, Mesonauta guyanae, Metynnis hypsauchen, Peckoltia vittata, Pseudolithoxus sp., Pseudoloricaria laeviuscula, Pterophyllum scalare, Rineloricaria lanceolata, Scorpiodoras heckelii, Symphysodon haraldi, Tatia aff. musaica*, Tatia nigra, Triportheus albus, Uaru amphiacanthoides.
Le specie usate in questo allestimento sono evidenziate.
[NdT: le specie con * sono discusse più avanti]

Allestimento di biotopo

Un mio grande amico, Hudson Crizanto, nel 2009 ha registrato uno dei suoi viaggi per raccogliere discus blu e marroni nel lago Nhamundá (vedi sotto).
Filmato durante le loro spedizioni di raccolta notturne (quando i pesci sono addormentati e più facili da catturare), il video ci fa vedere molto bene come vivano e ci mostra molti habitat dove sono presenti rocce – una cosa non molto nota all’allevatore di discus medio.

Altre note interessanti riguardanti le specie per questo allestimento di biotopo sono:

  • ho incluso un discus Heckel come memento sulla conservazione delle specie (come abbiamo già visto in precedenza);
  • poiché non disponibile, ho sostituito l’Heros presente nel Nhamundá con Heros liberifer (quindi è corretto solo a livello di genere);
  • questa mattina Elliott mi ha informato che già dopo un solo giorno nel loro allestimento di biotopo una coppia si è formata;
  • la specie di Tatia usata è Tatia musaica mentre nel Nhamundá troviamo Tatia aff. musaica, che deve essere ancora formalmente identificata e assomiglia molto a T. musaica; vive anche assieme a dei Centromochlus sp. con un pattern molto simile – probabilmente ne beneficiano mutuamente;
  • anche Peckoltia vittata sfrutta gli spazi fra le rocce e le radici e i rami degli alberi.
Peckoltia vittata
Foto di Peckoltia vittata scattata nell’ambiente naturale. Foto proveniente dall’articolo https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4426332/ (CC BY 4.0).

Come substrato abbiamo usato della sabbia bianca fine e inerte e ho usato foglie di Magnolia per sostituire quelle di Licania sp., nativa della regione. Ho usato anche foglie di Psidium, un’altra specie nativa della regione e, sopra l’acquario, ho usato l’epifita terrestre Monstera deliciosa come sostituta della Monstera lechleriana. Ho lavato le radici della pianta, eliminando il terriccio, e le ho sommerse in acqua; il grosso della pianta è poggiato ai rami, sopra la superficie.

Dietro all’acquario e sopra la superficie dell’acqua ho usato delle palme (Dypsis sp.) in vasi, come sostitute per Euterpe oleracea, poiché le foglie sono praticamente uguali come morfologia. Questo ha creato il senso di “sicurezza” che volevo raggiungere, ma in maniera non invasiva.

Altri componenti botanici che ho usato sono gusci di semi di Lecythis elliptica (nativa dell’area), che ho lasciato galleggiare sulla superficie come fossero appena caduti dagli alberi; altre decorazioni sono state fornite da Tannin Aquatics appositamente per questo allestimento e devo ringraziarli per ciò.

Per quelli interessanti all’allestimento vero e proprio dell’acquario, c’è il video della diretta Facebook filmato da The Fish Barn nella loro pagina Facebook.

Dopo aver completato lo scape, sono riuscito a ritagliarmi un momento per sgranocchiare uno snack e osservare l’incredibile torta preparata dalla bravissima Anita, la moglie di uno degli spettatori; mi sono accertato di averne una fetta messa da parte per quando me ne sarei tornato a casa.

Allestimento

I pesci sono stati lasciati nei loro sacchetti una mezzora per l’acclimatazione. Mi accerto sempre che le temperature siano uguali prima di procedere al mescolamento delle acque; credo che questo metodo sia un po’ più rispettoso per i pesci e renda il loro adattamento un po’ più facile. Ho inserito i discus per ultimi così avrebbero visto altri pesci attorno a loro.

Tutte queste piccole cose concorrono ad un avvio di successo dell’acquario di biotopo – l’idea è quella di creare un senso di equanimità e poi dare credito alla natura per quanto fatto.

Per dire, i pesci si sono ambientati quasi subito e dopo i primi 4-5 minuti di ambientamento erano già fuori a ispezionare il loro nuovo biotopo in un modo così calmo e tranquillo che ho sentito un grande senso di emozione – specialmente dopo che Elliott aveva evidenziato che i loro colori erano diventati molto più intensi rispetto a prima.

Tannin Aquatics

Nel complesso, questo sforzo da parte di tutti con ottimi risultati e il caldo benvenuto hanno reso questa una delle migliori giornate che abbia passato ultimamente – quantomeno dal mio ultimo allestimento di biotopo.

P.S. Ragazzi, non dimenticate di fare una donazione! (cliccate sul banner qui sotto)

Freshwater Life Project


Articolo ed immagini: © Chris Englezou – cefishessentials.com
Tutti i diritti sono riservati. L’articolo non può essere riprodotto, copiato, distribuito o usato senza l’esplicita autorizzazione scritta di Chris Englezou.

Crediti

Mappa: Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=112927

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Il Pesce Foglia amazzonico Monocirrhus polyacanthus in natura https://acquario.top/pesce-foglia-monocirrhus-polyacanthus-natura/ https://acquario.top/pesce-foglia-monocirrhus-polyacanthus-natura/#respond Thu, 17 Jan 2019 17:20:07 +0000 https://acquario.top/?p=3409 Traduzione dell'articolo "Amazon Leaf Fish Monocirrhus polyacanthus in the wild" di Ivan Mikolji.

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Il Pesce Foglia Monocirrhus polyacanthus contiene l’essenza della giunga nel suo DNA, secondo Ivan Mikolji. Andiamo quindi assieme a Ivan alla scoperta dell’ambiente naturale di questo pesce dall’aspetto molto peculiare.

Ringraziamo nuovamente Ivan Mikolji per questa sua descrizione di un habitat del Pesce Foglia.
Queste descrizioni ci consentono di ricreare allestimenti più adeguati per le specie che ospitiamo, spingendo gli ospiti ad avere i loro comportamenti più spontanei.


Il Pesce Foglia amazzonico Monocirrhus polyacanthus in natura

Giro la testa a sinistra e vedo centinaia di neon cardinale nuotare in gruppo sulla riva del fiume. Alcuni punti delle mie orecchie sono senza pelle a causa del gran numero di tetra, Copella e Anostomus, che continuamente li mordicchiano. Sebbene i loro denti siano piccolini, l’enorme numero di pesci fa davvero danni alla pelle dopo che hai fatto snorkelling per alcuni giorni nel loro habitat.

Esplorando l’area, noto un Peacock bass [NdT: Cichla sp.] di bell’aspetto e dimensioni medie che nuota verso di me. È abbastanza distante da lasciarmi il tempo di preparare una bella inquadratura. Vado un momento in iperventilazione e prendo un respiro lungo e profondo. Mentre scendo verso il fondo del fiume, rilasso i muscoli e cerco di concentrarmi, ignorando il doloroso “peeling” alla pelle delle orecchie. Atterro delicatamente sul fondo del fiume alzando meno detrito possibile.

Il Cichla, ignorando ancora la mia presenza, si avvicina mentre rimango immobile un metro e mezzo più in basso. Cerco di anticipare la sua traiettoria, imposto accuratamente la macchina fotografica e cerco di inquadrarlo nello schermo della fotocamera.
Sono passati circa venti secondi – posso trattenere il respiro per circa un minuto, quindi va tutto bene, a meno che il pesce non si fermi durante il percorso.
All’improvviso un qualcosa di marrone si piazza di fronte alla mia maschera. Si alza e si posiziona così vicino al vetro sinistro della maschera che non riesco nemmeno a metterlo a fuoco. So per esperienza di cosa si tratta e cerco di ignorarlo.
Il Cichla continua a nuotare fino a sessanta centimetri circa da me e mi scopre: nella frazione di secondo in cui il pesce realizza cosa fare, scatto la foto.

Mi dirigo verso la superficie e la cosa marrone è ancora attaccata al vetro della maschera. Dopo aver riempito i polmoni di aria fresca, sorrido: so che la cosa marrone è un Monocirrhus polyacanthus che è venuto a tentare di catturare qualche pesce che assaggiava le mie orecchie. Ma, per me, è un vecchio amico che è venuto a dirmi: “Benvenuto in Amazzonia!”.

Monocirrhus polyacanthus
Monocirrhus polyacanthus nel suo ambiente naturale.

Non so perché, pur vedendo cardinale, Mesonauta e tante altre specie di pesci selvatico, solo Monocirrhus polyacanthus riesca a farmi sentire questo spirito amazzonico.
Si tratta di un pesce speciale che, secondo me, contiene l’essenza della giungla nel suo DNA. Le mie parole per descriverlo potrebbero essere: appartato, strano, raro, magico, mitico, misterioso – tutte riferite ad un superbo pesce tropicale da un estimatore degli acquari amazzonici.

Corso d'acqua chiara nella foresta amazzonica
Corso d’acqua chiara nella foresta amazzonica (Venezuela).

Monocirrhus polyacanthus è una specie ampiamente diffusa e presente in vari Paesi del Sud America, dalla Bolivia fino al fiume Orinoco, nel sud del Venezuela. Grazie all’ampia diffusione geografica, sicuramente abita vari tipi di biotopi acquatici.

Andiamo a vedere questi piccoli habitat di acque chiare dove li ho visti e che possiamo riprodurre o imitare a casa.
Le informazioni che vi darò non sono esaustive, per esempio non ho mai visto piante galleggianti in questi habitat ma non si può concludere che non siano presenti in altri posti. Gli habitat, inoltre, cambiano con le stagioni e questo aggiunge delle sfide interessanti per gli acquariofili più seri.
Userò le caratteristiche fisiche di Monocirrhus polyacanthus e le osservazioni sui suoi comportamenti nell’habitat per darvi l’opinione-Mikolji sull’acquario per Pesce Foglia.

Dunque, per ricreare il biotopo di M. polyacanthus, abbiamo bisogno di conoscere innanzitutto i suoi parametri dell’acqua, ovvero: pH sotto al 5, KH inferiore a 20 mg/l (ppm), GH inferiore a 10 mg/l (ppm) e temperatura fra i 26 e i 29 °C.
La parte del corso d’acqua dove possiamo trovare M. polyacanthus è con movimento lento, quindi è bene cercare di tenere al minimo il movimento d’acqua riducendo le portate dei filtri.
Il fondo dovrebbe essere di sabbia silicea bianca fra i 0.6 e gli 1.2 mm di diametro. Personalmente adoro questo tipo di sabbia poiché è quella presente nell’ambiente naturale, oltre ad essere chimicamente inerte (non altera i valori dell’acqua).

 Pesce Foglia selvatico
Foto subacquea di un riflesso di un Pesce Foglia selvatico.
Monocirrhus polyacanthus
Fotografia a livello d’acqua con Monocirrhus polyacanthus nel suo ambiente naturale. Nella parte superiore possiamo vedere un capanno indigeno.

M. polyacanthus ha sviluppato delle caratteristiche che gli consentono di simulare l’aspetto di foglie morte cadute dalla vegetazione ripariale, caratterizzata da piante che amano la presenza di acqua.
Usano il mimetismo criptico sia per difesa sia per cacciare le prede. Si muovono delicatamente sopra le foglie marcescenti sul fondo, muovendo lentamente le piccole pinne trasparenti. È incredibile come sembrino quasi volare o planare da un punto all’altro senza apparentemente muovere alcuna pinna.

La sabbia sul fondo del nostro allestimento dovrebbe essere ricoperta da foglie. La dimensione delle foglie non dovrebbe eccedere il doppio della lunghezza dei Monocirrhus polyacanthus e dovrebbero essere di colore attorno all’ocra, non verdi – è difficile trovare foglie verdi cadute sott’acqua nei loro habitat.
Monocirrhus polyacanthus è come un camaleonte acquatico: li ho visti di colore nero, marrone, rosso mattone, arancione e persino giallo brillante!

Monocirrhus polyacanthus
Foto a mezz’acqua di Monocirrhus polyacanthus, nel suo ambiente naturale.

Durante i miei anni di osservazioni, ho visto Monocirrhus polyacanthus strettamente a contatto con il fondo e solo raramente appena sotto la superficie dell’acqua. Non sono nuotatori nella parte media del corso d’acqua e, a dire il vero, sembrano pesci bentonici.
Quando vanno in superficie, stanno sotto le foglie mezze galleggianti e su queste non solo si nascondono ma anche depongono le uova.

Attraversano i fiumi su due livelli e con velocità diverse. Quando attraversano un corso d’acqua nella parte alta, sono piuttosto veloci, senza mai mostrare movimenti erratici e sembrano seguire la corrente anche quanto ci stanno nuotando contro.
Quando invece nuotano nei pressi del fondo, lo fanno molto più lentamente, come se stessero ispezionando l’area alla ricerca di prede o predatori.

Per ricreare l’area di biotopo nei pressi della superficie, suggerirei qualsiasi pianta, come quelle appartenenti al genere Philodendron, che possa essere tenuta in vasi fuori dall’acquario oppure con le radici immerse nell’acqua dell’acquario stesso, lasciando in ogni caso le foglie toccare la superficie.

Monocirrhus polyacanthus
Monocirrhus polyacanthus selvatico che protende la sua bocca.

Il nostro eroe, il Signor Pesce Foglia, è un ignobile predatore che inghiotte la sua preda intera.
Essendo un pesce che nuota e si muove lentamente, fa affidamento sul suo aspetto, sulla sua posizione di nuoto e sul suo camuffamento per fare imboscate alle prede.
Non appena arriva a portata di una succulenta, sfortunata e ignara creatura, usa la sua mandibola sporgente per risucchiare e intrappolare la preda nella sua bocca. La vittima non si renderà mai conto di cosa sia successo!

La mandibola sporgente è difficile da vedere quando usata per catturare una vittima, essendo molto veloce nel movimento, tuttavia possiamo vederla regolarmente poiché questo pesce ama “sbadigliare”.

Pesci che vivono vicino al Pesce Foglia ignorando la sua esistenza sono i piccoli Hyphessobrycon, Pristella e piccoli tetra come Paracheirodon axelrodi. Specie più grandi, come Satanoperca daemon lo disturbano, poiché muovono le foglie e la sabbia sul fondo.

Monocirrhus polyacanthus e un gruppo di Paracheirodon axelrodi
Monocirrhus polyacanthus e un gruppo di Paracheirodon axelrodi nel loro ambiente naturale.

Il fatto che il Pesce Foglia nuoti quasi sempre verticalmente con la bocca rivolta verso il basso mi fa pensare che le prede sul fondo siano più facili da catturare rispetto a quelle che nuotano nelle parti più alte, come i Cardinale. Se ci pensate, le creature sul fondo non possono scappare verso il basso.
Con questo concetto in mente, possiamo pensare a compagni di vasca che possano coesistere o nutrire il Signor Pesce Foglia.

Aggiungerei qualche specie poco costosa di piccolo gamberetto d’acqua dolce, come Palaemonetes sp., che terrà il letto di foglie pulito e sarà la fonte primaria di cibo.
Se abbiamo intenzione di aggiungere piccoli pesci, accettiamo che saranno mangiati dal Signor Pesce Foglia, se sono piccoli da essere inghiottiti; quindi potremmo tenere piccoli tetra economici.

Suggerirei inoltre di lasciare la colonna d’acqua abbastanza libera, così da poter tenere gruppi di tetra più grandicelli, come Hyphessobrycon, che sono abbastanza grandi da non essere mangiati ma non così grandi da riuscire a mangiare i gamberetti.

Monocirrhus polyacanthus
Monocirrhus polyacanthus nel suo ambiente naturale.

Durante la stagione riproduttiva, Monocirrhus polyacanthus va a caccia di avannotti di Apistogramma, Crenicichla o altre specie che non riuscirebbe a inghiottire da adulte.
Il Pesce Foglia caccia molti pesci che non hanno avuto la possibilità di crescere e riprodursi.

I piccoli crostacei diventano anche loro vittime del Pesce Foglia ma, contrariamente a quello che solitamente si pensa, gli invertebrati d’acqua dolce, gamberetti compresi, non sono molto abbondanti dei corsi d’acqua amazzonici. Tuttavia sono presenti nel letto di foglie e fanno parte del suo menu di crudités.
L’impatto di Monocirrhus polyacanthus nei corsi d’acqua amazzonici non mi è molto chiaro ma di certo sono una specie fondamentale nel tenere sotto controllo lo sviluppo della popolazione di piccola fauna.

La luce forte raramente penetra le acque dove vive il Pesce Foglia e quando la luce diretta penetra, lo fa in piccoli raggi che passano attraverso gli stretti spazi fra gli alberi soprastanti.
Non esagerate quindi con la luce, non è necessaria: usatene quanto basta per vedere i pesci. Come esempio, direi una cena romantica a lume di candela.
Tenete il movimento d’acqua e le correnti al minimo.
E non mettete foglie verdi sul fondo – credetemi, non diventerà verde!


Articolo ed immagini: © Ivan Mikolji www.mikolji.com
Tutti i diritti sono riservati. L’articolo non può essere riprodotto, copiato, distribuito o usato senza l’esplicita autorizzazione scritta di Ivan Mikolji.

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Workshop su un biotopo del Rio Nanay https://acquario.top/workshop-biotopo-rio-nanay/ https://acquario.top/workshop-biotopo-rio-nanay/#respond Sat, 29 Dec 2018 13:32:40 +0000 https://acquario.top/?p=3355 Traduzione dell'articolo "Rio Nanay Biotope Workshop at Maidenhead Aquatics in Melksham" di Chris Englezou.

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Con l’intento di far conoscere al pubblico italiano un altro autore che ammiriamo molto, siamo lieti di presentare quella che speriamo essere solo la prima di una lunga serie di traduzioni!
Si tratta di un workshop di Chris Englezou volto a ricreare l’ambiente tipico che abitano i discus (S. aequifasciatus) lungo il Rio Nanay.

Chris non ha certo bisogno di presentazioni ma noi siamo precisini e gliela facciamo lo stesso: ricercatore e naturalista, ha innumerevoli spedizioni zoologiche all’attivo, soprattutto in Amazzonia.
È la persona che sta dietro al portale C.E. Fish Essentials, pieno di spunti interessantissimi per noi appassionati (poveri, che le spedizioni non le possiamo fare… per ora), ha creato una linea di mangime estremamente curata e, soprattutto, è tra i fondatori di Freshwater Life Project, una no-profit volta alla salvaguardia della biodiversità acquatica, che coinvolge ricercatori e appassionati in tutto il mondo (se vi piace l’idea ci sono vari modi per supportare il progetto 😘).

Sperando di fare cosa gradita, finiamola con le chiacchiere, non prima di aver ringraziato Chris Englezou, e diamo la parola a chi i pesci li ha osservati per davvero!

 


Workshop su un biotopo del Rio Nanay nel negozio Maidenhead Aquatics a Melksham

Chris Englezou, 20 marzo 2017

Questo weekend sono stato invitato ancora una volta a Melksham dal negozio Maidenhead Aquatics per un’altra dimostrazione su un nuovo, autentico, acquario biotopo.

Durante la mia ultima visita ho mostrato come ricreare il Rio Atabapo durante la stagione delle piogge, mentre questa volta, dopo aver consultato il team di Maidenhead sulle possibili opzioni, ho dato la mia opinione e, una volta confermata la lista dei pesci, ho deciso per acquario biotopo basato su di un lago lungo il Rio Nanay nella stagione secca.

Il team di Melksham ha fatto di tutto perché fossero disponibili per la dimostrazione dei pesci interessanti e ho deciso per delle specie che coesistono in natura, che avrebbero convissuto felicemente assieme e di cui sarei realisticamente riuscito a soddisfare le esigenze di spazio, viste le dimensioni dell’acquario che avrei utilizzato.

È cruciale, in qualsiasi acquario-biotopo, che si ricrei la nicchia di ciascuna specie, per creare una reale armonia in vasca; questo, per giunta, promuove i comportamenti naturali!

In qualsiasi acquario biotopo, c’è spesso una specie regina – che si intende essere, cioè, il centro dell’attenzione.
In questo caso, si trattava di un piccolo gruppo di Discus “verdi” selvatici: Symphysodon aequifasciatus.

La storia dei discus del Rio Nanay è abbastanza interessante, in quanto si suppone che la popolazione non sia nativa della zona, ma introdotta dall’uomo, più o meno accidentalmente, una trentina di anni fa – probabilmente da esportatori che non volevano percorrere distanze così lunghe per pescarli.

Rio Nanay
Il Rio Nanay è un tributario di acque scure del Rio delle Amazzoni. La maggior parte del suo substrato è formata da sabbia bianca.

Per ogni acquario biotopo che creo, tendo a seguire una serie specifica di protocolli, che mi aiuta ad essere organizzato e sicuro che la vasca sia davvero accurata.
Uno dei più importanti processi che intercorrono nella creazione della vasca è la ricerca che c’è alla base, e per questo particolare set up ho cercato di portare il pubblico attraverso un viaggio immaginario.

Ho deciso di includere una certa varietà all’interno del letto di foglie, nel quale ogni tipo di foglia racconta la storia di una diversa specie di albero, e la relazione che quest’ultimo ha con questo habitat. Credo che il mio scopo principale fosse cercare di racchiudere tutto ciò che ho visto e sentito in Amazzonia attraverso queste creazioni, nella speranza di ispirare ad altri gli stessi sentimenti.

Una risorsa estremamente importante nella creazione di questo biotopo è stata la guida scientifica del Field Museum intitolata “Plantas comunes de la Tahuampa del Rio Nanay”, traducibile come “Piante comuni della foresta inondata stagionale del Rio Nanay”. Usando questo documento e alcune delle mie osservazioni personali ho potuto mettere assieme una interessante lista di foglie decorative, sia autentiche che in sostituzione delle originali (si guardi l’elenco poco più avanti).

Una cosa molto importante da ricordare quando si sperimenta con differenti specie di foglie e decori è accertarsi che siano “acquario-compatibili”.
Uno dei modi migliori per appurare ciò è usare il motore di ricerca accademico Google Scholar, per vedere quali studi sono stati eseguiti sulla specie che si sta considerando.
Per esempio, se pensate di utilizzare foglie di Catappa potete digitare quattro parole come “Terminalia” (NdT: il genere a cui appartiene la Catappa), “catappa”, “leaf” (NdT: “foglia” in inglese) e “toxicity” (NdT: “tossicità”), per scoprire quali ricerche scientifiche sono state fatte e a quali è possibile accedere.

NdT: Per la maggior parte non è possibile accedere gratuitamente agli studi scientifici. Molti sono pubblicati su riviste scientifiche che richiedono abbonamenti per essere fruibili. Fortunatamente è sempre accessibile l’abstract, che riassume la maggior parte delle informazioni fornite nell’articolo. Inoltre, molte università rendono disponibili, gratuitamente, dei mezzi ai propri studenti per accedere ad un numero maggiore di articoli, a seconda delle convenzioni che l’università stessa stringe con le singole riviste.
Se ne avete la possibilità, sfruttate questo tipo di servizi!

Allestimento dell’acquario

Pesci

  • Symphysodon aequifasciatus (Discus verde) × 8
  • Biotodoma cupido (Ciclide C222) 3+
  • Trachelyichthys exilis 1-2 coppie
  • Hyphessobrycon erythrostigma × 20+
  • Petitella georgiae × 20+
  • Carnegiella strigata × 12+

Piante

  • Philodendron sp. (in sostituzione di P. rimachii).
  • Monstera deliciosa (in sostituzione di M. dilacerata).

Prendere le piante in vaso e lavare via tutta la terra, lasciando le radici a penzoloni nell’acqua, facendole appoggiare ai rami di Magnolia.

Decorazioni

  • Sabbia silicea bianca.
  • Estratto di tannini (le pignette di ontano si dimostrano una valida soluzione).
    Le pigne possono essere posizionate nel filtro dentro una retina – meglio non metterle in acquario, poiché non sono “biotopicamente corrette”.
  • Rami (ottimi quelli di quercia).
  • Magnolia grandiflora, rami e foglie.
    Le foglie e i rami di Magnolia glandiflora sostituiscono Licornia sp. e Triplaris sp., che si trovano lungo il Nanay, essendo di aspetto molto simile.
  • Ceiba pentandra, foglie.
  • Persea americana, foglie.
  • Le foglie di Persea americana sostituiscono quelle di Persea nudigemma, nativa del Nanay.
    Le foglie di Terminalia catappa potrebbero sostituire quelle di Pouteria sp., volendo.
  • Phoenix canariensis, fronde (in sostituzione di Euterpe oleracea).
  • Chamaerops, frutti (in sostituzione dei frutti di Mauritia carana).
  • Eriobotrya japonica, foglie (in sostituzione di Couepia sp.).

Parametri

  • pH: 5.2 – 5.3
  • Conducibilità: 6.0 μS/cm
  • Temperatura: 27 – 28 °C
  • Ossigeno: 2.8 mg/l
  • Tipologia d’acqua: acque scure (blackwater)
  • Temperatura di colore della luce: ~ 6500 K

Le foglie di Ceiba e Persea sono state raccolte da piante coltivate e propagate da me (la Ceiba da semi che ho raccolto io stesso durante il mio ultimo viaggio).
L’aggiunta di vere foglie amazzoniche è sempre una gran soddisfazione. C’è qualcosa di così soddisfacente insito in questa operazione che mi mette a mio agio tutte le volte: qualche tipo di antropomorfica empatia, suppongo.

Allestimento Rio Nanay
Le due specie di Caracidi, Petitella georgiae e Hyphessobrycon erythrostigma formano i loro banchi, mentre i pescigatto Trachelyichthys exilis trovano rifugio nel denso letto di foglie e i pesci accetta, Carnegiella strigata, si aggregano in un gruppo al si sotto delle fronde a pelo d’acqua. I Discus e i Biotidoma nuotano felicemente dentro e fuori la loro zona sicura, tra i rami caduti e le foglie di palma, all’ombra dell'”albero”.

Avendo ricevuto molte richieste da parte di amici e follower di altre nazionalità che non potevano partecipare, ho deciso di azzardare una registrazione, cosicché l’intero processo potesse essere fruibile anche a posteriori attraverso una diretta Facebook di due ore.
Poco più sotto è possibile vedere anche un altro video che mostra l’aspetto finale dell’acquario.

Biotodoma
Ma la cosa che più mi ha ripagato degli sforzi compiuti per ricreare questo biotopo è stato il breve momento durante il quale ho potutto osservare un Biotodoma spiluccare un seme/frutto di Chaemarops. Essere in grado di osservare questi comportamenti naturali è una soddisfazione impareggiabile, qualcosa che una vasca “classica” non riesce a trasmettere.

Allestimento biotopo Rio Nanay
L’acquario alla fine appare come la rappresentazione di una zona ripariale di un lago d’acque scure lungo il Rio Nanay. Al di sotto delle fronde di Licania, con qualche pianta epifita a crescere attraverso i rami e radicare nell’acqua sottostante, un letto composto da varie foglie e legnetti provvede a fornire ulteriori microhabitat per le specie presenti. L’inclusione di frutta vera come decorazione è probabilmente una novità assoluta.

Felipe Cantera

Questo articolo è dedicato alla memoria di Felipe Cantera dall’Uruguay che è tristemente scomparso stamattina (20/03/2017): grazie per il tuo indimenticabile contributo al mondo della biodiversità acquatica.


Articolo ed immagini: © Chris Englezou – cefishessentials.com
Tutti i diritti sono riservati. L’articolo non può essere riprodotto, copiato, distribuito o usato senza l’esplicita autorizzazione scritta di Chris Englezou.

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Satanoperca daemon in natura https://acquario.top/satanoperca-daemon-in-natura/ https://acquario.top/satanoperca-daemon-in-natura/#respond Sat, 24 Nov 2018 17:45:37 +0000 https://acquario.top/?p=3013 Vi presentiamo il terzo articolo in traduzione frutto della collaborazione con il mitico Ivan Mikolji, che ringraziamo. Come detto, terzo articolo e terzo ciclide! Questa volta la specie oggetto del nostro interesse è più inusuale, per quanto estremamente diffusa in natura: tuffiamoci quindi alla scoperta del Satanoperca daemon. Satanoperca daemon in natura In natura alcuni […]

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Vi presentiamo il terzo articolo in traduzione frutto della collaborazione con il mitico Ivan Mikolji, che ringraziamo.
Come detto, terzo articolo e terzo ciclide!
Questa volta la specie oggetto del nostro interesse è più inusuale, per quanto estremamente diffusa in natura: tuffiamoci quindi alla scoperta del Satanoperca daemon.

Satanoperca daemon
Satanoperca daemon, Ivan Mikolji / 2014.

Satanoperca daemon in natura

In natura alcuni pesci sono più diffusi di altri.
Satanoperca daemon è molto comune nella maggior parte dei corsi d’acqua al di sotto del fiume Apure, in Venezuela. I locali li chiamano “Faccia di Cavallo” o “Aspira Terra”.
In acquariofilia sono conosciuti come col nome inglese di “Three Spotted Eartheaters” (letteralmente: Pappaterra a tre macchie – NdT); prendono il nome dalle tre macchie nere che possono essere notate sul loro corpo, due lungo la linea laterale e una sul peduncolo caudale.
Per me S. daemon è semplicemente magnifico. Sono l’esempio vivente di come la morfologia e il comportamento dei pesci si adattino per sfruttare particolari nicchie biologiche e colonizzare con successo specifiche aree dei corsi d’acqua; nel loro caso, il fondo.

Panoramica di un corso d'acqua chiara, Venezuela.
Panoramica di un corso d’acqua chiara, Venezuela.

Pur essendo estremamente facile osservare S. daemon in natura, di contro, è molto difficile fotografarlo. Scattare foto “daemonfavolose” che li ritraggano è complicato perché sono pesci abbastanza timidi e non si avvicinano molto.
Quando provi ad approcciarli o a entrare nel loro territorio, semplicemente nuotano via. Come cercare di attaccare due magneti dallo stesso polo. Mantengono sempre la stessa distanza, di circa tre o quattro metri. Ho provato a fregarli varie volte per ritrarli degnamente, ma con poco successo.
Neanche nascondersi dietro a piante o rocce si è rivelata essere un’opzione percorribile perché S. daemon risiede in spazi aperti, su banchi di sabbia, con piante acquatiche molto basse o completamente assenti. Le rocce, invece, banalmente non sono presenti nel loro habitat, e, dove invece ci sono, hanno le dimensioni di un campo da calcio, o più grandi ancora, rendendole inutili come nascondiglio.
Gli unici scatti ravvicinati che sono riuscito a fare sono stati possibili solo nascondendomi dietro a tronchi caduti, mentre le altre immagini sono state semplicemente scattate da lontano. Più i pesci sono lontani dalla fotocamera, più le foto sembreranno sfocate e intorbidite. Per trovare immagini di S. daemon ho dovuto vagliare migliaia di scatti salvati nei miei dischi fissi, perché presumibilmente sono stati fotografati in più dell’80% delle nostre spedizioni.
Sono stati ritrovati in una gran varietà di habitat a causa della loro ampia distribuzione. Li ho osservati personalmente vivere in acque nere, verdi, blu e limpide. È abbastanza inusuale guardare così tanti e differenti toni di colore quando ci si riferisce ad una sola specie di pesce.

Satanoperca daemon

Satanoperca daemon è uno dei pesci che ho osservato più spesso in natura durante gli anni. Questo è perché presente nella maggior parte dei corsi d’acqua che abbiamo esplorato.
I giovani Pappaterra amano combattere tra loro. In natura si possono spesso osservare mentre litigano. Si afferrano l’un l’altro per la bocca e iniziano a scuotere vigorosamente il corpo. Poi nuotano attorno all’avversario, sventolando le pinne e protrudendo gli opercoli.
Si tratta di uno spettacolo eccitante da osservare perché non arrivano a ferirsi e, quando si stancano, riprendono a nuotare vicini come una famiglia. Sembra più un momento giocoso che uno scontro per delineare gerarchie o territori. Gli esemplari più vecchi non combattono, hanno legami sociali molto solidi e sono estremamente pacifici, tra loro e con le altre specie.
È molto raro vederli da soli. Di solito vivono in coppie o piccoli banchi, anche con più di otto individui.
Questi pesci amano la luce del sole. Se c’è un punto illuminato nel fiume, loro si troveranno lì, a crogiolarsi.

In natura, S. daemon passa il tempo filtrando i fondali dei fiumi.
Domanda: cosa ottenete quando incrociate un pesce con una aspirapolvere e uno spazzaneve? Risposta: un Satanoperca daemon, il Three Spotted Eartheater.
S. daemon non si ritrova in fiumi, o nelle porzioni degli stessi, caratterizzati da forte corrente. I corsi d’acqua che popola hanno differenti tipologie di substrato di fondo a seconda della località, ma con vari “ingredienti” in comune. Anni di esperienze sul campo mi hanno insegnato a riconoscerne la composizione con esattezza, e posso affermare che sono facilmente riproducibili in casa.
La ricetta potrebbe essere la seguente: per fare uno stufato di fondo del Sud dell’Orinoco si ha bisogno di molta sabbia silicea, piccole foglie e rametti in decomposizione, alghe, uno spruzzo di materiale fecale di pesce appena evacuato, piante acquatiche tritate finemente (masticate funzionerebbero ancora meglio) e un pizzico di fango. Quindi mescolare tutto assieme e lasciar sedimentare e riposare per 48 ore a 30 °C prima di servire.
Per fare la versione del Nord dell’Orinoco basta sostituire circa il 15% della sabbia silicea con argilla giallo pallido o color avorio.

Quindi S. daemon mangia delizioso stufato di fondo? Non esattamente. In realtà si nutre dei microorganismi che vivono, si alimentano, si riproducono o si nascondono all’interno o sopra lo “stufato”.
Si può affermare che il menu bentonico privo di glutine di S. daemon consista di microcrostacei, perifiton, piccoli vermi, larve di insetti acquatici, tra i quali coleotteri e ditteri, piccolissimi pesci e uova di pesci.
S. daemon non si ciba, come invece fa la maggior parte degli altri pesci, degli insetti che cadono in acqua. Questo è dovuto alla loro morfologia. La loro bocca specializzata, protrattile verso il basso, è specificatamente progettata per aspirare il substrato, filtrare ciò che è considerato edibile, e poi liberarsi o espellere il resto dello “stufato” attraverso le aperture degli opercoli. È comprensibile che a volte si confondano e ingoino un po’ dello “stufato” stesso, ma non è certo la loro fonte primaria di cibo.

Il Three Spotted Eartheaters è un pesce bentonico. Non ci sono sorprese, e ciò rende la pianificazione di un acquario molto più semplice. È facile trovarli perché saranno sempre attaccati al fondo.

Se volessi ricreare un acquario basato sul bacino del fiume Orinoco, S. daemon sarebbe uno dei primi pesci a cui penserei. È un comune denominatore tra la fauna ittica di tutta l’area. Pianificare un acquario con un pesce così prevedibile è decisamente conveniente. Niente sorprese, si sa che avrà interazione principalmente col fondo dell’acquario.
Per allevarli con successo è necessario una vasca grande, più è lunga meglio è.
Vi racconto come l’ho concepito, così, mentre scrivevo.
Il mio acquario dei sogni sarebbe lungo 2 metri o più, 40 cm o più di larghezza, e alto 50 cm o più. Aggiungerei poi almeno 10 cm dello “stufato” menzionato prima, modificando il mix in questo modo: il 50% della sabbia silicea sarebbe bianca con granulometria di circa 3mm, il 30% sarebbe invece più fine, mentre il 20% finale sarebbe della sabbia di fiume finissima color bronzo. Non userei un filtro sottosabbia.
L’arredo sarebbe estremamente semplice. Sono sempre stato un sostenitore del porre estrema attenzione nelle parti che costituiscono le fondamenta dell’acquario piuttosto che nelle decorazioni. Aggiungerei un po’ di foglie sbriciolate a formare un letto, non troppo esteso, al di sopra del fondo. Includerei un lungo e stretto pezzo di driftwood, inclinato con un angolo di 45 gradi, nel retro dell’acquario. Cercherei di lasciare quanto più spazio aperto sul fronte dell’acquario, libero, affinché i S. daemon possano nuotare facendo gruppo (sì, sono ciclidi da banco) e filtrare il substrato. Se il legno è posto inclinato, avrà meno contatto con il fondo e lascerà più spazio ai pesci per mostrare i loro incredibili comportamenti.
Non aggiungerei nessuna roccia in un setup per una vasca sul fiume Orinoco, in quanto sono sostanzialmente assenti in tutto il bacino. Manterrei filtrazione e corrente al minimo, più diffuse e deboli possibile. Ricordate, saranno loro a sifonare naturalmente il fondo ed a far sì che i rifiuti raggiungano il filtro.
La luce sarebbe discretamente intensa sull’80% della superficie dell’acquario. Cercherei di trovare dei lunghi e fini tubi LED, per fissarli agli angoli di una copertura in legno, posta al di sopra dell’acquario. Questo per far sì che la luce ricrei l’effetto dei raggi del sole che bucano l’acqua, con la stessa angolazione del pezzo di legno. Questi fasci di luce rifletterebbero i detriti alzati dai S. daemon durante l’alimentazione, creando un effetto backscatter (altresì noto come effetto retrodiffusione – NdT); meraviglioso! Al solo pensarci mi vien da sorridere.
L’idea di avere un inquilino dell’acquario che costantemente interagisce, cambia e movimenta qualcosa di immobile e inerte come il fondo è semplicemente incredibile. Per altro, essere in grado di seguire il flusso dell’acqua e le particelle in movimento attraverso fasci di luce, è altrettanto incredibile. Osservare i detriti non sarà mai più divertente e interessante di così.
Ci sono tre regole chiave per mantenere al meglio S. daemon in acquario. Prima di tutto è necessario che l’acqua sia tenera e acida, con pH sotto al 6. Successivamente il KH deve essere inferiore a 30 mg/L (ppm), e il GH inferiore a 20 mg/L (ppm); ma il segreto più importante riguarda la temperatura: S. daemon preferisce acque calde e non vive bene al di sotto dei 26 °C. 29 °C è la temperatura ottimale.

I compagni di vasca che terrei in considerazione sarebbero grandi abbastanza da non essere mangiati e, allo stesso tempo, non dovrebbero competere o disturbare il loro mondo sommerso tutto da filtrare.
CorydorasApistogramma e tutti gli altri ciclidi o pesci gatto di fondo sono fuori questione.
MesonautaPterophyllum o qualsiasi altro ciclide che occupi la zona centrale della colonna d’acqua sono ben accetti.
Anche grandi tetra da banco potrebbero abitare il lungo acquario e aiuterebbero a donare un po’ di movimento alla parte superiore della vasca.
Aggiungerei poi uno o due grandi Pleco per ridurre al minimo il lavoro di pulizia dei vetri (noi di Acquario.top abbiamo a cuore la vostra salute fisica e consigliamo, invece, di armarvi di raschietto e olio di gomito – vedi nota sotto – NdT).

Come cibo di riferimento somministrerei a S. daemon lombrichi, piccoli crostacei, inclusi gli economici Glass Shrimp (Palaemonetes paludosus, un gamberetto dulciacquicolo nordamericano – NdT) e, naturalmente, poco alla volta, cercherei di abituarli a mangiare dei fiocchi, o qualsiasi altro cibo secco commerciale, includendo anch’esso nella dieta.

Wow, penso proprio che allestirò un acquario biotopo per Satanoperca daemon, suona così semplicemente sofisticato!

Questo articolo è stato pubblicato su:
– Practical Fishkeeping Magazine – Settembre 2014


Nota sui Pleco

Vi esortiamo a pulire i vetri, se necessario, senza l’aiuto dei Pleco. Questi pesci (come tutti gli altri) hanno bisogno di cure e alimentazione specifiche e le sole alghe sui vetri non saranno sufficienti.

È vero che con le luci puntate “di traverso”, come suggerito da Ivan Mikolji, i vetri saranno un posto più favorevole per lo sviluppo algale, tuttavia non è molto realistico attendersi che saranno sufficienti per il mantenimento di questi pesci.
Anche se mangiano alghe, non possono essere definiti, né sono, “pulitori” e le alghe sui vetri non sono adeguate come unico alimento.


Articolo ed immagini: © Ivan Mikolji www.mikolji.com
Tutti i diritti sono riservati. L’articolo non può essere riprodotto, copiato, distribuito o usato senza l’esplicita autorizzazione scritta di Ivan Mikolji.

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