Federico, Autore presso Acquario.top La Scienza in Acquario. Wed, 17 Apr 2019 16:03:23 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.2 Neolamprologus brichardi, la principessa del Burundi https://acquario.top/neolamprologus-brichardi-la-principessa-del-burundi/ https://acquario.top/neolamprologus-brichardi-la-principessa-del-burundi/#respond Sat, 13 Apr 2019 12:00:53 +0000 https://acquario.top/?p=3837 Neolamprologus brichardi è stato descritto da Max Fernand Leon Poll nel 1974. Precedentemente era conosciuto anche come Lamprologus brichardi, quindi, se nelle ricerche su di esso trovate fonti che fanno riferimento a questo nominativo, probabilmente riguardano la stessa specie. Il nome è attribuito in onore di Pierre Brichard, esploratore e ittiologo belga. Viene conosciuto anche […]

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Neolamprologus brichardi
Esemplare adulto di Neolamprologus brichardi.

Neolamprologus brichardi è stato descritto da Max Fernand Leon Poll nel 1974. Precedentemente era conosciuto anche come Lamprologus brichardi, quindi, se nelle ricerche su di esso trovate fonti che fanno riferimento a questo nominativo, probabilmente riguardano la stessa specie. Il nome è attribuito in onore di Pierre Brichard, esploratore e ittiologo belga.

Viene conosciuto anche come la “principessa del Burundi” per via della sua notevole eleganza e in inglese viene spesso chiamato “Fairy cichlid” (letteralmente “ciclide fata”).

Le sue esigenze sono più semplici da soddisfare rispetto ad altre specie endemiche dello stesso lago. È la specie perfetta per chi vuole iniziare ad osservare i comportamenti dei pesci del Tanganica. Infatti, come vedremo, con poca difficoltà si riescono a ottenere risultati stupefacenti.

Il lago Tanganica

Neolamprologus brichardi è una specie endemica del lago Tanganica. Tale lago è uno dei più grandi dell’Africa orientale. Esso si trova tra gli stati della Tanzania, Repubblica Democratica del Congo, Burundi e Zambia. È molto profondo, nella zona del bacino di Kipili, tocca la profondità di 1410 metri! [2]

Foto dallo spazio del lago Tanganica
Foto dallo spazio del lago Tanganica.

I suoi affluenti principali sono il fiume Ruzizi, che si immette nel lago attraverso due corsi d’acqua e un ampio delta, e il fiume Malagarasi, che sfocia nel lago nella zona a sud di Kigoma. [2] Il suo effluente principale è il fiume Lukuga. Nelle zone vicino gli immissari sono spesso presenti piante acquatiche.

Il lago è molto ricco di ossigeno, in superficie tocchiamo addirittura i 7.44 mg/L disciolti. La concentrazione scende lentamente a 4.7 mg/L attorno i 44 metri di profondità. Invece al di sotto dei 150 metri, il lago è anossico (da qui iniziano i fenomeni di denitrificazione [7]). I pesci che consideriamo abitano zone profonde più di 10 metri, fino ai 30 metri massimo.

La temperatura del lago scende a 23 °C andando molto in profondità (1400 m), dove rimane uniforme [2]. Mentre in superficie si rilevano temperature comprese tra i 23 °C e i 28 °C.

La sua particolare morfologia e le sue condizioni rendono la chimica dell’acqua parecchio complessa. Esso nelle zone poco profonde ha i valori dei nutrienti (quali fosfati e nitrati) bassissimi, mentre andando nella zona anossica (sotto i 150 metri), essi salgono. Le misurazioni degli ioni di ammoniaca riportano 0 moli fino a 156 metri, per poi iniziare a crescere. Lo stesso fenomeno accompagna altri nutrienti. Solo i nitrati sono più alti attorno i 70 metri, dove si registrano 0.6 mg/L come picco massimo. Tuttavia i valori medi alle profondità che ci interessano (10-30 m) non superano i 0.006 mg/L.

La sua diversa situazione chimico fisica delle acque, fa capire che il lago è “stratificato” termicamente. Mette inoltre in evidenza che le condizioni rimangono costanti sia durante l’anno, che durante anni diversi. Di nostro interesse c’è la variazione di temperatura: essa varia tra i 23 °C e i 28 °C durante l’anno. La parte del lago profonda non viene influenzata, ma quella più superficiale e di nostro interesse sì.

Habitat naturale di Neolamprologus brichardi

Neolamprologus brichardi occupa le zone poco profonde del lago, si trovano esemplari sia a nord sia a sud.

Le rocciate sommerse nel lago sono l’habitat ideale di questo ciclide. Le conformazioni rocciose offrono i ripari necessari alla specie, che vive e si nutre tra queste.

Descrizione di Neolamprologus brichardi

Il suo corpo è allungato, elegante, con le pinne appuntite. La pinna caudale è a lira. Le pinne pettorali hanno un leggero prolungamento, così come la dorsale. Ha gli occhi di colore blu, e un bordino interno giallo, con dietro una macchia marroncina, proprio prima dell’opercolo branchiale. Presenta dei riflessi blu e gialli, sempre sull’opercolo. Essi vengono anche usati per riconoscersi ma non hanno alcuna funzionalità nella scelta dei partner sessuali.

I disegni cambiano motivo in base alla zona di provenienza [1], tuttavia in ogni esemplare differiscono per qualcosa. Durante le sfide, aprono gli opercoli e raddrizzano le pinne, in quel momento la dorsale mostra tutta la sua imponenza. Anche in questo caso le sfumature gialle e blu non si fanno più intense. Le pinne terminano con scaglie molto bianche, mentre il corpo è colore avorio, tendente al bruno.
Le condizioni di luce in acquario potrebbero portare a notare eleganti riflessi sui bordi delle pinne, in quanto essendo bianchi, brillano anche sotto luce tenue. Essendo il loro corpo colore avorio, tendente al grigio, potrebbe mostrare colori irreali, a causa della luce. Per esempio sotto luci molto fredde, sembrerà blu o violaceo. Invece sotto luci a temperatura più calda, il colore sembrerà vicino al marroncino tenue.

Neolamprologus brichardi

Ogni scaglia finisce con una tonalità più scura. Le pinne hanno una riga di scaglie gialle, prima di terminare con delle scaglie completamente bianche, come menzionato sopra.

Squame Neolamprologus brichardi
Ritaglio e zoom di una foto di un esemplare adulto, in cui possiamo notare i colori delle squame.

Gli esemplari hanno dei denti inferiori visibili. La bocca è leggermente più scura del resto del corpo.

Denti Neolamprologus brichardi
Nella foto si notano i denti inferiori dell’esemplare.

È interessante notare come il colore del corpo sia caratteristico di ogni esemplare, infatti ci sono pesci più scuri, e altri molto chiari, quasi bianchi.

Gli esemplari adulti raggiungono circa i 13 cm. Spesso arrivano anche a 15 (pinne comprese).
La loro crescita è lenta e vivono una decina d’anni, spesso anche di più se tenuti adeguatamente.
All’acquisto saranno probabilmente lunghi 3 cm, i riflessi citati sopra li formano col tempo, da giovani hanno quasi esclusivamente la sola macchia gialla visibile. Il pattern blu-giallo, sopra le branchie, compare verso l’anno di vita. A circa 2 anni raggiungono le forme adulte, tuttavia sono già sessualmente maturi a circa 9 mesi. Queste tempistiche dipendono un po’ anche dalla temperatura a cui vengono tenuti.

Dimorfismo sessuale

È difficile attribuire un sesso agli esemplari. Purtroppo in questa specie il dimorfismo non è così evidente. Possiamo però aiutarci con qualche indizio:

  • pinne, nel maschio le pinne pettorali sono leggermente più allungate, così come la caudale;
  • testa, la sua forma nel maschio mostra una piccola gibbosità, tuttavia l’esemplare deve essere adulto;
  • dimensioni, il maschio è leggermente più grosso.

Non ci sono altri segni evidenti, e i genitali non sono visibili mentre sono in acqua. Inoltre i punti precedenti sono solo indicativi e non è detto che si riescano a riconoscere grazie a questi ultimi.

Probabile femmina di Neolamprologus brichardi
Presunto esemplare femmina.

Comportamenti tipici

Riproduzione

Neolamprologus brichardi forma coppie fisse. In un acquario di solito c’è spazio per una sola coppia dominante. Depongono in anfratti, tra le rocce, nelle parti verticali nascoste e al riparo dai pericoli. Un esemplare può arrivare a deporre quasi un centinaio di uova, talvolta di più. Dopo la deposizione, passa qualche giorno prima che le uova si schiudano. La femmina sorveglia le larve prima e gli avannotti poi, tutto il tempo. Il maschio scaccia eventuali intrusi nella zona di riproduzione.

Avannotto di pochi giorni
Avannotto di pochi giorni.

Gli avannotti hanno una crescita molto lenta rispetto altre specie. L’acquariofilo può alimentarli semplicemente col cibo che usa anche per gli adulti. Non è necessario alimentare con naupli di artemia o altro vivo di piccole dimensioni.
La coppia di N. brichardi diventerà esperta nel crescere gli avannotti, e anche alimentando pochissimo riuscirà a portare all’età adulta diversi piccoli. Si possono osservare comportamenti del tutto particolari in questo periodo, molto caratteristici della specie ed enormemente studiati in campo scientifico.

Neolamprologus brichardi
Un aiutante sorveglia gli avannotti.

I nuovi nati entreranno a far parte delle dinamiche coloniali, osservabili anche in acquario. A circa 6 mesi avranno una dimensione tale da renderli appetibili come candidati per aiutare i genitori alla cura delle nuove nidiate.

Neolamprologus brichardi
Questo esemplare ha circa 2 mesi, i genitori potranno ora pensare a una nuova deposizione, tuttavia gli ex-avannotti rimarranno sorvegliati.

Gli adulti sceglieranno i piccoli che considerano utili alla difesa della prole e scacceranno gli altri. Gli esclusi saranno costretti a lasciare la colonia. Il numero di cacciati è veramente esiguo, tuttavia si riconoscono subito, perché presentano evidenti segni di morsi.

Neolamprologus brichardi
Quando crescono si allontanano dal luogo della deposizione, soprattutto per cercare cibo.

In un acquario con una colonia sarà solo la coppia dominante a riprodursi, e lo farà spesso, in casi estremi anche ogni 14 giorni. Non avendo stagionalità come altre specie, ogni tanto si fermano qualche mese, per una “pausa dalla riproduzione”. Solitamente invece, si riproducono circa ogni 2 mesi, cioè appena la nidiata precedente ha una dimensione tale da essere considerata quasi indipendente. Quest’ultima rimarrà comunque nei pressi della nidiata precedente, per poi occupare la propria posizione in colonia qualche mese più tardi.

Neolamprologus brichardi di 9 mesi
Esemplare di circa 9 mesi. Nonostante non sia già in età riproduttiva, in questo momento viene considerato adulto, e avrà un ruolo all’interno della colonia.

Comportamenti verso conspecifici e altri inquilini

Le dinamiche coloniali di questa specie sono di rimarcabile interesse. Essi riconoscono gli “aiutanti”, i “difensori” della colonia ma anche eventuali intrusi. E non dipende solo dalla specie o dall’aspetto generale, ma è stato dimostrato che riescono a riconoscersi anche singolarmente [11].

Neolamprologus brichardi che si sfidano
Due esemplari si stanno sfidando, estendendo le branchie. Se uno dei due non mostrerà sottomissione, ci sarà una lite per determinare l’esemplare dominante.

Gli esemplari non dominanti hanno convenienza ad aiutare la colonia a difendersi e a crescere, infatti essi verrebbero puniti nel caso non si comportassero correttamente nei confronti degli altri esemplari [12]. Dall’altra parte, la coppia dominante ha interesse ad avere aiutanti sia nella difesa del territorio, sia nella crescita e cura delle nidiate. Gli aiutanti crescono più lentamente rispetto i dominanti [10].

Neolamprologus brichardi aiutante
Un aiutante, si può osservare che nonostante l’età più che adulta, sia leggermente più piccolo rispetto i genitori. A sinistra, leggermente sfocato, un fratello ancora più piccolo ma anch’esso componente attiva della colonia.

N. brichardi è una specie molto aggressiva e inadatta ad abbinamenti con altre specie. Se il territorio della colonia è l’intera vasca, essi scacceranno tutti quelli che provano a nuotarci vicino.
In natura formano colonie molto, molto grandi (dall’ordine delle centinaia di esemplari, a salire) e la loro spiccata socialità permette loro di difendersi molto bene da eventuali invasori. In acquario possiamo osservare una miniatura di questa colonia e non passerà molto tempo prima che la vasca sia piena di principesse.

Colonia di Neolamprologus brichardi
Foto ritratta dal lato corto della vasca, con la colonia di N. brichardi che nuota tranquillamente per la vasca.

Possiamo sicuramente osservare che ogni tanto qualche esemplare viene preso di mira. Ce ne accorgiamo perché da un giorno all’altro presenterà delle ferite, soprattutto attorno la bocca. Probabilmente avrà anche tutte le pinne sfrangiate.

Neolamprologus brichardi che si sfidano
Due esemplari si stanno sfidando; notare gli opercoli branchiali aperti.

Esse rientreranno da sole nel giro di qualche giorno; nel caso non dovesse succedere e l’esemplare venisse ripetutamente preso di mira, significa che è un escluso e non c’è spazio per lui.
Esemplari ridotti come nella foto seguente andrebbero rimossi il prima possibile. Personalmente mi è capitato una sola volta di arrivare a dover togliere l’esemplare ma non escludo che in futuro mi possa capitare ancora.

Esemplare scacciato
Esemplare scacciato dalla colonia, se arrivano a ridurre un esemplare così, esso dovrà essere rimosso.

All’inserimento in vasca, solitamente si parte con più esemplari, tra questi si potrebbero formare più coppie, soprattutto se la vasca è sufficientemente grande. Esse potrebbero riprodursi, non è un problema, dopo un po’ troveranno un equilibrio e, se gli spazi lo permettono, la colonia dominante accetterà gli altri e non li escluderà. Se invece dovesse attaccarli ripetutamente, sarebbe opportuno rimuoverli e tenere solo la coppia formata.

Neolamprologus brichardi
Un aiutante sempre attento agli avannotti. Degli studi hanno mostrato come questi esemplari potrebbero mangiare qualche avannotto. Tuttavia i genitori valutano il rapporto “salvati/mangiati” capire la convenienza a tenere un aiutante in colonia.

Consiglio di partire con circa 7 esemplari, per avere una buona probabilità di avere maschi e femmine. Attendere il formarsi della coppia, e rimuovere gli altri se la vasca non ha sufficiente spazio, oppure se vengono rifiutati come detto sopra.

Neolamprologus brichardi
La situazione in vasca dopo qualche tempo sarà più o meno questa: esemplari di età diverse che sorvegliano i nuovi nati.

L’acquario per Neolamprologus brichardi

Dimensioni dell’acquario

La vasca ideale per questi ciclidi è lunga almeno 100 cm, e larga almeno 50. La sua altezza non deve essere indifferente, anche se già 50 cm sono sufficienti. Se si ha la possibilità di avere vasche di dimensioni maggiori, l’allevamento si semplifica di molto.
Le dimensioni della vasca dipendono dalla grandezza della colonia: una vasca troppo piccola costringe l’acquariofilo a pescare e cedere esemplari molto più spesso. Una vasca grande elude questo problema, che si potrebbe presentare ma in modo molto più diradato. Per esempio, se si disponesse di una vasca da 150 cm almeno: sarebbe da preferire quest’ultima.

Il suo allevamento in vasche di dimensione minore a quelle indicate è possibile ma fortemente sconsigliato! Costringe l’acquariofilo a periodici sfoltimenti degli esemplari. Infatti una vasca troppo piccola potrebbe non dar abbastanza vie di fuga a un eventuale “cacciato” dalla colonia. Inoltre la crescita della colonia potrebbe essere troppo veloce rispetto le capacità della vasca e l’acquariofilo potrebbe aver problemi a mantenere una qualità dell’acqua alta a causa del sovraffollamento.

Ricordo che una colonia è formata da molti esemplari, non due adulti e qualche sub adulto di pochi mesi.

Spesso si consigliano anche in vasche molto più piccole, questo forse non inficia nella loro crescita o benessere, ma vi costringerà a tenere un numero esiguo di esemplari. Sfoltire la colonia per tenere solo la coppia adulta, più qualche sub adulto di massimo 9 mesi, non vi farà godere di tutti i comportamenti coloniali della specie.

Allestimento per Neolamprologus brichardi

L’habitat dei Neolamprologus brichardi è caratterizzato da ampie zone rocciose, ricche di anfratti. Vivono a una profondità tale per cui la luce ha una prevalenza della componente blu, probabilmente si sono anche adattati a vedere con questo tipo di luce, come evidenziato da alcuni studi su specie in condizioni simili [5].

Il nostro acquario dovrà quindi disporre di un po’ di rocce per ricreare un habitat simile. Suggerisco l’utilizzo di polistirene come protezione del fondo in vetro dell’acquario, prima di rocce e sabbia. Assicuriamoci inoltre che il peso dell’allestimento completo non sia un problema per il mobile e anche per il pavimento.

Le rocce vanno scelte di varie misure, prendendone poche di grosse, ma con una lunghezza attorno ai 30 cm (quindi abbastanza grandi). Poi ne serviranno altre di dimensioni più piccole. Se volete dare un effetto naturale alla rocciata, bisognerebbe di inserire rocce sempre più piccole. Per esempio partiamo da delle rocce molto grosse, che faranno da protagoniste e da base per la nostra disposizione, poi ne prendiamo altre grandi la metà, e altre ancora grandi la metà di queste ultime, via così fino ad arrivare alle dimensioni di piccoli sassi da pochi centimetri.
Non ci deve preoccupare il fatto che possano essere calcaree. Bisogna comunque assicurarsi che non abbiano venature metalliche. La rocciata dovrà essere di dimensioni tali da lasciare sufficiente spazio libero, infatti, nonostante i Neolamprologus brichardi stiano spesso tra le rocce, si nascondano tra esse e depongano tra vari anfratti, molto tempo lo passano anche a nuotare nei loro paraggi.

Neolamprologus brichardi avannotti
Appena nati, gli avannotti stanno nei pressi della tana, qui li vediamo nuotare vicino un accumulo di rocce. Poco dietro si trova il luogo della deposizione delle uova.

Il fondo dovrà essere sabbioso e la granulometria della sabbia deve essere molto fine. Il colore va bene quello che preferiamo ma consiglio di cercare una sabbia di un colore diverso dal bianco acceso. I ciclidi che ospiteremo scavano, quindi assicuriamoci di mettere sabbia a sufficienza. Io ne ho usati 25 kg per un acquario di 120×60 cm di base. La sabbia va messa dopo le rocce.
Se tra le sabbie da acquari non ne trovate di vostro gradimento, spesso i centri di vendita che dispongono di materiali edilizi vendono la sabbia edile. Questa esiste anche di granulometria molto fine e il costo è irrisorio. Insisto nel suggerirvi di lavarla molto molto bene, è più sporca delle corrispettive da acquario.

Nelle zone frequentate dai brichardi è raro trovare piante acquatiche, sia per la poca disponibilità di nutrienti, sia per le profondità. Tuttavia nel Lago esistono diverse piante, e se vogliamo aggiungerne qualcuna nel nostro acquario possiamo farlo. Esse ci aiuteranno a mantenere sotto controllo gli inquinanti, oltre che a far sentire un po’ più sicuri i pesci ospitati. Consiglio piante resistenti, come la Vallisneria spiralis. Vanno bene anche altri tipi di Vallisneria, tuttavia la spiralis si trova anche nel lago!

Le piante possono comunque essere un riparo alternativo per i nuovi nati, ma anche per i sub adulti.

Ci sono altre piante presenti in esso, la maggior parte non sono trovabili facilmente in commercio: quindi conviene provare con specie che si adattano alle condizioni particolari dell’acqua, come Egeria sp., Ceratophyllum spo Anubias sp..
In ogni caso nel nostro layout le piante dovranno essere solo un contorno o un dettaglio e non le protagoniste della scena.

La Vallisneria, per esempio, offre un buon riparo, è inoltre endemica del lago, e resistente ai valori dell’acqua del Tanganica.

Volendo imitare l’ambiente naturale della specie, dovremo scegliere delle luci molto fredde. Questo può essere ottenuto abbinando LED a luce bianca fredda (6000 K o oltre), con LED blu.
La luce deve essere sufficiente alla crescita delle alghe e delle piante, esse ci aiuteranno a tenere sotto controllo gli inquinanti, daranno un effetto naturale all’allestimento, e ospiteranno della micro-fauna che farà da integrazione alla dieta degli ospiti.
Consiglio dei LED con una buona resa cromatica, per poter godere al meglio dei riflessi dei pesci.

Neolamprologus che ha trovato cibo tra le alghe.

Una raccomandazione inusuale nelle schede dei pesci ma che sento utile in questo tipo di allestimento, è quello di utilizzare una centralina per effetti di alba e tramonto. Non per dare un tocco pacchiano all’acquario ma per accendere gradualmente i LED.
Oramai a poche decine di euro possiamo trovare centraline e LED dimmerabili (per esempio le strisce LED 12 V o 24 V). Accendere gradualmente l’impianto luci non spaventerà i pesci come un’accensione improvvisa.

Le alghe ospitano molta micro-fauna.

Se il filtro non genera una corrente abbastanza consistente, consiglio l’aggiunta di una pompa di movimento. Magari puntata verso la superficie per favorire lo scambio d’ossigeno. Il lago Tanganica non ha forti correnti, tuttavia ha delle dimensioni tali da avere un vero e proprio moto ondoso. Una pompa di movimento da circa 1000 L/h (dipende poi dalle dimensioni della vasca) aiuterà a creare quella corrente in più necessaria. Noterete che gli avannotti non avranno problemi a contrastarla e che già dalle prime settimane avranno pinne ben formate.

Questo è il mio acquario dove ospito la colonia di N. brichardi.

Parametri dell’acqua

L’acqua per Neolamprologus brichardi dovrà essere sufficientemente dura, povera di inquinanti. Non arriveremo mai a valori di nitrati e fosfati come quelli del lago, tuttavia cercheremo di tenerli più bassi possibile, meglio se non rilevabili dai test da acquario.

Nel lago i valori di calcio e magnesio si attestano attorno rispettivamente 17 mg/L e 43 mg/L [6]. Questo corrisponde a un valore di circa 13 dGH. L’alcalinità invece è abbastanza alta (17 dKH). Essa dovrà riuscire a mantenere un pH attorno al 9.0. La conducibilità si aggira attorno a 600 µS/cm, con un residuo fisso attorno ai 460 mg/L.

Spesso i N. brichardi vengono tenuti in acqua di rubinetto, senza particolari altre preoccupazioni. Nonostante sia una specie particolarmente resistente, non è consigliabile ignorare così i parametri dell’acqua. Infatti se tenuti a durezze troppo basse e pH non idonei, tenderanno ad avere pinne più corte, cresceranno anche leggermente meno. Se l’acqua di rubinetto non ha problemi e può essere utilizzata per il mantenimento di specie acquatiche, allora basterà aggiungere i sali necessari a raggiungere i valori indicati al paragrafo precedente. Sarebbe tuttavia utile discutere caso per caso e, se vi andrà di farlo, vi invito ad aprire un topic sul forum per vagliare le varie soluzioni!

Il mantenimento prevede piccoli cambi settimanali. A differenza di altre specie, N. brichardi mal sopporta cambi consistenti: consiglio di cambiare circa il 10% d’acqua a settimana. Tuttavia non è obbligatorio: se viene saltato qualche cambio basterà sostituire leggermente più acqua nel successivo.
Si noti che questi cambi non sono atti a ridurre nitrati e fosfati, che dovranno rimanere comunque molto bassi, serviranno piuttosto a mantenere costanti i valori di sali assimilati dai pesci tramite processi di osmoregolazione.

Dopo un cambio probabilmente si formeranno delle bolle di ossigeno. Un buon momento per fare qualche foto un po’ diversa dal solito.

Temperatura

Viste le premesse del paragrafo che tratta della descrizione del lago, la temperatura minima consigliata è 23 °C. Un riscaldatore impostato a 24 °C ci garantirà di non scendere troppo. Inoltre con il variare delle stagioni la temperatura si alzerà naturalmente senza spreco di energia. Dobbiamo fare attenzione a non superare i 30 °C per lunghi periodi, poiché non salutare per i nostri ospiti.

Alimentazione

Neolamprologus brichardi è una specie prevalentemente carnivora [9]. Essi si nutrono di crostacei e altri organismi che trovano cercando tra le rocce, ma anche zooplankton e altri organismi in acque più libere.
Durante le ricerche capita che mangino anche del detrito vegetale, tuttavia non è una loro fonte di nutrizione. Naupli, copepodi, ostracodi, zooplankton invece contribuiscono alla loro dieta nel lago [9].

Cibo congelato di vario tipo, krill, mysis, dafnie…

Sono allevati da molti anni in cattività e non avranno problemi ad accettare cibi secchi. Consiglio tuttavia di somministrare anche cibi congelati, per esempio krill, mysis e dafnie. Anche i chironomus o altri insetti (o larve) vengono accettati.
Il cibo secco deve essere di buona qualità. Io ho provato il Tropical soft line Africa carnivore e mi sono trovato molto bene. Ha una forma sufficientemente piccola ma non troppo. È facilmente sbriciolabile nel caso ci siano avannotti. Viene accettato volentieri dai miei esemplari. Ho provato inoltre il Dennerle Cichlid Carny, che ha una consistenza dura e secca, non è facilmente sbriciolabile, ma viene accettato. Una volta in acqua diventa morbido, e i pesci non hanno problemi a mangiarlo. Il Northfin Krill Gold è anch’esso molto gradito, tuttavia fatica ad affondare; ho notato che bagnandolo prima in un bicchiere affonda più facilmente.

Raramente vedrete un brichardi mangiare dalla superficie, tuttavia se qualcosa galleggia sicuramente prima o poi lo mangiano. Ve ne accorgerete dal piccolo tuffo che fanno. Infatti, a differenza di altri pesci, essi non sono affatto abituati a mangiare dalla superficie e li “spaventa” avvicinarsene. Sarebbe bene evitare i cibi galleggianti.

Se si dispone di cibo vivo, anch’esso è ben accetto. Fornire saltuariamente lombrichi, per esempio, non è una cattiva idea. Se si hanno lumache in vasca, esse verranno ogni tanto predate.

Scatti simili non sono per niente rari, Neolamprologus preferisce mangiare ciò che trova nella colonna d’acqua. Non disdegna però nemmeno ciò che si appoggia sul fondo.

Conclusioni

Neolamprologus brichardi è una specie che mi ha affascinato moltissimo. Viene etichettato come “semplice”, ma questo non significa poco interessante, anzi! Credo che abbia il rapporto comportamenti/impegno più alto tra le specie di pesci.
L’impegno per mantenerlo si limita a pochi accorgimenti, quali un’acqua pulita, dei valori consoni e un’alimentazione adeguata. I comportamenti con cui ci ringrazia invece sono fantastici, secondi a pochissimi altri pesci. Sicuramente staremo incantati davanti un acquario con N. brichardi, e a ragion veduta! È inoltre possibile creare degli allestimenti gradevoli alla vista, rendendo l’acquario molto bello, che attira l’occhio e sicuramente lascerà acquariofili e ospiti incantati.

Neolamprologus brichardi

Tassonomia

Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Actinopterygii
Ordine Perciformes
Famiglia Cichlidae
Genere Neolamprologus
Specie brichardi

Fonti e Crediti

La foto del lago dallo spazio: By NASA – http://eol.jsc.nasa.gov/sseop/EFS/photoinfo.pl?PHOTO=STS51G-34-12, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=26671324

Le altre fotografie sono di proprietà dell’autore dell’articolo e possono essere condivise solo previo suo esplicito consenso scritto.

Bibliografia

[1] Duftner, Nina & Sefc, Kristina & Koblmüller, Stephan & Salzburger, Walter & Taborsky, Michael & Sturmbauer, Christian. (2007). Parallel evolution of facial stripe patterns in the Neolamprologus brichardi/pulcher species complex endemic to Lake Tanganyika. Molecular phylogenetics and evolution.

[2] EDMOND, J. M., et al. Nutrient chemistry of the water column of Lake Tanganyika. Limnology and Oceanography, 1993, 38.4: 725-738.

[3] Lake Tanganyika, Wikipedia

[4] Neolamprologus brichardi, Wikipedia

[5] Carleton, K.L., Dalton, B.E., Escobar-Camacho, D., & Nandamuri, S.P. (2016). Proximate and ultimate causes of variable visual sensitivities: Insights from cichlid fish radiations. Genesis, 54 6, 299-325.

[6] Drs. J. F. Talling, Ida B. Talling. The Chemical Composition of African Lake Waters.

[7] Carsten J. Schubert, Edith Durisch‐Kaiser, Bernhard Wehrli, Bo Thamdrup, Phyllis Lam, Marcel M. M. Kuypers. Anaerobic ammonium oxidation in a tropical freshwater system (Lake Tanganyika).

[8] (per alcune descrizioni del lago e di alcuni valori) Lake Tanganyika. Sandy sedimentary bottom area in Ndole Bay. Zambia, Walter Vazquez 

[9] Mukwaya GASHAGAZA, Masta. (1988). Feeding Activity of a Tanganyikan Cichlid Fish Lamprologus brichardi. African Study Monographs. 9.

[10] Taborsky, Michael. (1984). Broodcare helpers in the cichlid fish Lamprologus brichardi: Their costs and benefits. Animal Behaviour. 32. 1236-1252. 

[11] HERT, Eva. Individual recognition of helpers by the breeders in the cichlid fish Lamprologus brichardi (Poll, 1974). Zeitschrift für Tierpsychologie, 1985, 68.4: 313-325.

[12] BERGMÜLLER, Ralph; TABORSKY, Michael. Experimental manipulation of helping in a cooperative breeder: helpers ‘pay to stay’by pre-emptive appeasement. Animal Behaviour, 2005, 69.1: 19-28.

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Mikrogeophagus altispinosus https://acquario.top/mikrogeophagus-altispinosus/ https://acquario.top/mikrogeophagus-altispinosus/#respond Sat, 22 Dec 2018 10:22:32 +0000 https://acquario.top/?p=3046 Mikrogeophagus altispinosus è un ciclide nano diffuso principalmente nella parte boliviana del bacino del Rio delle Amazzoni. In passato, era stato identificato con Crenicara altispinosa e Papiliochromis altispinosus. Per quanto riguarda l’etimologia del nome, Mikro viene dal greco mikros, che significa piccolo mentre geophagus deriva dalle parole greche gea+phagein a significare che si nutre di […]

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Mikrogeophagus altispinosus è un ciclide nano diffuso principalmente nella parte boliviana del bacino del Rio delle Amazzoni.

In passato, era stato identificato con Crenicara altispinosa e Papiliochromis altispinosus.

Per quanto riguarda l’etimologia del nome, Mikro viene dal greco mikros, che significa piccolo mentre geophagus deriva dalle parole greche gea+phagein a significare che si nutre di terra.
Altispinosus, invece, deriva dal latino altus+spinosus, ovvero alto+appuntito, con riferimento alla caratteristica pinna dorsale.

Distribuzione in natura

Mikrogeophagus altispinosus è una specie endemica del bacino amazzonico.
Viene chiamato anche “ram boliviano” (in inglese ha anche altri nomi come “bolivian ram”, “Bolivian butterfly” o “ruby crown cichlid” [2]).
Si trova nell’area attorno al confine settentrionale della Bolivia, vicino al Brasile. In particolare, diversi esemplari sono stati trovati vicino all’immissione del Rio Mamoré sul Rio Madeira.

Area di maggior diffusione di Mikrogeophagus altispinosus.
Area di maggior diffusione di Mikrogeophagus altispinosus.

Habitat naturale

L’habitat preferito dai piccoli boliviani pare essere tra i ruscelli affluenti, le zone di esondazione e piccoli laghi che si formano attorno ai due fiumi citati sopra.

Il fondale è caratterizzato da substrati di sabbia e fango, dove il Mikrogeophagus passa la maggior parte del tempo.

Il colore dell’acqua è chiaro, a differenza di altri fiumi che meglio caratterizzano la fama del bacino amazzonico.
Diverse analisi di questi corsi d’acqua evidenziano una bassa concentrazione di tannini e, infatti, Rio Mamoré e Rio Madeira vengono classificati tra i fiumi di acqua chiara, o bianca, del complesso idrologico del Rio delle Amazzoni.
Per esempio, la visibilità del Madeira infatti non supera i 60 cm: per questo viene classificato come “bianco”. [1]

La conducibilità varia tra i 40 e i 140 μS/cm e il loro pH è quasi vicino al neutro.

Durante l’anno sono evidenziabili due stagioni: in una, durante i nostri mesi invernali, il livello dell’acqua è molto basso, e la conducibilità tende all’estremo superiore. Al contrario, nei mesi per noi estivi, il livello dell’acqua si alza, abbassando la conducibilità verso l’estremo basso[1].
I parametri dell’acqua durante l’anno cambiano abbastanza, almeno nei due fiumi principali. Gli effetti delle piene portano considerevole detrito, che andrà a formare il fondale caratteristico delle zone abitate dai bolivian ram.
Il DOC (Carbonio Organico Dissolto) si avvicina a una media di circa 270 mg/l, ma con varianza abbastanza elevata [3].

Descrizione di Mikrogeophagus altispinosus

Sono caratterizzati da colori meno sgargianti dei cugini dell’Orinoco (Mikrogeophagus ramirezi), tratto probabilmente derivante dalle acque più chiare che abitano.

Mikrogeophagus altispinosus.
Mikrogeophagus altispinosus.

Hanno una pinna caudale con le estremità leggermente allungate, la parte inferiore e superiore di essa è di un rimarcato colore rosa/fucsia.
Le pinne laterali sono leggermente inclinate verso l’alto, probabilmente per facilitare il nuoto vicino al substrato.
La dorsale è ben sviluppata, con circa 22 raggi, le prime tre punte sono caratterizzate da un colore nero verso la fine, mentre le altre terminano con un tocco di rosa.
La pinna anale e le pettorali sono rosa intenso, ma in base all’umore del pesce potrebbero cambiare.

Nel periodo riproduttivo sono uno sfoggio di colori e, in generale, se in condizioni idonee non hanno nulla da invidiare ai cugini più famosi.

Mikrogeophagus altispinosus
Mikrogeophagus altispinosus maschio in parata.
Mikrogeophagus altispinosus femmina
Mikrogeophagus altispinosus femmina.

Tuttavia, se tenuti male, non offriranno altro che colori spenti vicino al giallino, una riga nera poco rimarcata ed evidenti segni di stress.

Mikrogeophagus altispinosus.
Se tenuto nelle condizioni corrette, i colori possono essere fantastici.

Il corpo ricorda quello del ramirezi, ma è leggermente più tozzo, e l’aspetto complessivo appare più voluminoso.
Infatti raggiungono circa i 7 cm da adulti, col maschio leggermente più grande della femmina.

L’occhio è caratterizzato da una banda nera verticale, che prosegue sotto di esso, tipo tatuaggio bellico.
Sul muso presentano quattro recettori abbastanza visibili, poco sopra la bocca, che è rivolta verso il basso per facilitare il razzolamento del fondale.
Hanno una grossa macchia arancione poco sotto la bocca e che copre la parte inferiore delle branchie e l’attacco delle pinne pettorali, essa acquisisce un tono particolarmente intenso durante la riproduzione e la cura degli avannotti.

Dimorfismo sessuale

Durante il periodo non riproduttivo il sesso degli esemplari potrebbe essere difficile da contraddistinguere. Tuttavia, negli esemplari adulti, il maschio è leggermente più grande della femmina.
Le pinne del maschio sono solitamente più allungate, soprattutto la dorsale e la caudale.
Le pinne pettorali della femmina sono simili a dei triangoli con un angolo retto. Mentre quelle del maschio hanno l’angolo, opposto all’attaccatura, quasi ottuso.

Tutte le caratteristiche appena descritte potrebbero dipendere dall’esemplare in questione.
È quindi consigliabile sessarli durante il periodo riproduttivo, infatti la femmina mostrerà l’ovodepositore, che ha una caratteristica forma cilindrica tozza, mentre il maschio mostrerà una specie di cono.

Mikrogeophagus altispinosus maschio
Mikrogeophagus altispinosus maschio (notare il “cono”).

Comportamenti tipici

M. altispinosus è uno tra i pochi ciclidi nani ad essere gregario anche da adulto.
Osservare i ram boliviani significa vederli spesso sul fondo, essi infatti prendono un po’ di sabbia, la muovono setacciandola, e la risputano, in parte dalle branchie, in parte dalla bocca.

Quando non sono in periodo riproduttivo tendono a sopportare bene altri esemplari, è infatti interessante poter osservare lo stabilirsi di gerarchie all’interno del gruppo.
Ignorano pesci che vivono in zone diverse della colonna d’acqua, purché questi a loro volta ignorino i nostri piccoli bentofagi.

Riproduzione

Dopo una fase di corteggiamento, che potrebbe durare anche poche ore, la coppia trova un’area a essa gradita.
Questa è spesso caratterizzata da una buona circolazione dell’acqua, una zone difendibile da altri ospiti, nonché un riparo verso le acque aperte (per esempio all’ombra di un legno o vicino un gruppo di piante).
Cercano un sasso, un pezzo di legno o una superficie abbastanza piatta e isolata dal fondale circostante. Per qualche ora puliscono l’area di deposizione.
I miei esemplari hanno deposto sia sopra sassi piatti, sia sopra delle noci di cocco. Nel video seguente, si può vedere una loro deposizione.

Dalle uova, passano circa tre giorni fino alla schiusa. Dopodiché spostano le larve in delle buche appositamente scavate nella sabbia, fino a quando esse non termineranno le riserve del sacco vitellino, e saranno in grado di nuotare.

Avannotti di Mikrogeophagus altispinosus.
Avannotti di Mikrogeophagus altispinosus (foto di Riccardo).

A questo punto gli ormai avannotti inizieranno a muoversi attorno i genitori. In questo momento l’acquariofilo può iniziare ad alimentarli, consiglio di usare cibo di piccole dimensioni, quali naupli di artemia salina o microworms. Sembrano accettati anche cibi congelati, quali i cyclops o altri di piccole dimensioni.
La somministrazione del cibo deve essere piuttosto frequente, gli avannotti devono avere la pancia piena, del colore del nutrimento somministrato.

Mikrogeophagus altispinosus con avannotti.
Mikrogeophagus altispinosus con avannotti.

In circa un mese arrivano a una forma quasi completa, questo periodo dipende fortemente dalla temperatura e dalle condizioni chimiche dell’acqua; potrebbe quindi allungarsi di parecchio. Passato questo tempo i genitori solitamente interrompono le cure parentali, non più necessarie, e spesso si preparano per una nuova deposizione.

Avannotti di Mikrogeophagus altispinosus.
Avannotto di Mikrogeophagus altispinosus di circa un mese (foto di Riccardo).

Nel caso la riproduzione fallisca, in condizioni ideali non perderanno tempo, riprovandoci già dopo pochi giorni.

Comportamenti verso conspecifici e altri inquilini

Sono tra i ciclidi più tranquilli, tuttavia non vanno abbinati con pesci che occupano la stessa zona. Il fondo è l’unica porzione di acquario in cui stanno abitualmente.

Da evitare abbinamenti con altri ciclidi nani, a meno di vasche veramente grandi. Sono da evitare anche locaridi o Corydoras, in quanto occupano le stesse zone di nuoto, infastidendo i piccoli boliviani.
Io li tenevo con dei P. scalare e non c’erano grossi problemi, ma la vasca era troppo piccola per tenerli entrambi, non era infatti un abbinamento ideale: nelle riproduzioni lo stress era troppo elevato, impedendo alle stesse di essere portate a termine.

L’acquario per Mikrogeophagus altispinosus

Dimensioni dell’acquario

Consiglio di partire da una vasca con una base di 100×40 cm come limite inferiore. Essa potrà ospitare un piccolo gruppo di circa sei esemplari di Mikrogeophagus altispinosus.

Le misure invece minime per la sola coppia si aggirano attorno ai 60 cm per il lato lungo.
Sconsiglio però l’allevamento in vasche di così ridotte dimensioni, in quanto questi pesci tendono a razzolare molto sul fondo, e un’area più ampia non può che giovare loro, oltre al fatto che queste dimensioni precludono qualsiasi abbinamento e limitano l’allevamento alla sola coppia in monospecifico.
Potrei concepire una vasca di così piccole dimensioni solo per allevare una coppia di esemplari wild, in modo da avere maggiore sicurezza di successo riproduttivo.

Allestimento per Mikrogeophagus altispinosus

Il fondo deve essere di sabbia molto molto fine.
Fondi di ghiaino, anche di ridotte dimensioni, possono dare problemi all’alimentazione durante i giorni di ambientamento.

Se la vasca scelta è sufficientemente grande, è possibile giocare con il layout.
Consiglio quindi qualche legno, preferibilmente usando legni con punte fini e belli intrecciati, in modo da non occupare troppo lo spazio di fondo. Ad essi abbinerei delle rocce piatte e tonde, non di grosse dimensioni. Non so quanto i sassi siano diffusi nei fiumi abitati dagli altispinosa, ma sicuramente li troveranno una buona soluzione per deporre.

Mikrogeophagus altispinosus
Mikrogeophagus altispinosus nell’allestimento di Riccardo. Notare la sabbia sul fondo e le radici.

Nel caso si vogliano evitare le pietre, è possibile mettere qualche mezza noce di cocco. Non serve bucarla come si fa solitamente con altre specie di nani, in quanto deporranno sopra di essa e non dentro.

Consiglio il posizionamento di diverse noci o sassi, per lasciare libera scelta agli esemplari sul migliore spot di riproduzione.

Mi limiterei quindi a mettere sole piante galleggianti, magari con radici lunghe, quali Limnobium laevigatum o Pistia stratiotes. Esse aiuteranno la gestione dell’acquario, senza togliere spazio sul fondo.

Un effetto più da “zona di esondazione” invece si potrebbe ottenere da un fondo sempre sabbioso (lo richiede la specie ospitante), e delle piante emerse nel lato posteriore dell’acquario.
Qualche piantina immersa tra i legni, i soliti sassi o noci, e ampio spazio per lasciar ai nostri amati mangia-fondo la libertà di comportarsi naturalmente.

Nel caso si opti per un acquario aperto consiglio di lasciare un buon bordo senz’acqua.
Tutti i pesci potrebbero saltare, e ospitando un gruppo di ciclidi, non vorrei mai che una lite costringesse il sottomesso a cercare una fuga disperata.

Non hanno paura di una buona illuminazione, purché il fondo abbia sufficienti zone d’ombra. Nel caso in cui la luce sia forte, consiglio comunque di utilizzare una centralina per l’alba e tramonto, in quanto l’accensione istantanea dell’impianto potrebbe spaventare eccessivamente i pesci.

Coinquilini per Mikrogeophagus altispinosus

Possiamo abbinare un piccolo gruppo di Carnegiella strigata oppure di Nannostomus trifasciatus, che non dovrebbero predare gli avannotti.

Forse è possibile la convivenza con qualche grande ciclide: immagino che in una vasca di sufficienti dimensioni (sopra il metro e mezzo di lato lungo e con una colonna sufficiente), sia possibile tenere anche un gruppo di P. scalare. Sconsiglio invece discus e affini, in quanto necessitano di temperature più alte dei M. altispinosus.

Ad ogni modo, essendo una specie un po’ particolare, che si presta molto bene ad essere allevata in allestimenti diversi dal “classico monospecifico per singola coppia”, tipico degli Apistogramma, gli eventuali coinquilini andrebbero discussi caso per caso.
A tale proposito si consiglia un salto nel forum dove io e gli altri utenti (con esperienza diretta con questa specie) saremo ben contenti di dare una mano.

Parametri dell’acqua

L’acqua ideale per i ram boliviani deve essere molto tenera, con durezze dell’ordine delle poche unità (consiglierei di stare attorno a KH 1 dKH e GH 2 o 3 dGH).

La conducibilità rimarrà bassa, attorno al centinaio di microsiemens/centimetro.
Non hanno grossi problemi nel caso questa si aggiri attorno ai 200 μS/cm, tuttavia non supererei questo valore.

Il pH per loro deve aggirarsi attorno al 6, ci si può avvicinare al 6.5, ma per fini di riproduzione non andrei oltre. Non è necessario portare il pH più in basso di 6, nemmeno nel periodo riproduttivo, infatti come evidenziato sopra, anche in natura il pH in cui vivono è vicino al neutro.

Possiamo affermare, che per esemplari non wild, se assicuriamo una conducibilità bassa, delle durezze basse, e un buon ricambio d’acqua, il pH può non dare problemi, infatti esso stesso tenderà col tempo a stabilizzarsi poco sotto il neutro.

Come tutti i ciclidi nani sono sensibili agli inquinanti, i nitrati ad esempio non dovrebbero mai superare i 10 mg/l per periodi prolungati. Sarebbe preferibile quindi evitare fertilizzazioni troppo spinte.
Vanno inoltre cadenzati bene i cambi d’acqua, sia per aiutare a mantenere nitrati e fosfati bassi, sia per assicurare il ricambio costante d’acqua che hanno anche in natura.
Per stimolare la riproduzione è possibile fare qualche cambio di piccola entità con sola acqua d’osmosi, così da simulare le piogge.

La bassa sopportazione ad inquinanti, e la necessità di spazio sul fondo, li rende esemplari poco adatti per essere inseriti in acquari olandesi, o acquari dove le piante hanno priorità.
Esse infatti, nell’acquario dei ciclidi, devono essere un aiuto di gestione, e non parametro di decisione. Sconsiglio quindi qualsiasi tipo di fertilizzazione.

Temperatura

La temperatura dell’acqua varia durante l’anno.
Sotto i 22 °C iniziano a soffrire, e diventano apatici. Consiglio di configurare il riscaldatore a 23 °C, sarà la temperatura stessa ad alzarsi naturalmente durante il periodo estivo.
Essa però non dovrebbe mai superare i 30 °C per periodi prolungati, infatti i nostri boliviani stanno a temperature leggermente più basse dei loro cugini, senza mai incontrare più di 28 °C nei loro fiumi.
Dall’esperienza di altri membri del forum, mi viene anche segnalato che superati i 30 °C tendono ad interrompere le riproduzioni.

Sempre da esperienze di altri utenti, riporto che esemplari commerciali hanno superato indenni la torrida estate 2017 (sopportando temperature superiori ai 30 °C per alcune settimane).
Non si tratta certo di una situazione ideale ma lascia intendere che su buona parte del territorio nazionale è possibile allevarli senza l’ausilio di ventole o refrigeratori.
Non mi sento di assicurarlo per gli esemplari wild, che potrebbero dimostrarsi più delicati in questo senso.

Ambientamento

Vorrei spendere un paragrafo sull’ambientamento.
Esso infatti è parte delicata dell’allevamento dei ciclidi nani. Infatti i nostri pesci preferiti vivono spesso a valori di durezze bassi in natura.

Il corretto allevamento ci suggerisce quindi di cercare di imitare quei valori. Però nei negozi vengono spesso tenuti in acqua di rubinetto con valori non meglio specificati.
Consiglio quindi l’allestimento di una piccola vasca di quarantena, in cui i valori siano meno estremi, e vicini ai valori del “sacchetto”. In questa vasca monitoreremo la salute dei pesci per qualche giorno, poi facendo cambi settimanali, abbasseremo i valori fino a portarli a quelli desiderati.

Mikrogeophagus altispinosus
Mikrogeophagus altispinosus (femmina).

Una volta arrivati a dei valori simili a quelli dell’acquario che li ospiterà, potremo pescarli e metterli delicatamente in uno o più sacchetti con l’acqua della quarantena. Possiamo benissimo conservare i sacchetti dati dal negozio al momento dell’acquisto per riutilizzarli in casi come questo.

Procediamo quindi ad ambientarli: io per esempio uso un tubicino da aeratore con un nodo, che per qualche ora verserà l’acqua dell’acquario nel sacchetto goccia dopo goccia (il nodo serve a regolare la velocità delle gocce).
Quando il sacchetto si riempie troppo, svuoto un po’ di acqua senza rimetterla in acquario (green tip: date l’acqua scartata alle piante da appartamento, spesso gradiscono l’acqua morbida).
In inverno, per tenere la temperatura dei sacchetti costante, uso un secchiello pieno d’acqua, con un riscaldatore all’interno, quest’acqua avrà la temperatura dell’acquario, e scalderà i sacchetti che verranno fissati al bordo del secchiello.

Alimentazione

Superato il periodo di ambientamento, gli esemplari non wild accettano anche cibo secco. Consiglio di fornire loro cibo congelato almeno una volta a settimana.
Gli altri giorni possiamo alternare cibi secchi di alta qualità, per esempio io mi trovo bene con i Tropical della linea Soft Line, oppure con i NorthFin.

La loro dieta in natura non è prettamente proteica, consiglio infatti di alternare del cibo ricco di vegetali, per esempio delle pastiglie per pesci da fondo vegetariani.

Tassonomia

Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Actinopterygii
Ordine Perciformes
Famiglia Cichlidae
Genere Mikrogeophagus
Specie altispinosus

 

Mikrogeophagus altispinosus
Piccolo Mikrogeophagus altispinosus che vi saluta e vi ricorda di portare le vostre esperienze o le vostre domande nel forum 🙂

Desidero, infine, ringraziare Riccardo Trevisanato per i consigli e i suggerimenti per la stesura di questa scheda, grazie anche alla sua esperienza diretta di allevamento della specie.


Bibliografia

[1] E. A. Ríos-Villamizar1, M. T. F. Piedade, J. G. Da Costa, J. M. Adeney & W. J. Junk. (2014). Chemistry of different Amazonian water types for river classification: a preliminary review

[2] Wikipedia, Mikrogeophagus altispinosus

[3] Leite, Nei & V. Krusche, Alex & Ballester, M.V.R & Victoria, Reynaldo & E. Richey, Jeffrey & M. Gomes, Beatriz. (2011). Intra and interannual variability in the Madeira River water chemistry and sediment load. Biogeochemistry. 105. 37-51. 10.1007/s10533-010-9568-5

[4] SeriouslyFish, Mikrogeophagus altispinosus

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